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Non chiamatemi MaZinga

A un certo punto qualcuno chiamò "MaZinga" il tentativo di incorporare Di Maio e Zigaretti, M5S e PD, per formare un nuovo organismo geneticamente modificato, un ippocervo chiamato Conte bis...

di Sergej - giovedì 5 settembre 2019 - 2328 letture

1.

Leggiamo su un articolo riassuntivo di Antonella Piperno (AGI).

"MaZinga: trattasi della crasi (tra di Maio e Zingaretti) con cui viene identificato il nuovo governo giallorosso. Il riferimento è al "Grande Mazinga’ il robot del cartone animato giapponese anni Settanta dotato di armi letali come "i pugni rotanti" i "tuoni dirompenti" e, sperando che non sia un presagio politico, "il grande boomerang". Curioso il fatto che Mazinga sia stato usato mesi fa per un video promozionale della Lega, protagonista Salvini con le sembianze del super robot." [1]

2.

C’è un problema con la “generazione Mazinga”. Per i più distratti, la “generazione Mazinga” è quella sfornata generazionale che è cresciuta vedendo i manga giapponesi trasmessi in televisione. Tutto è cominciato in Italia nel con UFO Robot Goldrake [2], Mazinga Z [3], il Grande Mazinga [4], è poi seguito Jeeg Robot d’acciaio [5], Daitarn 3 [6] (la serie dei manga mecha), Dragon Ball [7] ecc_; per proseguire con Anna dai capelli rossi [8], Lady Oscar [9], Heidi [10], Candy Candy [11], Hello Spank [12]; e la serie degli “sportivi” Mila e Shiro [13], Holy e Benji [14] ecc_ ecc_. Ogni stagione ha determinato una ondata generazionale specifica che è stata indelebilmente marchiata dal manga dominante.

Nicola Zingaretti è nato nel 1965, Matteo Salvini è nato nel 1973, Luigi Di Maio nel 1986. Siamo davanti a tre “generazioni” televisive diverse.

Se Zingaretti può essersi entusiasmato per Le avventure di Penelope Pitstop [15], o per Scoopy Doo dove sei tu [16]; con Salvini siamo già in epoca Mazinga; mentre con Di Maio siamo nei dintorni di Dragon Ball e Sailor Moon [17], forse anche di SpongeBob [18]. Troppo anziano per Peppa Pig [19].

Come fanno a dialogare tra di loro persone abituate a pensarsi all’interno di situazioni esistenziali completamente diverse? Con le serie televisive della fanciullezza di Zingaretti siamo all’interno di una banda composta da personaggi diversi (alcuni decisamente sballati, come i compagnetti di Scoopy Doo), in cui sostanzialmente non esiste un leader, e che deve competere in una gara dai contorni e dal premio misteriosi (Penelope Pipstop). Con le serie dell’infanzia di Di Maio siamo in un universo comico, in cui la tragedia si ferma miracolosamente al limite, e ci si addormenta su un’amaca con il moccio del naso che comincia a scolare fino a gonfiare come un palloncino. Nell’infanzia di Salvini c’è Mazinga e il supereroismo solitario, la potenza di strane armi, l’isolamento di chi - piccolo gruppo - combatte l’ultima battaglia contro il Nemico (indefinito, potentissimo) a suon di sberlone e calcioni.

Scrive Alessandro Paris [20], recensendo L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell:

“La struttura di fondo, secondo Campbell, ad esempio, e che viene sempre ripetuta con protagonisti dai nomi mutati, è quella del ‘viaggio dell’eroe’ che combatte contro il male, incarnato in una figura negativa, e risolve la crisi sociale grazie al rischio della propria vita e coll’aiuto di un mentore, sconfiggendo il male e aggiustando la situazione, quando tutto sembrava perduto [...]. Grandi vecchi mostri onnipotenti, giovani deboli e furbi che li sconfiggono, mostri e draghi, contro valorosi eroi, Davidi contro Golia, Goldrake contro Vega, Mazinga contro Grandi Signori delle Tenebre, Cavalieri Jedi contro il Lato oscuro della Forza, il Popolo contro le Elites, i sovranisti radicati nella terra-sangue contro i globalisti apolidi e sradicati, e bla bla bla. Tutte variazioni di una identica struttura matrice di storie”.

Senza voler scomodare l’epopea di Gilgamesh, da quando la cultura occidentale ha cominciato a sentire sul collo il fiato della decadenza dopo il 1917 con l’arrivo delle giovani truppe statunitensi e la ribellione dell’Impero russo, ha cominciato a rielaborare la linea apocalittica. Il tramonto dell’Occidente di Splenger (pubblicato nel 1918) giù giù fino ai vari tentativi di “risposta” ideologiche del Novecento (nuove guerre comprese). Il superomismo nicciano è l’ultima risorsa di chi vede imponente il mondo attorno a lui crollare, più che manifestazione di potenza è canto stonato di cigno. Se poi si accompagna a un rutto sonoro… beh allora si va oltre il copione della storia, si entra nella sceneggiatura della politica-spettacolo.

(Il titolo di questo post lo devo a MSR, che qui ringrazio).

[1] Ma vedi anche Il Giornale.

[2] Atlas UFO Robot, è un anime televisivo di genere mecha prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977 e basato sull’omonimo manga di Gō Nagai. In Italia la serie fu trasmessa per la prima volta alle 18:45 del 4 aprile 1978 sulla Rete 2 (vedi: Wikipedia).

