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Prefazione di Nino Recupero al libro "Le streghe di Triora"

Quella che segue è la prefazione al volume di Diego Barzaghi, Le streghe di Triora, Armando Siciliano Editore, Messina 2002.

di Sergej - sabato 20 dicembre 2003 - 10185 letture

Triora è un minuscolo paesino dell’entroterra ligure che nel corso del Cinquecento conobbe un episodio abbastanza cruento di caccia alle streghe. Il fatto è che Triora, coi suoi stretti vicoli medievali che si inerpicano sul monte, è ancor oggi un luogo inquietante... e certamente ha inquietato Diego Barzaghi, un cultore dell’occulto. E così, Satana ha vinto, alla fine. Niente più ostacola la sua libera circolazione su questo pianeta, nessuna santa inquisizione perseguita più chi se ne dichiara seguace; si può andare ad un sabba, come a un rave party, (se si ha il contatto "giusto") senza rischiare lTorrore del cavalletto e del rogo: al massimo, qualche fastidio con la giustizia per detenzione di stupefacenti e violenza carnale (ma allora forse il contatto non era quello "giusto"). Chiunque può comprare, in libera vendita, libri che parlano di Satana e che descrivono i complicati cerchi e triangoli da tracciare per invitarlo a cena: libri che per secoli si sono trasmessi clandestinamente, faticosamente copiati a mano, scritti in un linguaggio volutamente oscuro e indecifrabile. Di più: lTInnominabile, con la sua congrega di maghi, streghe e stregoni, spiriti immondi e mostri deformi, è richiestissimo sul palcoscenico del divertimento, ha vinto più volte il premio Oscar, e dovunque sorgono circoli di giovanissimi fans che cercano di imitarne le gesta, arrivando talora a spargere sangue per mostrarsi degni del loro idolo. Satana ha vinto, ma per quella ironia della storia per cui gli effetti finali non sono mai esattamente quelli desiderati, ha anche perso. Infatti il libero mercato ne ha reso possibile la circolazione, sì, ma a patto che accettasse di competere non solo col suo vecchio avversario - le chiese cristiane - ma anche col buddismo, con la scientologia, con lo sciamanesimo nordamericano o (a scelta) orientale, col calendario maya, con la riscoperta degli angeli, e con gli altri mille competitori che al supermercato delle idee si disputano lTanima del consumatore. Ognuno paga la sua ghinea, come dicono gli inglesi, e porta a casa unTopinione nuova per il week end. Chi lTavrebbe detto che questo sarebbe stato il risultato, pensando allo zelo, alle fatiche, alla devozione cieca di generazioni di uomini di chiesa che per quasi un millennio hanno contrastato la stregoneria? Pensando alle acrobazie intellettuali, ai torcimenti del pensiero che sono serviti per individuare e catalogare i "segni" che Satana imprimeva sul corpo dei suoi seguaci, per escogitare domande sempre più astute da porre agli indagati e farli cadere in contraddizione? Pensando alla sistematicità aristotelica con cui gli inquisitori esplorarono ciò che ogni singolo spirito maligno poteva o non poteva fare, divenendo esperti occultisti come e più dei loro inquisiti, vivendo quella contraddizione di coscienza per cui il giudice deve conoscere a fondo il crimine che giudica, e purtuttavia tenersene lontano¦ Non cTè dubbio, credo, che il satanismo, la magia, la stregoneria esistano realmente. Ma non possiamo soddisfare la curiosità (malsana) dei più, i quali vorrebbero sapere se, oltre ad esistere, la magia "funzioni". Ai nostri giorni, certi episodi di cronaca hanno mostrato che un gruppetto di giovani ragazze può decidere di "darsi a Satana" e che per suggellare il patto non esita a compiere un omicidio rituale: almeno due fatti del genere sono stati registrati, con gran clamore, lo scorso anno. Se questo è il caso dellTItalia di oggi, è del tutto fuor di luogo chiedersi se nel Cinquecento quel gruppetto di donne di Triora veramente praticasse la magia, veramente si recasse al sabba, veramente potesse volare nottetempo a cavallo di un bastone. Si parli di oggi, o di cinquecento anni fa, non siamo in grado di dire se Lucifero si è veramente materializzato, se il tesoro nascosto è stato trovato, se il sangue versato ha ottenuto lTeffetto. La materia è inquietante, e ci tranquillizza, anche se non soddisfa, limitarsi a rilevare che ciò che avviene nella mente della strega è competenza dello psichiatra: la sola osservazione su cui oggi concordino tutti. Cinquecento anni fa, invece, tutti concordavano sul fatto che ciò che accadeva nellTanima fosse competenza della chiesa; della chiesa e della comunità, e che ambedue avevano il potere di correggere, di "punire", di "prevenire", di "preservare il