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Natura morta con lavaggio di mani

Come diceva la grande poetessa americana Emily Dickinson, la Fede va bene per chi ha il dono della vista, ma in situazioni di emergenza è meglio un Microscopio.

di Alessandra Calanchi - mercoledì 4 marzo 2020 - 2400 letture

Da persona cresciuta nella fede cattolica ma dal profilo sempre più laico e agnostico, mi sento di esprimere la mia perplessità nel notare una scarsa presenza della Chiesa nel tempo del coronavirus.

Come diceva la grande poetessa americana Emily Dickinson, la Fede va bene per chi ha il dono della vista, ma in situazioni di emergenza è meglio un Microscopio.

Sacrosante parole. Però - il diavoletto che è in me obietta - la Chiesa non dovrebbe proteggere e rassicurare i fedeli? E allora perché le chiese si chiudono, le acquasantiere si svuotano, il segno della pace non si può più dare, e le benedizioni pasquali si annullano? … Ma come: l’acqua delle acquasantiere e degli aspersori, allora, non è santa? Tutto quello che ci hanno raccontato sull’incenso non era vero?

Ammettiamo che fosse un gesto anche solo simbolico, la benedizione pasquale, ma conosciamo bene la potenza dei simboli (e dei placebo). E onestamente, da pecora nera del gregge, non mi sento tutelata dai pastori. Vorrei che si arrabbiassero almeno quelli che lavorano nelle missioni, che sono in contatto giornaliero con malati di lebbra, di aids, di ebola.

Eppure fino a pochi anni fa tutto ruotava intorno alla presenza di un crocefisso nelle aule scolastiche della scuola pubblica… e non più tardi del dicembre scorso il Papa lamentando la crisi della fede nel mondo contemporaneo aveva sostenuto che le chiese ormai vuote di fedeli dovessero essere riconvertite come luoghi di accoglienza: onestamente, mi pare che qualcosa non quadri. Se l’emergenza continuerà, saranno sospesi anche i battesimi? E come si gestiranno le estreme unzioni (o meglio, secondo l’odierno vocabolario, il Sacramento degli Infermi)? Si faranno a distanza, come la Messa in tv? O da remoto, tramite una app? O, più semplicemente, mediante un igienico fai-da-te (=dopo essersi lavati le mani)?

L’ironia non basta a chiudere il discorso. In un Paese in cui la Chiesa ha sempre avuto un ruolo di primo piano, Andrea Ricciardi si dice amareggiato e su La Stampa cita il ruolo formidabile della preghiera, ricordando il sociologo americano Rodney Stark che, scrivendo sull’ascesa del cristianesimo nei primi secoli, “nota come fu decisivo il comportamento dei cristiani nelle epidemie: questi non fuggivano come i pagani fuori dalle città e non sfuggivano agli altri, ma, motivati dalla fede, si visitavano e sostenevano, pregavano insieme, seppellivano i morti. Tanto che il loro tasso di sopravvivenza fu più alto dei pagani per l’assistenza coscienziosa, pur senza medicamenti, e per il legame comunitario e sociale. I tempi cambiano, ma le recenti misure sul coronavirus sembrano banalizzare lo spazio della Chiesa, rivelando la mentalità dei governanti".



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