Pensieri sui marciapiedi
Gli amministratori sono lontani e poi non camminano a piedi. Anche se l’incontrassi, con tutta sincerità, non li riconoscerei, ma non sono il solo...
Non sempre ma spesso cammino lungo le strade di confine tra Carlentini e Lentini. Nel mio vagare con passo lento guardo, osservo, scruto quello che cambia, quello che degrada, quello che non si muove sempre fermo, immobile e calante. Solo le macchine si muovono rumorose e veloci. Anche qualche motorino e bici con il motore.
In questo andare ogni tanto s’incontrano delle persone che con le mascherine è difficile riconoscere. L’altro giorno mi sono dovuto scusare con una persona che non avevo riconosciuto. Entrambi eravamo ben mascherati e lenti nell’avanzare verso casa. Un tratto in salita, per fortuna breve, che abbiamo percorso discutendo di salute e dei figli lontani. Altre discussioni in questo periodo sono difficili fare per la brevità del tempo per i racconti. Qualsiasi racconto ha bisogno di tempo, per le pause e per l’ascolto. Senza ascolto reciproco non ci può essere dialogo e confronto.
L’altro giorno durante la mia solita passeggiata mi ha fermato un signore che da molto tempo non vedevo. Ci siamo salutati e ci siamo messi a parlare quando tutto ad un tratto se ne uscito con una domanda che mi ha lasciato di stucco. Mi sa dire l’urbanista che ha inventato i marciapiedi. Il motivo? E’ semplice in quanto guardando la loro utilizzazione è stata un’invenzione non utile. Da noi, ho risposto, ma non nei centri dove il decoro urbano viene curato e il pedone viene rispettato. I primi marciapiedi, deve sapere, per motivi igienici e per camminare sono stati realizzati a Londra nel 1762 e in alcune città francesi. Anche da noi i nostri bravi urbanisti dell’epoca li hanno messi sulla carta, designati e realizzati inizialmente nei centri storici. Ma col passare del tempo nelle città senza ordine sono stati trasformate in luoghi di depositi e vendita di merci. Uno spettacolo indecoroso che priva il pedone di camminare in tutta serenità e d’evitarle lo slalom sopra e sotto il marciapiedi.
- Lentini - via Etnea - marciapiedi
Sopra, sotto, di lato a destra e a manca, sempre con gli occhi aperti e tanta serenità. Mai incazzarsi o imprecare perché nessuno sente. Gli amministratori sono lontani e poi non camminano a piedi. Anche se l’incontrassi, con tutta sincerità, non li riconoscerei, ma non sono il solo.
Però conosco i sindaci dei due comuni sempre sui social e sui giornali per darci notizie sull’epidemia, sui rifiuti e sulla sanità. Sulle condizioni dell’ospedale e del distretto territoriale debbo riconoscere che sono informatissimi più dei rifiuti. Materia ostica e rischiosa.
Sull’ospedale però sanno tutto. Sanno che da anni manca un direttore sanitario come si deve e che dall’inizio dell’epidemia è stato nominato un dottore in pensione con un compenso stratosferico che umilia qualsiasi primario di reparto. Conoscono i bisogni del distretto e dintorni. E sanno anche come vanno le vaccinazioni e se ci sono lunghe file. Meglio sapere che non sapere ma dei marciapiedi, caro signore, non saprei cosa dirle. Non vedono.
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