gregge dal contagio". E grazie al lavoro degli storici e (in questo caso bisogna veramente dirlo) delle storiche, sappiamo benissimo cosa tutto ciò ha significato: lo sradicamento sistematico di "saperi" popolari, di una medicina tradizionale affidata alle donne e fatta di conoscenza antica di erbe, di acque e di pietre, lTeliminazione di ogni sapienza non omologata dal clero (prete cattolico o ministro protestante, o medico e giudice diplomato da istituzioni governate dal clero). In diversi casi, eliminazione e sradicamento di forme culturali precristiane, qui celtiche, lì slave, lì ancora greco-latine, tutte accuratamente collocate al loro posto nel catalogo delle eresie. E poi, le vendette e gli odi personali, la facilità di sbarazzarsi di qualcuno accusandolo; o semplicemente la vanità, il sentirsi "a posto", quando si compie il proprio dovere contro "il malvagio"¦ Per tre o quattro secoli abbondanti " dalla fine del Trecento fino alla Rivoluzione francese " lTEuropa fu percorsa da ondate " brividi, quasi " di caccia alle streghe e agli stregoni. Nessun paese ne è stato esente, nessun paese può dirsene innocente. Tutti però, nella stagione dellTilluminismo, hanno dato il loro contributo per un ritorno alla ragione, per lTabolizione della tortura e del rogo. La malattia, in quella forma se non altro, è stata superata. Ma la cultura europea non si libererà tanto facilmente dallTesperienza della caccia alle streghe: fu allora che si cristallizzarono alcune figure determinanti della nostra cultura, alcuni "personaggi" ancora attivi come modelli di comportamento. I protagonisti dei processi per stregoneria, lTInquisitore e il Torturato, il Delatore e il Boia sono archetipi della nostra coscienza moderna tanto quanto Edipo o Penelope, Ulisse o Medea. Li ritroviamo nei processi di Mosca del 1937 e nel maccartismo statunitense degli anni Cinquanta. Il meccanismo della tortura ritornò intatto nella disperata guerra dei francesi contro lTindipendenza dellTAlgeria, come denunciarono i coniugi Jeanson e Jean Paul Sartre. Il Torturato " una donna, nella maggior parte dei casi " non ha scelta: sotto la tortura, se cede e confessa, si proclama colpevole; se sopporta e si dichiara innocente, rivela che è il demonio a dargli la forza di resistere, e di nuovo si proclama colpevole. Le vie di scampo sono minime: fingersi pazzo, come riuscì a Tommaso Campanella; sperare che il processo si estingua per altri motivi, come fortunatamente accadde, sembra, alla Franchetta Borrelli di questo libro; affrontare il proprio destino restando orgogliosamente "uomo di tenace concetto", nel caso storico illustrato da Sciascia in Morte dellTinquisitore. Dal canto suo, lTInquisitore, fanaticamente devoto allTestirpazione del Nemico, ha però con esso una frequentazione pericolosissima: come si è detto, egli devTessere occultista e satanista provetto. Egli sa che la pietà per la vittima è lo strumento di cui Satana vuol servirsi per sedurlo. Basta un nulla per cedere, e diventare a propria volta inquisito. Nella sua anima il male combatte con la fede, la fede imbavaglia la pietà. ET il prototipo degli odierni fondamentalismi. Il caso della caccia alle streghe di Triora, che Barzaghi illustra in questo libro, è certamente intessuto dellTuno e dellTaltro elemento: il fanatismo e lTambizione di potere. LTautore ci descrive questo piccolo paesino dellTentroterra ligure in modo da lasciarci pensare che ieri, o cinquecento anni fa, in quegli stretti vicoli, in quel prato, ugualmente si trovano delle signore che occasionalmente dispensano unguenti, e che usano ritrovarsi per delle pratiche tutte loro, da non comunicare a nessun estraneo. E perché no, in fin dei conti? LTunica differenza, rispetto alla caccia alle streghe della fine del Cinquecento, è che oggi non si fa carriera nella chiesa (o nello Stato) mostrandosi inflessibile accusatore del male, e infliggendo torture a donne inermi. Non è facile dimenticare " e non si possono perdonare, ammesso che questa parola abbia un senso " gli orrori della tortura inflitta a Franchetta Borelli "supposta strega" nel 1588. Nessun "revisionismo", dunque, sul giudizio negativo che dellTInquisizione diedero a suo tempo Voltaire, Beccaria, Verri, il viceré Caracciolo, e gli altri illuministi che riuscirono ad ottenerne lTabolizione. Solo un dubbio. Sappiamo dove comprare la nostra porzione di Satana, se ce ne viene voglia. Ma dove operano, oggi, i moderni Inquisitori?


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Prefazione di Nino Recupero al libro "Le streghe di Triora"
4 gennaio 2007

Intervento interessante e utile! :-) Andrea di Trento