Nelle pieghe della Storia: l’Unità 731
L’Unità 731 dell’Esercito Imperiale Giapponese operante in Manciuria tra il 1936 e il 1945 era incaricata di studiare e testare armi chimiche e biologiche.
L’Unità 731 dell’Esercito Imperiale Giapponese ufficialmente era parte di un progetto di sperimentazione dell’esercito per la prevenzione epidemica. Capeggiata da Shiro Ishii operò prevalentemente nei pressi della città di Harbin in Manciuria negli anni che vanno dal 1936 alla conclusione del secondo conflitto mondiale.
La ricerca per la prevenzione epidemica era solo una copertura per il vero incarico dell’Unità: studiare e testare armi chimiche e biologiche ovvero la carta segreta in grado di ribaltare in qualsiasi momento a favore del Giappone le sorti della guerra in corso.
L’Unità 731 sviluppò e sperimentò sui civili varie armi biologiche. Le cavie umane erano denominate "maruta" termine che significa "pezzo di legno" (disumanizzazione del nemico) ed erano prevalentemente civili e prigionieri di guerra cinesi, russi e mongoli. Non vi furono superstiti. Le cavie furono sottoposte a congelamento, bruciate vive, depressurizzate, appese a testa in giù, infettate con peste, colera e antrace, nonché vivisezionate vive. La maggior parte degli studiosi stimano tra 3000 e 12000 l’ammontare delle cavie umane utilizzate; Sheldon Harris docente di Storia presso la California State University (Northridge) e autore di ’Factories of death’, testo di riferimento sull’argomento, parla di un numeto di vittime che potrebbe superare quota 200.000, poiché le epidemie proseguirono almeno fino al 1948.
Il Giappone che non aveva il livello tecnologico per potere ricercare in modo competitivo sul campo atomico scelse la propria peculiare strada di ricerca di un’arma di distruzione di massa di carattere biologico. Oltre a richiedere un livello tecnologico di gran lunga inferiore per essere "confezionata", questo tipo di arma è anche estremamente competitiva dal punto di vista dei costi: colpire 1 km2 costerebbe 2.000 dollari usando armi convenzionali, 800 dollari usando armi nucleari, 600 dollari usando agenti chimici, e 1 dollaro usando agenti biologici.
Il governo cinese più volte aveva chiesto aiuto alla comunità internazionale ma gli USA che sottovalutarono il programma di ricerca giapponese non lo reputarono una seria minaccia; almeno fino al 1941 anno in cui aerei giapponesi sparsero la peste bubbonica in zone della Cina. A questo punto il presidente Roosevelt fece sentire la sua voce di protesta negli ambienti internazionali.
La Gran Bretagna lavorava ormai da tempo ad un programma di ricerca su armi biologiche (testate sull’isola Gruinard al largo delle coste scozzesi) con l’intenzione di non concedere questo vantaggio strategico a Germania e Giappone; gli USA dunque si accodarono e cominciarono le ricerche nel 1943. Per colmare il divario della ricerca statunitense nel campo delle armi biologiche gli Stati Uniti si adoperarono per sottrarre i membri dell’Unità 731 al Tribunale di Tokyo per i crimini di guerra (1946-48) e dunque avvantaggiarsi delle loro ricerche. I programmi di ricerca e i test statunitensi (riguardanti principalmente gas nervini e tossine biologiche quali Sarin, Soman, Tabun e VX) durarono fino al 1971. Il primo dettagliato rapporto sull’Unità 731 e sulla copertura statunitense venne reso disponibile soltanto nel 1989, grazie a Peter Williams e David Wallace, due giornalisti inglesi.
Negli ultimi tempi molti passi avanti sono stati fatti nell’indagine e nella ricostruzione dei fatti riguardanti l’Unità 731. I suoi componenti restano impuniti (o sono morti da cittadini liberi) ma allo stesso tempo rappresentano la fonte più preziosa di ricostruzione dell’accaduto dato che allo scioglimento dell’Unità, Shiro Ishii diede esecuzione all’ordine di distruggere tutti i registri e tutte le prove dell’esistenza di essa. Il governo giapponese ha ammesso l’esistenza dell’Unità 731, ma non ne ha mai confermato le attività. Nonostante il giudice Iwata Koji abbia dichiarato che l’obiettivo principale dell’Unità 731 era la ricerca, lo sviluppo e la produzione di armi biologiche, la causa civile di 180 cinesi che chiedevano un risarcimento danni di 10 milioni di yen a testa e le scuse del governo giapponese è stata respinta.
Segnalazioni
Per approfondimenti vi consiglio di visitare l’Intelligence Index For POWs-MIAs Archives alla pagina dedicata all’Unità 731.
Ho trovato interessante il documentario sui crimini di guerra giapponesi diretto da Matsui Minoru, ’Japanese devils’.
Se siete curiosi e forti di stomaco vi consiglio anche il film di Tun Fei Mou ’Men Behind The Sun’ che tratta proprio degli orrori dell’Unità 731. Io l’ho trovato interessante oltre che cinematograficamente ben realizzato. E’ molto crudo ed esplicito, vietato ai minori di 18 anni.
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