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Non è un Paese per Vecchi

Un film di Joel ed Ethan Coen. Con Javier Bardem, Tommy Lee Jones, Woody Harrelson, Kelly MacDonald, e Josh Brolin.

di Antonio Cavallaro - venerdì 29 febbraio 2008 - 5994 letture

Texas 1980, Llewelyn Moss trova nel deserto il teatro di un massacro, ma oltre a cani e uomini morti c’è anche un carico di droga ed una valigia con due milioni di dollari: naturalmente il problema è che fare dei soldi? La decisione di Llewelyn darà inizio a qualcosa che non si può fermare... incarnatasi in un killer feroce e misterioso che lascia dietro di se una scia di sangue, qualcosa che anche lo sceriffo locale sa di non poter arrestare.

Dopo due film più che modesti, i fratelli Coen tornano con un’opera prepotente e magnifica, forse la punta di diamante di una carriera che li ha sempre visti raggiungere, almeno nelle prove migliori, livelli altissimi. Ispirandosi all’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, senza tradire le atmosfere d’origine, i fratelli Coen rielaborano la storia adattandola al loro originalissimo stile, conferendole una straordinaria forza cinematografica.

Un cinema, un film elementale e rarefatto, a parte l’iniziale voce off che introduce alla storia, tutto quello che accade in “Non è un paese per Vecchi” avviene nel quadro ripreso dalla mdp. Viene sottratta anche la musica, a fare da colonna sonora sono i silenzi che si impongono fra l’angoscia, assordanti come gli spari delle armi da fuoco o come quelli ad aria compressa provenienti dal particolare fucile del killer. I pochi oggetti filmici, attraverso una regia che la tensione narrativa rende vertiginosa, conquistano la scena e per una volta convincono i Coen a rinunciare persino a quei giochi di ripresa che sono diventati un loro marchio di fabbrica. Anzi il rigore volutamente impostosi, come la scelta di procedere attraverso progressive omissioni, contribuisce a mettere misura e omogeneità nell’inesorabilità ed esagerazione della storia.

Nelle due ore di “Non è un Paese per Vecchi” la violenza impera, è la forza centrifuga che attraversa la storia e coinvolge i protagonisti, mai gratuita è funzionale al lavoro dei Coen, che contrappongono alla follia la figura del tutto umana dello sceriffo. E dalla precisa volontà di non voler rincorrere nessun equilibrio tra questi due elementi, scaturisce l’impronta pessimistica ma altamente morale del film. Il nuovo spirito dei tempi, quel qualcosa che sta arrivando e non si può fermare si abbatte su un paese e su un modo d’essere umani destinati a perdere, l’analisi finale dello sceriffo è ferocemente lucida e conscia di una sconfitta che è storica e senza possibilità di rivincita.

Per i vecchi, epigoni di modelli ormai inesistenti, il presente prossimo e futuro del paese è inaccessibile, a differenza dei giovani che fuggono da qualsiasi comprensione e ciecamente offrono il loro supporto in cambio di facili guadagni. La rimozione, la non-giustificazione, il caos domina e per assurdo diviene arbitro della società, la plausibilità di lasciar vivere o morire è affidata alla sorte di una moneta.

Notevole è la prova di tutto il cast, ma non si capisce perché il personaggio interpretato da Javier Bardem non possa essere considerato il legittimo protagonista. Inaccessibile e misterioso, il personaggio del killer è una figura trascendentale che racchiude in se qualcosa del motociclista mercenario di “Arizona Junior” e il maniaco omicida di “Burton Fink”. Splendida la fotografia di Roger Deakins e il lavoro di montaggio effettuato dagli stessi Coen sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes.


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Non è un Paese per Vecchi
2 marzo 2008, di : flora

Condivido pienamente ciò che afferma Cavallaro sul film in questione. Ma mi dispiace moltissimo che la storia sia così negativa.
Non è un Paese per Vecchi
15 luglio 2009, di : Matteo

Pienamente concorde. Anche se a mio parere il miglior film dei Coen rimane "Fargo". La forza di quest’opera è innegabile, la negatività dei personaggi è conforme alla storia. L’impotenza dello sceriffo Bell, la continua fuga di Moss e la fredda efficenza di Chigurh fanno ben capire che questa è una storia di morte annunciata.