Per fortuna che c’è il Riccardo…

Due esemplari episodi di questa povera italietta

di Adriano Todaro - mercoledì 4 marzo 2015 - 2443 letture

Attraversiamo momenti brutti. Pensate un po’ che anche il Passerotto Inquisito sta facendosi un partito e che il Pierluigi ha scoperto, improvvisamente, mentre era a Bettola nel bar della cooperativa, che l’Italicum e il Jobs Act sono due schifezze. Lui, ha dichiarato, non li voterà perché incostituzionali. Bravo! Quando si dice la coerenza. Solo queste due sono schifezze anticostituzionali, caro Pier Luigi? E tutte le porcherie che hai votato sino ad ora, cos’erano, fiorellini profumati?

Ma non è di questo che vi volevo parlare quanto piuttosto dei signori Bruno Ceccuzzi e Pietro Ciucci. Non sapete chi siano? Niente paura ci sono qua io per informarvi e per non farvi restare nell’ignoranza più assoluta. Dunque, cominciamo dal signor Bruno che è un imprenditore, titolare di gioiellerie a Busto Arsizio, Como e Varese. Insomma è uno messo bene.

Una mattina si presenta in uno dei suoi negozi, il primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi che di nome fa Riccardo. Immaginiamo il signor Bruno felicissimo di poter servire cotanto personaggio: pensa un po’, avrà detto dentro di lui, quando lo racconterò stasera a mia moglie e domani sera agli amici del Bar Sport. Riccardo è uomo di mondo anche se non ha fatto il militare a Cuneo e subito va sul sicuro. Sceglie un orologio e dei gioielli. Al momento di pagare, secondo quanto dichiarato dal gioielliere, Riccardo non paga, dice che i soldi li invierà con un bonifico.

Malgrado Riccardo non sia un cliente abituale dell’orefice Ceccuzzi, problemi non ne sorgono. Orologio e gioielli “glieli abbiamo consegnati sulla fiducia – afferma il gioielliere – convinti che un personaggio così noto li avrebbe pagati in tempi brevi”. Noto soprattutto nei tribunali ma il Ceccuzzi non bada a queste piccolezze.

Passano i mesi e i soldi non arrivano e così il gioielliere sporge una denuncia alla polizia di Varese. “Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così – ha aggiunto – adesso spero che qualcuno intervenga e paghi il debito”. Occhio ragazzi, che magari va a finire che il debito lo dobbiamo pagare noi.

Debbo dire che questo Riccardo mi sta simpatico e sono dalla sua parte. Ceccuzzi si è fidato? Beh! Peggio per lui. Se andavo io ad acquistare un orologio, mica me lo dava senza soldi. E poi il plurinegoziante potrebbe sempre rivolgersi al Bobo, il suonatore di piffero che governa, diciamo così, la Lombardia. Una sua proposta è quella di finanziare chi è rimasto vittima, indagato o condannato per essersi difeso da solo da tentativi di rapina o di aggressione da parte dei predatori. E il Riccardo, in questo caso, è il predatore. Certo, non raggiungerà mai le vette dell’intellettuale di famiglia, il laureato albanese Renzo, ma è sulla buona strada. Pensate che Renzo, a suo tempo, aveva presentato ben due progetti di legge, uno sull’obbligo di esporre il “Crocefisso negli edifici e nei locali degli immobili regionali” (tutti gli immobili) e un altro per la “Promozione, riconoscimento e sviluppo delle confraternite enogastronomiche”. Non solo. Ma è stato relatore, pensate un po’, di un progetto di legge sull’educazione alla legalità nelle scuole. Il Trota che parla di legalità! Comunque, come cantava Gaber, “per fortuna che c’è il Riccardo…”.

L’altro, Pietro, è invece nome molto noto. E’ presidente, amministratore e direttore generale dell’Anas. Mi domando sempre come fanno certi personaggi a fare così tante cose assieme. Il tempo però passa anche per loro e arrivato a 65 anni, il nostro Pietro decide di andare in pensione senza neppure vedere il completamente della Salerno-Reggio Calabria perché sennò in pensione non ci sarebbe andato più. E così una mattina prende carta e penna e scrive le proprie dimissioni da direttore generale. La lettera è indirizzata a Pietro Ciucci, lui medesimo come direbbe Totò. Il quale presidente e amministratore Pietro Ciucci le valuta e concede a Pietro Ciucci, direttore generale, di starsene a casa con una buonuscita di 1 milione 825.745 euro. Più 53 centesimi, tanto per fare le cose per bene.

Lo sdoppiamento della personalità, ci dicono gli studiosi, “è un disturbo dissociativo di gravità variabile, caratterizzato dall’esistenza nella stessa persona di due personalità distinte, ognuna con caratteristiche proprie più o meno sviluppate... Alternativamente e per periodi di tempo variabili, ciascuna personalità può assumere il controllo del comportamento dell’individuo e interagire con l’ambiente. La consapevolezza dell’altra struttura spesso è presente, ma può anche mancare”.

Pietro ha interagito perfettamente con l’ambiente Anas tanto che un giorno è direttore generale, un altro giorno è presidente e amministratore. Salta da una poltrona all’altra, da un ufficio all’altro e quando, la sera, arriva a casa è uno straccio. La moglie premurosa gli domanda: “Caro oggi cosa hai fatto, il presidente?”. Ma va! Risponde piccato il Pietro. “Oggi ho fatto sempre il direttore generale. Meno male che vado in pensione perché non ce la faccio più”. Ma domani, interviene la moglie, cosa fai? Il presidente o l’amministratore delegato? Pietro la guarda in tralice, si toglie gli occhiali, si frega gli occhi e poi risponde: “Domani è un altro giorno… Non so cosa sarò domani… Ho la personalità che si sdoppia, anzi è una personalità tridimensionale”.

C’è una morale in queste vicende? No, non c’è. Piuttosto mi viene in mente un detto popolare che così recita: “Chi va collo zoppo, impara a zoppicare”. E chi va con Riccardo? Impara a… L’avete detto voi, io non ho detto e non ho scritto nulla. E chi va con Pietro Ciucci? Impara a…

Siete proprio distorti. Probabilmente soffrite anche voi di “un disturbo dissociativo di gravità variabile”. E in più, essendo dei pezzenti, non avete neppure la lauta buonuscita da più di 1 milione e 53 centesimi.


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