Neuroni in fuga

Secondo voi è più intelligente Maroni o Azzollini?

di Adriano Todaro - mercoledì 17 giugno 2015 - 2885 letture

Volete sapere perché la sinistra non esiste più? Invece di ponderosi saggi e analisi non facilmente decifrabili, vi prego di guardare due fotografie. Quella del cosiddetto governatore della Lombardia, Roberto Maroni, detto Bobo, suonatore di piffero e famoso azzannatore di caviglie poliziesche e quella di Antonio Azzollini, presidente della Commissione bilancio del Senato.

Cominciamo dal lombardo. Il Bobo ha sempre una faccia triste, gli occhietti stretti, gli occhiali con le stanghette colorate. Ora si è fatto crescere un pizzetto un po’ meno lungo di quello che portava Italo Balbo. Parla in modo monocorde e non sempre si riesce a seguirlo nei suoi profondi ragionamenti senza addormentarsi, senza andare in catalessi. Da ragazzo è stato in un gruppo marxista-leninista, poi in Dp, Democrazia proletaria.

Oggi, da buon leghista, siede su una grande poltrona di grande potere perché i lombardi fra lui e una persona come Umberto Ambrosoli hanno scelto lui a dimostrazione che anche il rag. Filippetti, terzo piano scala C, è un aquila nei confronti di certi lombardi. Suona il piffero e non vuole gli immigrati in Lombardia che portano la scabbia. Naturalmente quando era ministro dell’Interno la pensava diversamente. Suona il piffero ma si ricorda degli amici, soprattutto delle amiche. E siccome, si sa, i leghisti ce l’hanno duro, ha pensato bene di assumerne qualcuna.

Le ragazze sono Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio. Vengono infilate, secondo i magistrati, in due società diverse ma pagate con i nostri soldi. E’ una furbata mica da niente. Lo aveva già fatto L’Omino Deprimente con i suoi avvocati e le sue mignotte. Perché dunque non lo potrebbe fare l’ex procuratore legale della Avon? Ma le ragazze sono competenti? Come no! In una intercettazione la Maria Grazia telefona all’amica Mara e dice: “Sto producendo una relazione da inviare alla società. Che cosa ci devo mettere dentro? Non ho fatto un cavolo. Io non so che ci devo mettere dentro, incredibile! Vabbeh in qualche modo la devo elaborare”.

Non aver mai “fatto un cavolo”, nel curriculum conta al punto che è assunta all’Expo: 5.417 euro mensili per due anni. Interrogato dai magistrati, l’amministratore delegato Expo Giuseppe Sala (uno da tenere d’occhio: 430 mila euro l’anno di stipendio a tempo indeterminato e interessato a fare il sindaco di Milano), così risponde: “Quella persona ci è stata segnalata dall’ufficio della presidenza della Regione Lombardia. Abbiamo dato uno sguardo al suo curriculum e abbiamo visto che era dignitoso. Così abbiamo detto: va bene, la prendiamo”. Visto com’è facile lavorare! Quante balle sui giovani che non hanno lavoro. Diamo uno sguardo al tuo curriculum. Tu cosa hai fatto? Un cavolo? Ah, bene. Assunta!

E la Mara? Assunta anch’essa alla Eupolis: contratto a termine da 29.500 euro annui. Questa era stata con Bobo quando era ministro del Lavoro, poi all’Interno ed ora in Regione Lombardia. La fedeltà si deve premiare e, d’altronde, al Pirellone il leghista con la ramazza aveva già assunto, fra gli altri, anche due suonatori della sua banda. Scusate, della sua band. Maroni si deve essere beccato la scabbia nel cervello!

Guardate ora la fotografia del senatore Azzollini di Molfetta. Classe 1953, ha una grande esperienza politica. Stava nel Pdup (Partito di unità proletaria), poi nei Verdi, poi nel Pds, poi nel Partito popolare, poi in Forza Italia e, finalmente, ma non è definitivo, nel Ncd, il partito del siciliano senza quid ma con tante poltrone che, ricordo sempre, non significa Nuova camorra democratica ma Nuovo centro destra per differenziarsi dal vecchio centro destra che erano sempre loro.

Guardatela bene la fotografia di Antonio di Molfetta. Occhi bovini, ventre prominente, capelli imbizzarriti, cravatta allentata, giacca aperta, barba lunga. Un sensale che ha dormito male. Ora è inquisito e il magistrato ha chiesto l’arresto per il dissesto della Casa Divina Provvidenza dove ci sono rinchiusi ben 800 ortofrenici ma che tutti chiamano deficienti. Azzolini sembra sì un sensale che tratta nella bella piazza del Municipio di Molfetta ma è uno che tratta voti e non solo. Ed è, pensate un po’ ai casi della vita, presidente di una importantissima commissione senatoriale.

Azzollini è un tipo fine, malgrado l’aspetto, diciamo così un po’ naïf. Infatti, secondo quanto riferisce ai magistrati, un testimone, tal Nicolino Lo Gatto, quando Azzollini La Volpe vuole entrare a comandare nella Casa Divina Provvidenza, dice alle suorine, le Ancelle Riparatrici: “Da oggi in poi comando io, se no, vi piscio in bocca”.

A ben vedere è una frase che rivela un travaglio nello stato d’animo di Antonio da Molfetta. Ed anche alla prostata. Uno così non dovrebbe essere solo a capo di un’importante Commissione ma dovrebbe essere più su, “più oltre”, ambire a posti più importanti. Ma il molfettiano di Fronte Alta è modesto e gli basta la Casa Divina Provvidenza e qua bisogna dire che la Provvidenza era distratta sennò mica ci entrava l’Antonino in quella casa.

Questa Casa dà l’impressione di essere una Casa, diciamo così, un po’ allegra. Intanto due suorine sono agli arresti domiciliari e poi c’è una signora che è l’amante del direttore amministrativo della sede foggiana (la Casa ha tre sedi e 2.500 dipendenti) che è stato imposto indovinate da chi. La magistratura lo intercetta e viene fuori che questa signora si assentava dal posto di lavoro ma “percepiva ugualmente i suoi emolumenti e i 32 giorni di ferie per l’anno di lavoro successivo”. Non solo. Probabilmente vuole lasciare il direttore amministrativo ma teme ritorsioni nei suoi confronti e così continua la relazione e si dice disposta ad accettare “la punizione sessuale proposta dall’amante”.

Insomma, il direttore era sì amministrativo, ma – detto brutalmente – non pensava solo ai bolli e alle fatture ma anche al culo della signora. Dice al telefono: “Avevo pensato al tuo sedere per tre mesi”. La donzella accetta: “Accetto questa pena, accetto il culo, accetto tutto”. Però, dice la signora, ad una condizione. Quale? A condizione che l’amministrativo utilizzi “un lubrificante”.

Questa del lubrificante non l’ho capita bene. Perché io lo uso quando scricchiola qualche porta o cose simili. Ma alla signora cosa le scricchiolava? Mah! Comunque questo è uno spaccato dell’Italia moderna post ideologica, che usa lubrificanti e assume le amiche.

E poi ci si domanda perché Dp si è estinta? Perché il Pdup non c’è più? Meno male! Pensate che avremmo potuto avere Bobo Tse-tung al posto di Mario Capanna e Antonio Azzollini al posto di Vittorio Foa.


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