Noi non ci stiamo
A pochi giorni da una nuova manovra "salva ricchi", emanata ed approvata dal governo Monti, l’Unione Sindacale di Base si prepara ad una nuova stagione di protesta.
Mentre il nuovo governo Monti con la sua manovra recessiva che agisce profondamente nel tessuto sociale ed economico e Marchionne che prosegue nel suo lavoro di distruzione sistematica dei diritti dei lavoratori con la complicità di CISL e UIL, si continuano a saccheggiare i redditi dei soliti noti e le rendite continuano ad essere tassate in maniera ridicola.
Le pensioni sono l’elemento centrale della lotta ai cosiddetti privilegi, individuati come la causa della mancata crescita; in realtà si tratta del tentativo di mettere le mani sulle risorse del sistema previdenziale pubblico per recuperare profitti attraverso l’allungamento senza fine dell’età pensionabile e l’introduzione dei fondi privati come unica prospettiva per le nuove generazioni. La precarizzazione del mondo del lavoro si estende e diventa precarietà sociale diffusa; il reddito sociale minimo prospettato dalla Fornero, diventa la riedizione delle tessere di povertà.
Lunedì 12 Dicembre 2011 l’USB-lavoro privato proclama lo Sciopero dei Lavoratori Metalmeccanici per l’intera giornata. Nel gruppo Fiat Marchionne vuole cancellare i diritti dei lavoratori e la democrazia sindacale, con il sostegno dei sindacati complici e del precedente governo Berlusconi.
Il governo Monti, invece di contrastare il disegno della Fiat, o ridurre l’impatto della crisi ai settori meno abbienti, ai colpi della crisi economica e della drammatica riduzione del valore dei salari e delle pensioni aggiunge gli effetti dei brutali tagli operati sui trasporti, servizi sociali, scuola e sanità.
Il risultato è la distruzione di quel che resta del sistema di Welfare che è stato, ed in molti stati ancora è, il tratto distintivo dell’Europa. E’ sempre più evidente che il patto stipulato tra Governo e capitalisti Italiani, confindustria in testa, sta funzionando alla grande, tanto è vero che il costo della crisi è stato scaricato interamente sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati dei precari, degli immigrati, ecc.. Con la sua manovra recessiva il governo Monti agisce profondamente nel tessuto sociale ed economico, continuando a saccheggiare i redditi dei soliti noti mentre le rendite continuano ad essere tassate in maniera ridicola. Le pensioni sono l’elemento centrale della lotta ai cosiddetti privilegi, individuati come la causa della mancata crescita; in realtà si tratta del tentativo di mettere le mani sulle risorse del sistema previdenziale pubblico per recuperare profitti attraverso l’allungamento senza fine dell’età pensionabile e l’introduzione dei fondi privati come unica prospettiva per le nuove generazioni. La precarizzazione del mondo del lavoro si estende e diventa precarietà sociale diffusa; il reddito sociale minimo prospettato dalla Fornero, diventa la riedizione delle tessere di povertà.
Nel gruppo Fiat Marchionne prosegue nella sua opera di cancellazione dei diritti dei lavoratori e della democrazia sindacale, avviata con il sostegno dei sindacati complici e del precedente governo Berlusconi. Il governo Monti, invece di contrastare il disegno della Fiat, o di ridurre l’impatto della crisi per i settori meno abbienti, ai colpi della crisi economica e della drammatica riduzione del valore dei salari e delle pensioni aggiunge gli effetti dei brutali tagli operati sui trasporti, servizi sociali, scuola e sanità. Il risultato è la distruzione di quel che resta del sistema di welfare che è stato, ed in molti paesi ancora è, il tratto distintivo dell’Europa.
Contro la manovra lacrime e sangue del governo Monti, contro il regime autoritario imposto da Marchionne, contro il patto stipulato tra Governo e capitalisti Italiani, l’USB chiama tutti i metalmeccanici a scioperare il 12 dicembre, per affermare con forza “Noi non ci stiamo”.
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