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Prove tecniche di regime

Si comincia dalle piccole cose: una parola, una frase in un articolo, una battuta “troppo” spiritosa. Poi, si eliminano gli spazi alla satira, alla cultura, alla libertà di espressione. Infine, si va in televisione e si pronuncia un bel discorso sulla “democrazia”.

di Piero Buscemi - giovedì 8 settembre 2005 - 4556 letture

Venerdì 2 settembre siamo stati sul set di “Senza spada”, il cortometraggio girato dal regista messinese Vincenzo Tripodo (vedi Girodivite del 18 agosto). Eravamo lì a cercare di capire le tecniche di realizzazione di un film. Guardavamo i personaggi che si alternavano sulle scene, distratti ogni tanto, dalle inusuali calme acque dello Stretto di Messina e osservati dall’alto dal vecchio Pilone.

Lì abbiamo incontrato Renato Accorinti, uno dei coordinatori delle associazioni che si stanno battendo “culturalmente” contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. E lì abbiamo dovuto ascoltare una strana storia di censura. E di regime.

Potremmo cominciare con la premessa che, ognuno ha il diritto di pensarla come vuole sull’argomento. TUTTI! Chi è pro e chi è contro al progetto. Potremmo, ma vogliamo iniziare con l’ammonizione che, in un paese civile e “democratico”, quando per motivi di discordanze d’opinioni, si boicotta e si annulla uno spettacolo musicale, solo perché durante l’evento, qualcuno esprimerà un parere diverso, tutto questo si può tradurre così: “controllo esercitato da un’autorità civile o religiosa su pubblicazioni, spettacoli, mezzi di informazione, per adeguarli ai principi della legge, di una religione o di una dottrina morale”. In una sola parola: censura!

E’ quanto accaduto al noto musicista Roy Paci, jazzista siciliano di fama internazionale che, il 1° settembre avrebbe dovuto tenere un concerto a Messina nell’ambito del Festival della musica etno-mediterranea. Avrebbe, perché, come ci ha raccontato Renato Accorinti, quando l’artista ha comunicato che durante la sua performance, aveva invitato lo stesso Accorinti per dare voce al Comitato contro il Ponte, l’organizzazione ha pensato bene di annullare la partecipazione di Paci all’evento.

Che a Messina, i media e tutti coloro che, evidentemente, hanno interessi privati sulla questione, insabbiano le notizie sulle attività che molti cittadini, riuniti in comitati, stanno portando avanti da tempo, per manifestare democraticamente il proprio dissenso alla costruzione del Ponte, è ormai risaputo. Sconcertante è superare qualsiasi limite e sottoporre ad un ricatto meschino, un musicista della leva di Roy Paci, da sempre in prima linea contro qualsiasi sopruso di natura razziale o culturale.

Chiedere a Roy Paci di disdire l’invito a Renato Accorinti, è stata sicuramente una scelta infelice e oseremmo definire stupida. Stupida, perché è fin troppo nota l’idea di Paci sull’argomento Ponte. Stupida, perché l’artista non avrebbe avuto di sicuro bisogno di una serata in più o in meno in quel di Messina, per accrescere la propria notorietà. Stupida, perché lesiva nei confronti dell’intelligenza di Paci, poco disposto ad accettare compromessi censuranti.

“In nessuna occasione, in nessuna città, per nessuna espressione di pensiero e di posizione, sono stato mai censurato. Fatto ancora più doloroso, perché accaduto nella mia terra di origine” - sono state le parole di Roy Paci nella conferenza stampa organizzata nella sala delle Commissioni Consiliari della Provincia Regionale di Messina.

Delusione. Questo, forse, il sentimento più idoneo per descrivere le sensazioni provate da chi, direttamente o indirettamente, è stato coinvolto in questa sporca vicenda. A tal proposito, vogliamo sottolineare che, quando la manifestazione strisciante di qualsiasi forma di censura si abbatte sulla cultura, è l’inizio della fine della stessa cultura.

A questo è doveroso aggiungere che, nessuno si può illudere di rimanere immune agli attacchi che, espressioni di regime - con quale altro attributo definirle - si manifestano giornalmente, con l’unico obiettivo di creare una società appiattita ed incapace di pensare con la propria testa. A meno di non condividerle.

“Degna di molta riprensione è quella cosa che, ordinata a torre alcuno difetto, per se medesima quello induce; sì come quelli che fosse mandato a partire una rissa e, prima che partisse quella, ne iniziasse un’altra”. (Convivio, I, cap. 3, Dante Alighieri)


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> Prove tecniche di regime
6 novembre 2005, di : luca

io non capisco bene se ve le inventate le cose in questo sito o se siste solamente paranoici, io vivo in italia, ho 24 anni, dico sempre quello che mi pare, nessuno mi ha mai detto niente, anzi secondo me c’è troppo permissivismo e troppi deficenti in giro che andrebbero rinchiusi in galera veramente, ma come fate a parlare di regime dio santissimo. Ma vi rendete conto delle cazzate incredibili che scrivete? ma per piacere, non siete credibili veramente, assurdo.
    > sei preoccupato?
    7 novembre 2005, di : Piero Buscemi

    Sono contento per il senso di libertà che riesci a vivere a 24 anni. E da italiano. Chissà perchè la tua sicumera ti ha impedito di firmarti con nome e cognome completo!!!