Provenzano, il virtuoso
Una nota antropologica
Girodivite sta dedicando giustamente molto spazio all’arresto di Provenzano. Mi limiterò quindi a una nota assai sintetica.
Quest’uomo è stato catturato in una abitazione dove probabilmente ha vissuto per un periodo non breve. E possiamo pensare che anche le altre sedi della latitanza siano state simili. Perché i capimafia non si allontanano mai dal territorio che dà loro identità e potenza. Come i cani e altri animali che delimitano con l’urina lo spazio del proprio potere.
A due chilometri dal suo paese, la modesta casa di un pastore, con la ricotta appena preparata che doveva costituire il pasto del boss insieme a un poco di cicoria e di miele. Una casa arredata con mobili poveri e con l’ovile accanto. Eppure Provenzano è certamente ricchissimo. Ai mafiosi non interessano i soldi in quanto tali ma il potere esercitato per conto di una giustizia altra, in nome di una virtù radicata in una visione del mondo profonda, ancestrale.
Provenzano è un uomo totalmente dedito alla propria famiglia, moglie amatissima e figli; nei suoi messaggi si leggono spesso dei riferimenti religiosi, al momento della cattura aveva tre piccole croci addosso e in casa la Bibbia e una corona del rosario. Un uomo timorato di Dio, convinto della centralità dei legami familiari (e quindi certamente inorridito dai Pacs e dal divorzio), legato a una visione del mondo non corrotta dal sapere (non ha concluso la seconda elementare) ma genuina, spontanea, radicata negli antichi valori cristiani. Gli stessi che hanno indotto Cuffaro a consacrare la Sicilia alla Vergine Maria. Cuffaro del quale Provenzano aveva con sé i volantini elettorali.
Dovremmo cercare di entrare in qualche modo nella mentalità di queste persone e capire meglio che la continuità tra la mafia e la maggior parte del clero cattolico siciliano non ha a che fare solo con opportunismi, paure e interessi ma prima di tutto con una comune visione della società e dell’uomo. Nel mio paese c’è un prete che parla di Dell’Utri come di una persona dalla quale prendere esempio. Bernardo Provenzano è un uomo virtuoso. Anche per questo è meglio vivere al di là del bene e del male.
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Nei rifugi dei capi di cosa nostra vengono sempre rinvenuti santini, altarini, la Bibbia; mi vengono naturali alcune riflessioni antropologico-religiose:
I valori diffusi dalla Chiesa cattolica sono in parte compatibili con quelli della Mafia ed anche i rispettivi sistemi gerarchici si assomigliano: non per niente Salvatore Greco era chiamato "il Papa";
Il Dio Padrone, guerriero e vendicativo dell’antico testamento assomiglia troppo ai Bos Mafiosi. Pietro Spalla - Palermo