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Ognuno di noi ha un Angelo il mio si chiama Mercurzio

Alla fine non glielo detto che anch’io sono un Angelo (il tuo) e che mi chiamo Mercurzio. Gli ho dato un falso nome Mauro Orlando.

di Enzo Maddaloni - mercoledì 21 gennaio 2009 - 4047 letture

L’altra sera stavo in treno da Milano a Desenzano. Il famigerato treno delle “0,30″. Un crogiuolo di tutte le problematiche umane e sociali dopo il periodo fordista e la mondializzazione. Una esperienza allucinata e allucinante di vita futura.

Una Blade runner tragicamente vera e più ricca di fantasia e visioni. Una surreale e drammatizzata discussione tra un giovane angelicamente fuori e un controllore disamorato sul fatto che il giovane si rifiutava di esibire il biglietto giustificandosi con il dichiarare di essere “un angelo” e che poco gli importava delle cose di questo mondo.

Allo sconcerto civile ma professionalmente irremovibile del controllore si era ricreato una certa partecipazione emotiva alla sacra rappresentazione da parte di tutta la carrozza di credenti, non credenti e diversamente credenti.

Alla domanda spazientita ma sarcastica del controllore al ragazzo di esibire le ali per avvalorare le sue dichiarazioni o pretese. Il ragazzo in modo angelico ed aereo ha incominciato a sbattere le braccia in una danza un pò buffa un po patetica come avoler spiccare il volo.

A questo punto il controllore cercava conforto e appoggi e si è rivolto a me come a cercare testimone a suo favore o argomenti da esibire e mi ha chiesto con ironica sicurezza: "Lei signore vede per caso della ali sulle spalle di questo ragazzo?”

Ed io senza minimamente esitare e con ostentata tranquillità ho risposto: "Certo che le vedo e sono bellissime!"

Sai Nanos alla fine non glielo detto, che anch’io sono un Angelo (il tuo) e che mi chiamo Mercurzio gli ho dato un falso nome Mauro Orlando.


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