Pagamenti

A Unict le EP -"Elevate Professionalità"- raggiungono tutte il massimo dei risultati (è verosimile?) e ricevono tutte 14.000 € (in più) "di posizione".
Pubblico un testo del Coordinamento Unico di Ateneo (CUdA) di Unict relativo a una decisione del Direttore Generale facente funzione.
In allegato al testo il pdf del documento qui discusso.
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Alcune settimane fa abbiamo avuto modo di incontrare un gruppo di contrattisti dell’Ateneo di Catania. Ci hanno raccontato, tra le altre cose, che il pagamento dei contratti d’insegnamento – spesso per materie di base e fondamentali, nei primi anni dei corsi, con carichi di lavoro pesantissimi – da noi avvengono con una lentezza siderale. Mesi e mesi, spesso anche un anno, per ottenere il pagamento di quella che è francamente una miseria che non ci fa onore: 25 euro lordi l’ora; per un corso di 42 ore – ad esempio – un contrattista percepisce 1.050 euro lordi (perché a quella cifra, da ciò che ci è stato spiegato, vanno tolti gli oneri a carico dell’amministrazione, non meno del 35% complessivo). 700 euro circa non solo per le oltre 40 ore di lezione, ma per esami, ricevimento, a volte anche per l’assistenza tesi: tutto ciò che è, insomma, connesso e dovuto a un insegnamento universitario in tutto il mondo. Questa situazione, su cui abbiamo più volte richiamato l’attenzione in questi anni, è certo figlia di una politica nazionale cieca e che ha scaricato sui giovani ricercatori la follia di tagli indiscriminati. A questo si aggiungono le ristrettezze di bilancio, frutto di politiche più o meno oculate dei singoli Atenei.
Come studiose e studiosi, docenti e ricercatori, oltre che come cittadine e cittadini, chiediamo dunque all’Ateneo di Catania, ai suoi Organi Istituzionali, al Rettore ed al Direttore Generale, di volere stabilire procedure celeri e certe per il pagamento dei contratti di insegnamento e tutorato e delle prestazioni occasionali a vario titolo fornite al nostro Ateneo, spesso da giovani ricercatori che anche su quelle poche economie basano le possibilità di continuare forme di ricerca e collaborazione scientifica. Chiediamo altresì che si voglia riconsiderare il costo per CFU dei pagamenti dei contratti, anche agendo sulla defiscalizzazione degli oneri a carico dell’amministrazione, oltre che su un doveroso innalzamento dei compensi orari. Con poco si può dare un importante segnale, sulla strada di quella “Comunità della scienza e della conoscenza” che l’attuale amministrazione dell’Università di Catania intende promuovere e rilanciare. In questo quadro, infine, ci appare importante che si risolva anche il tema dell’adeguamento della retribuzione degli RtdB.
Il nostro documento si sarebbe concluso così, e avremmo preferito che così si concludesse, se non avessimo avuto evidenza e notizia di un altro e recente pagamento del nostro Ateneo che ha destato e desta le perplessità e le domande di molti docenti e non solo di questi.
In data 20 dicembre 2019, a pochi giorni dalla decadenza del suo vicariato nelle funzioni di Direttore Generale, il dr. Giuseppe Caruso ha infatti emanato un Decreto (n. 4045, prot. 357557 del 20/12/19). In tale decreto si determina il pagamento delle retribuzioni di posizione di 34 EP (funzionari ad Elevata Professionalità) dell’Ateneo.
Alla determina del 20 dicembre è seguito, a breve giro di posta, in poche settimane, il pagamento delle stesse retribuzioni. Non parliamo di pochi denari: 14.000 euro per ogni EP. Il totale è dunque di circa mezzo milione di euro (476.000 euro, se la matematica non è un’opinione), cui potrebbero aggiungersi oneri derivanti da arretrati di tale retribuzione.
