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Pagine di Pietra: percorso di parole, suoni, luci e sapori

Le Cucine dei Benedettini diventano il palcoscenico della furia della lava e dell’ingegnosità umana.

di Serena Maiorana - mercoledì 12 maggio 2010 - 2501 letture

Visitare un luogo somiglia spesso al sentirsi raccontare una storia, e a volte anche più di una. Edifici, piazze, città e monumenti che lasciandosi percorrere si raccontano, testimoni di cronache, fiabe e legende scolpite sulle loro pareti come su “pagine di pietra”.

E allora perché non ampliare il racconto, perché non renderlo ancora più fruibile raccontando ancora quella storia e reinterpretandola, in un luogo e per quel luogo.

Questo l’obiettivo del lavoro di Officine Culturali, la neonata associazione che dal febbraio 2010 ha il compito di “rendere accessibile, visitabile e comprensibile il Monastero dei Benedettini di Catania (sede della Facoltà di Lettere e Filosofia) nel migliore dei modi e al maggior numero di persone ”.

Questo inoltre (e di conseguenza) l’obiettivo di Pagine di Pietra(venerdì 7 maggio, a partire dall 19:00), serata organizzata proprio da Officine Culturali con La.mu.s.a. (laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva della facoltà) e la Lega Ibiscus Onlus, che dal 1987 “si occupa della cura e dell’assistenza sociale e psicologica dei bambini affetti da forme di leucemia e tumore nonché della cura globale delle famiglie coinvolte”.

Ma se il Monastero dei Benedettini ha molte storie da raccontare, non si poteva che cominciare dalla sua pancia, che ancora raccoglie, come in una ferita rimasta aperta, un freddo strato di quella che fu l’incandescente lava che nel 1669 sconquassò e ingoiò parte della città e della vita dei suoi abitanti.

Tra le pietre nude delle vecchie cucine benedettine, anfratto buio e labirintico, le interpretazioni di Pamela Toscano, Salvo Piro, Evelyn Famà, Manuela Ventura, e Franz Cantalupo hanno messo in scena storie di distruzione e paura, ma anche di ricostruzione e coraggio, in un percorso itinerante fatto di luci fioche alla riscoperta di un patrimonio e del controverso rapporto tra la città e il “suo” vulcano.

Ad arricchire l’iniziativa inoltre la partecipazione del cantastorie Luigi Di pino, le immagini dell’archivio Luce, le degustazioni a cura di Vico San Barnabà e, in fine, la musica dal vivo dei Giant Soda, fino alla mezzanotte nella splendida cornice del Giardino dei Novizi del monastero, per un’interessante percorso di parole, suoni, luci e sapori alla riscoperta di un patrimonio.


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