Nobel per chi ha coraggio. Altri si danno allo champagne

Condannato Feltri – Fuori i giornalisti, ma non saranno dimenticati – Assalti anti-vax alla Rai Friuli e alla Cgil
FELTRI CONDANNATO ‒ Il giudice della terza sezione penale del Tribunale di Catania ha condannato per diffamazione e dovrà pagare una multa di 11 mila euro, Vittorio Feltri per il famoso titolo “Patata bollente” indirizzata alla sindaca di Roma Virginia Raggi. Oltre a Feltri è stato condannato anche Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero. Il giudice ha fissato anche una provvisionale di 5.000 euro, il pagamento delle spese legali e la pubblicazione della sentenza sui maggiori quotidiani nazionali. I giornalisti sono stati giudicati a Catania perché è stata la città in cui, per prima, venne stampato Libero quel 10 febbraio 2017. Una sentenza che arriva, praticamente, nello stesso giorno in cui Feltri è stato il più votato a Milano nella lista di FdI. Come al solito molto elegante il suo commento alla sentenza. Secondo l’AdnKronos Vittorio Feltri s’è detto disponibile a pagare la somma impostagli. «Pagare 11mila euro. Ma che condanna è? – ha dichiarato – Pagherò, pagherò. Che mi frega di 11mila euro. Ne pago anche 20, basta che non mi rompa più i c… Sono talmente contento, anzi felicissimo. Non è una condanna, ma un applauso. Se gradisce posso inviare alla Raggi anche delle bottiglie di champagne». Come si vede la classe non è acqua e neppure champagne.
NON VI DIMENTICHEREMO ‒ Solo 24 ore dopo il voto di approvazione da parte della redazione di Repubblica sull’accordo per 54 prepensionamenti, ecco arrivare una lettera agli interessati con la data dell’inizio della cassa integrazione, la data delle ferie e corte arretrate. E così se ne andranno un bel gruppo di giornalisti che hanno fatto diventare grande Repubblica. Giornalisti ben conosciuti dai lettori, dagli inviati nei fronti di guerra, ai giornalisti dello sport e della cronaca romana. Via anche il vicedirettore Dario Cresto-Dina arrivato con Ezio Mauro. È praticamente un azzeramento di tutti coloro che hanno lavorato con il fondatore del giornale Scalfari, magari non proprio dall’inizio, ma certo dai primi anni. Si sta completando la trasfigurazione del giornale compiuta dall’editore John Elkan e dal direttore Maurizio Molinari. Giovedì 30 settembre il direttore Molinari e il vice Carlo Bonini, hanno inviato un messaggio, via schermo, ai prepensionati: non vi dimenticheremo, i vostri sacrifici resteranno, farete sempre parte della comunità Gedi. Che è la proprietà attuale del giornale. Chissà come saranno contenti i futuri prepensionati.
ANTIVAX CONTRO RAI FRIULI ‒ Per la terza volta manifestanti anti-Vax hanno assaltato la redazione della Rai del Friuli-Venezia Giulia con lanci di bottiglie e petardi. I giornalisti scrivono che «il diritto a manifestare è sacrosanto, ma condanniamo ogni forma di violenza e intimidazione nei confronti dell’informazione. Il diritto-dovere di informare è sancito dalla Costituzione e i giornalisti del Servizio Pubblico, pur nel rispetto di tutte le opinioni, continueranno nel loro lavoro e non si faranno intimidire da atti di violenza. Chiediamo a chi ha il potere di intervenire che vigili sulla sicurezza dei colleghi della sede Rai e di tutti gli operatori dell’informazione». Nel pomeriggio di sabato 9 ottobre, assaltata anche la sede nazionale Cgil di Roma.
NOBEL AI GIORNALISTI ‒ Con immenso piacere apprendiamo che il Nobel per la pace 2021 è stato assegnato ai giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov. La motivazione dell’importantissimo riconoscimento viene dato «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è precondizione per la democrazia e per una pace duratura». Ressa è co-fondatrice di Rappler e da anni si occupa di denunciare il crescente autoritarismo nelle Filippine, mentre Muratov è stato per 24 anni direttore della Novaja Gazeta, il giornale russo nel quale lavorava anche Anna Politkovskaja, cronista uccisa 15 anni fa a Mosca. Il premio, ha sottolineato la giornalista filippina, «ci dà forza per continuare la lotta per la verità e per uscire dall’oscurità. A Manila, il governo non sarà contento, ma la nostra è una battaglia per la verità. E la verità non esiste senza i giornalisti». La reporter ha continuato sottolineando che la «libertà di espressione e di stampa non riguardano solo il futuro delle Filippine ma le democrazie di tutto il mondo. Un mondo senza fatti significa un mondo senza verità e fiducia». Da parte sua Muratov ha dedicato il premio ai sei giornalisti della testata che sono stati uccisi: «Non è merito mio – ha commentato dopo aver ricevuto il premio, come riporta la Tass – è di Novaya Gazeta, delle persone che sono morte difendendo il diritto delle persone alla libertà di parola. Visto che loro non sono qui con noi, a quando pare hanno deciso dovessi dirlo io: è di Igor Domnikov, Yura Shchekochikhin, Anna Stepanovna Politkovskaya, Nastya Baburova, Natasha Estemirova, Stas Markelov. È per loro».
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