Platone antipolitico?

di Pina La Villa - giovedì 6 dicembre 2007 - 4026 letture

Al convegno di Siracusa su Paltone: Eros e polis, del 29-30 novembre e 1 dicembre, M. Erler (università di Wuerzburg), ha parlato di “Platone: Polis e Parusia"

Per molti studiosi, che si basano su quanto detto da Platone nell’apologia nella repubblica e nella settima lettera, Platone è un ostinato antipolitico. Erler avanza forti dubbi. Incontriamo sempre nell’agorà il Socrate platonico la sua riflessione è tutta una ricerca di ordine finalizzata a migliorare non le istituzioni ma gli uomini che vi hanno a che fare in greco infatti polis non designa l’amministrazione o il governo di un territorio, ma indica un insieme di individui. La cura dell’anima, di cui Platone si occupa, è autentica politica. La stessa fondazione dell’Accademia è finalizzata al perfezionamento della società e della polis. Il resto dell’argomentazione di Eller riguarda il concetto di parusia, che Platone sviluppa attraverso la vicenda e le parole di Socrate. Il concetto di parusia è diventato di interesse per gli studiosi di Platone a partire da una lezione di Foucault agli inizi degli anni ottanta. La parusia (franchezza, dire la verità) serve non solo a verificare una tesi ma a mettere alla prova una persona.

Nel Gorgia la nozione di Parusia passa dal discorso politico a quello filosofico. Socrate ritiene che lui è il vero politico ad Atene. Gli stessi termini di retorica, pudore, benevolenza, dai Sofisti a Socrate si trasformano. La retorica diventa, nell’Apologia, purificazione terapeutica. Nella Repubblica Socrate afferma che “nessun uomo deve essere onorato più che la verità”. Le contraddizioni del discorso nascono dall’assenza di franchezza e coerenza. Solo Socrate, nei vari dialoghi, si comporta da vero paresiasta.

Ma è Diotima che, a partire dal Simposio, gli ha insegnato la massima della franchezza nel parlare che lui assumerà nei successivi dialoghi. Gli insegna lo stesso “elenchos”, la tecnica del dialogo,con qualche scetticismo: “Tu cerca di seguirmi, se sei capace”. Diotima indugia a spiegare, e lo fa anche Socrate. Infatti a volte nel dialogo socratico, si rende necessario un elenchos umiliante, se l’interlocutore è particolarmente refrattario. Base della parusia è l’uguaglianza di fronte alla legge, la parusia è l’elemento essenziale di ogni discorso pubblico, necessaria anche nella vera amicizia , che infatti è un rapporto fra eguali. Paresia come virtù nei rapporti tra insegnanti e allievi , poiché il discorso filosofico è inteso come terapia e finalizzato alla formazione della forza del carattere. Tuttavia Socrate finge, si lamenta Trasimaco a proposito dell’ironia socratica. In realtà Socrate, più che mentire, non dice, come emerge da molti dialoghi in cui è chiaro come lui sappia molto di più sulle varie questioni di quanto non dica Teme infatti il fraintendimento, soprattutto nei dialoghi coi giovani, ma nei dialoghi coi suoi amici esercita la più perfetta parusia. Parusia: alla base della comunicazione diretta. Occorre parlar chiaro, il pericolo sta nella valutazione del momento opportuno. La Parusia diventa in Socrate-Platone parte della sua pedagogia e della sua erotica filosofica. Anche gli epicurei fanno della parusia un principio importante e distinguono tra gli ascoltatori. A proposito dell’elenchos umiliante e della franchezza fra allievo e insegnante gli epicurei dicono che il buon allievo accetterà le dure critiche, perché alla base dell’insegnamento filosofico c’è un’incondizionata franchezza. Per questo gli epicurei rifiutano l’ironia socratica. Negli epicurei viene esplicitato, più che in Socrate-Platone, la vicinanza del concetto di parusia con quello di democrazia.


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