Che i nostri impiegati abbiano riconosciuti i pagamenti relativi alla retribuzione di posizione è cosa buona e giusta. Ma davvero non capiamo molti, forse troppi aspetti di questa determina (che ciascuno potrà leggere in allegato a questo nostro documento). Elenchiamoli:
1) La somma di 14.000 euro costituisce il tetto massimo della retribuzione di posizione per EP ai sensi degli accordi e delle disposizioni nazionali (in realtà il tetto era di 12.900 euro, poi elevati da una revisione del Contratto Nazionale che non poteva sfuggire). Da un’analisi di tali retribuzioni di EP in altri Atenei - Atenei anche ben meglio posizionati e finanziariamente più solidi del nostro - la prima fascia di EP (sono divisi in fasce, in genere tre o quattro, da noi solo due e tutti gli interessati sono appartenenti alla prima fascia…) ha retribuzioni annuali oscillanti (dal minimo contrattuale di 3.099 euro fino al massimo) e sempre o quasi inferiori ai 10.000 euro. Da noi tutti hanno raggiunto il massimo! Tutti! Tutte e tutti eccezionali, dunque, alla luce della valutazione che sembra essere stata condotta a termine e che ha dato l’esito descritto. A tale esito si giunge citando il processo della performance: il DG facente funzioni infatti adegua retroattivamente le indennità di posizione e, in conseguenza, le retribuzioni di risultato (che sono il 30% della indennità di posizione). Siamo dunque, pare di poter dire con orgoglio e sicurezza scientifica, un Ateneo eccezionale se non unico, almeno sul piano della performance amministrativa!
2) Peccato però che l’adeguamento, a quel che ci risulta, poteva avvenire solo dopo la stipula del contratto integrativo e solo nel caso in cui lo stesso avesse previsto tale innalzamento. Guardando infatti le procedure attivate da altri atenei per tale forma di pagamento, vediamo che si opera sempre a partire da un accordo siglato con le associazioni sindacali, le quali nel documento richiamato vengono semplicemente “sentite”. La ragione di un accordo formalmente siglato con le rappresentanze di categoria è ovvio: attingendo da un’unica voce di bilancio dedicata a tutto il personale, se do 100 a qualcuno tolgo qualcosa a qualcun altro. Se tanto continua a dare tanto, anche nelle nostre estreme contrade. O no? È vero o no, dunque, che tali procedure non sarebbero automatiche? E poi, è naturale chiedersi: ha un DG facente funzioni pieno titolo per operare tali scelte?
3) Ci pare infatti che altrove tali determine siano figlie anche – almeno – di un passaggio politico, ovvero di una legittimazione degli organi Accademici, Consiglio d’Amministrazione in primis. E questo, al netto di ciò che si fa altrove (e che pure conta, se vogliamo contare a livello nazionale), sarebbe stato ancor più sensato a UNICT, dato che il pagamento corrisponde temporalmente ed esattamente al momento in cui si dichiarava il drammatico sforamento del tetto stipendiale dell’80% nel bilancio dell’Ateneo. Non ci risulta che il CDA e il Rettore siano stati coinvolti (dalle carte di certo non appare) in questa determina, che non ha – a nostro modesto parere – semplice carattere “tecnico” (e qui poniamo una domanda, fondamentale, anche su questo chiedendo una risposta formale: siamo in presenza di un provvedimento a contenuto vincolato o discrezionale?). Dunque, potremmo essere in presenza di una scelta politica? Dare a tutti i nostri EP il massimo della retribuzione di posizione! Se così è, date performance e risultati brillanti, la cosa andrebbe promossa dal CDA, e poi anche diffusa alla stampa, locale e nazionale (se non europea, suvvia). Abbiamo l’eccellenza delle eccellenze amministrative e gestionali! Ma che si sappia!
4) Infine: ci pare che tale determina sia interessata da potenziali profili di incompatibilità, che vanno celermente sciolti e compresi.
Qui ci fermiamo, ma si potrebbe continuare.
Chiediamo dunque a Organi d’Ateneo, Rettore e Direttore Generale (che sappiamo essere già interessati e sensibili alla questione), – oltre a una revisione delle procedure di pagamento dei contrattisti e aduna soluzione della questione inerente le retribuzioni degli RtdB prima richiamate – di volere verificare natura e profili della determina in questione, rispondendo alle domande da noi poste ed eventualmente procedendo alla revoca e/o sospensione in autotutela della stessa (in attesa di eventuali, certo oggi complesse ma forse in extrema ratio necessarie, forme di ripetizione delle somme interessate).
Chiediamo anche a Rettore e Direttore di volere esplicitare i meccanismi del ciclo della performance e del connesso regime premiale che interessa DG, dirigenti, EP e qualsiasi altra carica o funzione dell’Ateneo. Poco o nulla ci interessa se in passato si è fatto in un modo, nel bene o nel male. Lo diciamo da anni. Ciascuno si assuma le sue responsabilità.
Inviamo tale nota, per conoscenza, insieme alla determina in oggetto, oltre che al Rettore e al Direttore Generale, al Delegato alla Trasparenza dell’Ateneo, ai Revisori dei Conti ed alla Corte dei Conti.
CUdA, 7 febbraio 2020
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