12. Praha dall’alto
Praha la si visita guardando dal basso verso l’alto, e dall’alto in basso. Seguendo questa non meglio precisata teoria, abbiamo scarpinato lungo le strade di Praha con il naso in aria rischiando contusioni con pali e turisti. Ci siamo poi inerpicati lungo il parco della collina Petrin, sulla riva occidentale. Accanto a noi, a intrecciare la nostra strada, il percorso della comoda e ripida funivia.
Ai piedi della collina è l’inquietante monumento dedicato alla memoria delle vittime del comunismo. L’installazione monumentale è un nastro in cemento, a gradini digradanti. In cima, nella parte più alta, una serie di figure umane su due file alternate. Quelle in fondo, figure umane appena abbozzate e poi via via sempre più complete. Sotto, ai piedi del monumento, la lapide con la dicitura in ceko e in inglese - i ceki sanno bene a chi si stanno rivolgendo, qual è il loro pubblico destinatario - con il numero delle vittime tra il 1945 e il 1989. I ragazzi giocavano a farsi fotografare, chi abbracciato alle figure più complete chi ponendosi in mezzo a queste figure, nei posti mancanti. L’idea è buona: una delle letture possibili è quella della fuoriuscita dal comunismo come la riacquisizione delle caratteristiche umane e di esistenza, così le figure che da parziali diventano sempre più umane e complete. In questo senso, il monumento ha significato che supera la stessa contingenza storica, diventa monumento alla speranza che gli uomini possano riuscire a intraprendere un percorso di libertà e di "umanità".
A metà strada, all’altezza della stazione Nebozizek della funivia, è possibile sostare alla Terrazza Petrin (Petrin terazy), da cui si vede tutta Praha comodamente seduti a un tavolinetto e, se si vuole, ordinando qualcosa al chiosco.
Sopra, in cima alla collina, è la Torre. E, vicino, il Labirinto con la divertente doppia stanza degli specchi deformanti.
Abbiamo visto Praha "dall’alto", in due occasioni diverse. Una sera, seduti a un tavolino della Petrin terazy, e verso mezzogiorno in cima alla Torre. Due spettacoli diversi e unici. Il terrazzo è posto poco oltre la metà della salita della collina di Petrin. Si dà le spalle al tramonto, per cui la sera si può assistere al progressivo affievolirsi della luce e al cambiamento dei colori del paesaggio sottostante. Davanti a noi gli alberi del parco, lo spettacolo di Praha in basso: come una melograna aperta (la citazione di Bufalino è riferita a Modica). A sinistra il Hrad e sv Vita, opalescenti. Sotto, la Vltava che si vede a tratti, tra gli alberi, come una serie di piccoli laghetti illuminati dalle luci della città. Il ponte Karluv, il ponte Legij, il Teatro Nazionale con la gran massa dell’edificio semiscuro. E poi, oltre, il resto della città con poche luci, le grandi masse degli edifici principali a costituire i punti di riferimento, le masse dei parchi. .
Dalla Torre (Rozhledna) in cima alla collina, è possibile ammirare il paesaggio più vasto. Le due piattaformi della torre permettono di dare uno sguardo a 360 gradi non solo sulla città vecchia, ma anche verso i sobborghi più lontani, le colline di sfondo, la città nuova dietro la collina.
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