[3] Mazinger Z è un manga di genere mecha realizzato da Gō Nagai e pubblicato dal 1972 al 1974. Negli stessi anni fu trasmesso su Fuji Television un adattamento anime in 92 episodi prodotto dalla Toei Dōga, intitolato in italiano Mazinga Z. Benché Mazinga Z si collochi cronologicamente prima de Il Grande Mazinger e UFO Robot Goldrake, la serie fu trasmessa per la prima volta in Italia su Rai 1 (all’epoca Rete 1) dal 21 gennaio 1980, quando le due successive erano già state trasmesse (vedi: Wikipedia).

[4] ideata da Gō Nagai nel 1974. La serie è il seguito della precedente Mazinga Z. L’anime è stato trasmesso su varie TV locali e regionali Italiane dal 1980 (vedi: Wikipedia).

[5] manga giapponese di genere mecha esordito su una rivista edita dalla Kōdansha nell’aprile 1975. Venne ideato da Gō Nagai e dal disegnatore Tatsuya Yasuda. Dal manga venne tratta nello stesso anno una serie televisiva anime di 46 episodi, prodotta dalla Toei Animation. La serie televisiva è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1979 (vedi: Wikipedia).

[6] Daitarn III l’invincibile uomo d’acciaio: la serie, composta di 40 episodi, fu realizzata nel 1978, e trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980 col titolo Daitarn III (vedi: Wikipedia).

[7] manga scritto e illustrato da Akira Toriyama. Il manga è stato adattato in due serie anime prodotte da Toei Animation: Dragon Ball e Dragon Ball Z, trasmesse in Giappone dal 1986 al 1996. La prima trasmissione italiana dell’anime avvenne nel 1989 su Junior Tv col titolo Dragon Ball (Vedi: Dragon Ball su Wikipedia, Dragon Ball serie animata).

[8] anime adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, prodotto dalla Nippon Animation in 50 episodi nel 1979 e trasmesso dalla Fuji TV a partire da gennaio 1979; è giunta in Italia nel 1980 sulla rete Rai 1, per poi traslocare su Rai 2 nei primi Anni ’90 (vedi: Wikipedia).

[9] manga di Riyoko Ikeda, serializzato originariamente su rivista dal 1972 al 1973. In Italia, così come in altri paesi europei, il successo dell’opera fu determinato dalla trasmissione nel 1982 della serie televisiva, per la quale fu utilizzato il titolo internazionale Lady Oscar (vedi: Wikipedia).

[10] basato sull’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1880 dall’autrice svizzera Johanna Spyri, è una serie animata prodotta nel 1974 dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (da cui più tardi nacque la Nippon Animation), diretta da Isao Takahata e disegnata da Hayao Miyazaki. In Italia, uno dei paesi dove la serie ha avuto maggior successo, l’anime venne trasmesso per la prima volta su Rai 1 dal 7 febbraio al 6 giugno 1978 (vedi: Wikipedia).

[11] manga giapponese di genere shōjo tratto dall’omonimo romanzo di Kyoko Mizuki, disegnato da Yumiko Igarashi e pubblicato nel 1975. Ne venne successivamente realizzata una serie televisiva anime, prodotta da Toei Animation, che fu trasmessa anche in Italia dal 1980 al 1997. Vedi Wikipedia.

[12] manga serializzato in origine su Nakayoshi dal 1978 al 1982. Nel 1981 è stato trasposto in una serie TV anime prodotta dalla Tokyo Movie Shinsha per un totale di più di 60 episodi. In Italia l’anime è stato trasmesso per la prima volta su Italia 1 nel 1982 (vedi: Wikipedia).

[13] manga di genere spokon e shōjo scritto e illustrato da Jun Makimura e Shizuo Koizumi e pubblicato in Giappone nel 1984. Da esso è stata tratta una serie televisiva anime prodotta dalla Knack Productions e trasmessa su TV Tokyo dal 1984 al 1985. La serie è arrivata in Italia nel 1986 ed è stata trasmessa dal 25 febbraio su Italia 1 con il titolo di Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo (vedi: Wikipedia).

[14] anime televisivo tratto dal manga Capitan Tsubasa. Prodotto e realizzato dal 1983 al 1986 dalla Tsuchida Production, si compone di 128 episodi. In Italia, l’anime debutta nel luglio 1986 su Italia 1 di Fininvest (successivamente Mediaset), con il titolo di Holly & Benji e con i nomi di giocatori e squadre cambiati (vedi: Wikipedia).

[15] serie televisiva a cartoni animati statunitensiprodotta da Hanna-Barbera nel 1969 spin-off della serie Wacky Races e incentrata sul personaggio di Penelope Pitstop (vedi: Wikipedia).

[16] Il personaggio di Hannah e Barbera ha esordito con una prima serie, Scooby-Doo! Dove sei tu? nel 1969 negli Stati Uniti (vedi: Wikipedia).

[17] manga di genere mahō shōjo creato da Naoko Takeuchi all’inizio degli anni novanta. In Italia l’anime storico è stato acquistato da Mediaset, che ha trasmesso dal 1995 al 1997 le prime due serie su Canale 5 e le ultime tre su Rete 4, replicando frequentemente l’opera su Italia 1 (vedi: Wikipedia).

[18] serie televisiva animata, la sua prima trasmissione è stata messa in onda in America nel 1999. In Italia, la serie è stata trasmessa a partire dal 30 agosto 2004 (vedi: Wikipedia).

[19] serie animata britannica, rivolta a bambini in età prescolare. In Italia la prima stagione esce nel 2008, la seconda nel 2009, la terza (divisa in due parti che vengono segnalate come terza e quarta ecc_ (vedi: Wikipedia).) nel 2010

[20] GILGAMEŠ E IL GRANDE MAZINGA / di ALESSANDRO PARIS, in: Gli Stati Generali, 5 settembre 2019.


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