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Persone: Oliviero Toscani, fotografo e pubblicitario

Aveva 82 anni ed è stato uno dei più conosciuti fotografi italiani, noto per le pubblicità di Benetton e per le sue collaborazioni con varie riviste di moda

di Redazione - lunedì 13 gennaio 2025 - 457 letture

È morto a 82 anni il fotografo Oliviero Toscani, tra i più famosi in Italia per le sue frequenti collaborazioni con giornali e riviste di moda e per le molte campagne pubblicitarie di brand come Chanel, Fiorucci, Prenatal e soprattutto Benetton. Per l’azienda di abbigliamento veneta realizzò alcune delle pubblicità più note e discusse degli anni Novanta, come quella con il bacio tra un prete e una suora oppure quelle con bambini e persone di etnie diverse.

Per diversi decenni Toscani fu molto famoso e in vista, per come fecero discutere alcune sue campagne – a partire da quella del 1973 con un sedere e la scritta “Chi mi ama mi segua”, realizzata per il marchio Jesus Jeans – e poi anche per le sue frequenti apparizioni televisive e per i suoi interventi sui giornali. Da due anni a Toscani era stata diagnosticata l’amiloidosi, una rara malattia neurodegenerativa, e venerdì mattina era stato ricoverato all’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, per l’aggravarsi delle sue condizioni.

Toscani era nato a Milano il 28 febbraio del 1942: suo padre, Fedele Toscani, lavorò per molti anni come fotoreporter per il Corriere della Sera, il giornale su cui Oliviero pubblicò la sua prima foto quando aveva 16 anni. Dopo la laurea in editoria e grafica all’Università delle Arti di Zurigo, negli anni Settanta cominciò a collaborare con riviste italiane e internazionali, come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern e Liberation e a scattare foto per le campagne pubblicitarie di diverse case di moda, tra cui Valentino e Chanel.

Nel libro Moriremo eleganti. Conversazione con Luca Sommi, Toscani ha raccontato che realizzò la sua prima campagna pubblicitaria per l’azienda produttrice di gelati Algida, negli anni Settanta. A partire dal 1982 cominciò a lavorare sull’identità del marchio di moda Benetton. In quegli anni Toscani ebbe l’intuizione di inserire all’interno delle campagne pubblicitarie elementi di denuncia sociale, toccando temi come l’antirazzismo, la contrarietà alla pena di morte e l’attivismo contro l’AIDS. Questa strategia, riassunta dal famoso slogan pubblicitario “United Colors of Benetton”, diede all’azienda una grande notorietà internazionale.

Durante il suo periodo in Benetton, Toscani espanse le attività del gruppo anche ad altri ambiti, come per esempio l’editoria: lo fece soprattutto attraverso la fondazione di Colors, una rivista trimestrale focalizzata sull’immagine che fu pubblicata tra il 1991 e il 2014. Nel 1994 contribuì a fondare Fabrica, un centro di ricerca finanziato da Benetton e dedicato alla comunicazione. In quel decennio Toscani cominciò anche a dedicarsi all’attività accademica, tenendo corsi sulla comunicazione in varie università, fra cui l’Accademia di architettura di Mendrisio, in Svizzera.

Dopo il 2000, quando concluse la collaborazione con Benetton, Toscani curò campagne pubblicitarie di altre aziende e collaborò con vari enti pubblici e organizzazioni non profit, tra cui il ministero dell’Ambiente, la Regione Calabria e la Fondazione Umberto Veronesi. Tornò a lavorare in Benetton tra il 2018 e il 2020, assumendo nuovamente il ruolo di direttore di Fabrica: la collaborazione fu interrotta dopo un discusso commento di Toscani sul crollo del ponte Morandi di Genova, che il 14 agosto 2018 causò la morte di 43 persone.

Fonte: Il Post.



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