Peter Mair “Governare il Vuoto” (Rubettino)

Come muoiono le democrazie
Il saggio del Professore irlandese Peter Mair, che ha insegnato anche in Italia, sembra l’ideale continuazione del celeberrimo libro del filosofo francese Jean-François Revel “Comment Les Democraties Finissent” (trad. in italiano: “Come Le Democrazie Muoiono”) pubblicato nel 1983. Il background è identico, ossia la decennale crisi che attanaglia in Europa l’istituto della democrazia. Si tratta di un circolo vizioso: le democrazie muoiono perché lo strumento principe della democrazia – i partiti – sono in fase di rapido declino e, pertanto, scomparendo la capacità dei partiti di governare i complessi processi sociali ed economici in realtà si finisce per governare il vuoto.
Certamente redigere una recensione di un libro così complesso non è azione facile. Tutt’altro. In poco più di 150 pagine l’autore, purtroppo scomparso nel 2011, pone questioni ed interrogativi giganteschi quasi da perdersi e piuttosto arditi al fine di sviluppare una sintesi completa.
I partiti politici sono ancora operativi, ma hanno un grosso limite: sono essenzialmente sconnessi dalla realtà. Questo perché la forma partito ha cambiato dinamica in maniera profonda e definitiva. Da partiti di massa si sono trasformati in strutture di amministrazione tecnica del potere. Ciò fa dire all’autore a pagina 5 “non sono più capaci di portare avanti il progetto democratico”. Se non sono più in grado di essere i play-makers della democrazia chi si occupa di governare?
Ed è qui che scatta IL VUOTO, e per varie ragioni:
a) Si è verificato un violento allontanamento dei partiti dalla società;
b) Allontanamento che ha avuto come risultato immediato un’emorragia di iscritti e di simpatizzanti. Iscritti e simpatizzanti che fungevano da cerniera fra la politica e la società;
c) L’Allontanamento ha avuto un’altra conseguenza pesante. Il declino sempre più evidente della partecipazione popolare in riferimento alle elezioni. A tal proposito il Professore Mair riporta della tabelle piuttosto interessanti al riguardo.
Pertanto, c’è già una prima forma di VUOTO: IL VUOTO che intercorre fra i partiti e la società. Il legame si è spezzato. In maniera definitiva? Credo di si…
Poi sono occorsi altri fenomeni che hanno aumentato IL VUOTO.
Il primo fenomeno è che all’arretramento dei partiti è corrisposto un’avanzata straordinaria delle c.d. “elites” che di fatto hanno occupato quei spazi che erano prima di pertinenza dei partiti e di altri corpi intermedi come movimenti sociali, sindacati ed organizzazioni di rappresentanza di categoria. Le elites in breve si sono comprate la democrazia e la utilizzano come un taxi. Conformano, cioè, le istituzioni democratiche (ma lo sono ancora? – nda) ai loro interessi.
Inoltre, sempre più spesso l’ “ars gubernandi” è di pertinenza dei c.d. “tecnici”. Persone qualificate che non sono state elette e che pur tuttavia governano determinando l’avvenire di comunità locali, nazionali ed internazionali. Basta vedere nei comuni dove le delibere dirigenziali (cioè di tecnici) hanno definitivamente messo in pensione le delibere assessoriali (ossia di persone rappresentanti i partiti politici e, quindi, il popolo). Con i tecnici la politica e i partiti politici scompaiono.
Infine, ci sono le c.d. “organizzazioni internazionali” come l’Unione Europea. Questi organismi internazionali rappresentano sì gli interessi del popolo e della gente, ma solo formalmente in quanto non sono elettive. Ad esempio, nell’Unione Europea l’unico organismo elettivo è il Parlamento Europeo. Mentre la Commissione e il Consiglio sono appannaggio degli interessi nazionali e delle lobby (o elites).
Di conseguenza, elites, tecnici ed organizzazioni internazionali hanno contribuito a ridurre la politica a semplice atto tecnico. Una politica non viepiù concepita quale feedback fra la base – noi cittadini elettori – e i partiti.
E la cosa assurda è che il sistema “non è democratico senza essere anti-democratico”. Avete capito il dramma delle nostre povere democrazie occidentali? In apparenza tutto è democratico perché c’è un rispetto formale dei principi della democrazia. Non è così in realtà. Poiché il background delle democrazie appare lo sbocco di dinamiche che di democratico non hanno nulla.
Da qui, GOVERNARE IL VUOTO. Con conseguente avanzata di movimenti populisti e “cesaristi” di stampo gramsciano. Peccato davvero che il Professore Mair sia morto anzitempo poiché i suoi successivi saggi avrebbero apportato un ulteriore livello di riflessione e analisi su un grande malato chiamato democrazia.
LINK UTILI:
https://en.wikipedia.org/wiki/Peter_Mair
http://www.rubbettinoeditore.it/
CREDITI ICONOGRAFICI: La foto della copertina ci è stata fornita dalla casa editrice.
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