Miscellanea del progresso

Fra bonus percepiti e nomine, ogni tanto muore qualcuno. Beh, succede

di Adriano Todaro - mercoledì 10 aprile 2019 - 3896 letture

Fiduciosi ‒ Me lo raccomandava sempre mia madre, buonanima: “Chi fa per sé fa per tre”. Io, invece, capa tosta, facevo sempre per uno e anche meno. Per questo non ho fatto carriera e mi sono ridotto a scribacchiare su girodivite. Guardate, invece, Giuseppe Novelli che è il rettore – magnifico, però – dell’Università Tor Vergata di Roma. Lui sarebbe professore ordinario di Genetica medica e aveva bisogno di un direttore dell’Unità operativa complessa. Pensa e ripensa, il Novelli che è un calabrese di Rossano, la città del Codice purpureo, tenuto conto che il direttore avrebbe dovuto sovraintendere ad una unità complessa mica semplice, alla fine ha preso una decisione: ha nominato direttore della Uoc uno che se ne intende, il dottor Giuseppe Novelli di Rossano. Magnifico!

Questo direttore dovrebbe fare 28 ore settimanali di attività in corsia e dovrebbe restare direttore per cinque anni con una paghetta annua di 84.538,13 euro. Naturalmente tutto regolare. Infatti l’articolo 5 del Regolamento che disciplina l’affidamento degli incarichi dirigenziali, prevede il benestare del rettore. E il rettore, che si chiama Giuseppe Novello, come l’uomo Del Monte, ha detto sì.

Il primo Novelli, però, in questi giorni ha un guaio. Deve presentarsi il prossimo 16 luglio davanti al magistrato per difendersi da un’accusa di tentata concussione e istigazione alla corruzione in relazione ad alcune nomine nell’ateneo. “Per i prossimi anni, per quel che mi riguarda, si cerchi un altro Ateneo. Finché faccio io il rettore lei qui non sarà mai professore… o ritira il ricorso oppure sparisca da qui”. Aveva minacciato così un ricercatore, Giuliano Gruner, che insieme a Pierpaolo Sileri, aveva contestato il “reclutamento” di altri due colleghi. E insieme avevano deciso di fare ricorso al Tar.

Siamo fiduciosi”, ha detto ai cronisti il rettore Novelli parlando in terza persona. Anche noi siamo fiduciosi. Siamo sicuri che la giustizia trionferà. Ed è fiducioso anche l’altro Novelli, il direttore. Sì, perché se va male al rettore, il direttore perde il posto e anche la paghetta.

Bonus ‒ A Genova il 14 agosto scorso, ricordate, è caduto un ponte e ha causato 43 morti. Il ponte era della famiglia Benetton e il numero uno di Autostrade, che si chiama Giovanni Castellucci, è stato premiato con un bel bonus. Non perché ha causato 43 morti, cosa andate a pensare. È stato premiato o, meglio, ha avuto un bonus perché le cose, alle Autostrade vanno bene. E chi dovevano bonusicare? Mica gli operai che non fanno mai un cazzo e si lamentano in continuazione. Al Castellucci, che ha una retribuzione di 1,33 milioni di euro, gli hanno dato un bonus di 3,72 milioni. In totale, nel 2018, ha preso 5,05 milioni di euro. D’altronde, come dico sempre, tenendo conto che non piove da tempo, le cocuzze hanno raggiunto prezzi vertiginosi. La moglie del Castellucci non ne poteva più di tirare la cinghia e ha messo il marito Giovanni davanti ad un aut aut: o ti dai da fare o torno da mia madre. E così Giovannino, marchigiano, classe 1969, ha chiesto al maglione Benetton un po’ più di soldini. Insomma, qualcosa in più per le spesucce. Magari per l’acquisto di un castelluccio.

Palazzo dei Normanni ‒ Come risaputo è la sede dell’Assemblea regionale siciliana dove lavorano i consiglieri, pardon, i deputati regionali. Un ambiente meraviglioso, tappeti rossi, stucchi, lampadari ecc. I siciliani, però, debbono sempre strafare e così hanno voluto primeggiare anche in campo morale. Un quarto dei deputati sono indagati più un terzo degli assessori della Giunta Musumeci. Sono primi in classifica. Giovanni Lo Sciuto, ad esempio, si è autosospeso dalla Commissione antimafia. Lui è amico di famiglia di Matteo Messina Denaro. Uno così dove poteva andare se non nella Commissione antimafia? E poi c’è l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio che sta ai domiciliari, il forzaitaliota Riccardo Savona, il sempre verde Totò Cuffaro per il voto di scambio nelle Regionali del 2017 con altri 95 deputati, assessori e consiglieri ecc. Insomma, ci sarebbe da discutere. Il problema è che i deputati, mischineddi, non hanno tempo. Sono troppo presi, hanno troppo impegni. Ma un paio di ore, possibile che non si trovano? C’è il voto di scambio, la massoneria… Per ora non se ne parla. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ha promesso che “il doveroso dibattito sulla questione etica si farà in tempi ravvicinati”. Se lo vengono a sapere i normanni mi sa tanto che tornano alla conquista di Palermo. Sempre meglio i vichinchi che questi siciliani.

Tamburi ‒ La musica non c’entra nulla e l’argomento non c’entra nulla con quello scritto sopra. Qua non ci sono di mezzo soldi, nomine, onorevoli, bonus e castelletti. C’è di mezzo la salute. Al quartiere Tamburi di Taranto sotto le ciminiere dell’Ilva è morto un ragazzo di 33 anni, Gabriele Riondino. Naturalmente, tumore. Beh, ne muoiono tanti. È vero ma oltre a questa morte c’è da registrare che il sindaco di Taranto ha deciso di chiudere due scuole elementari per inquinamento. E così 780 alunni, per andare a scuola, dovranno andare in pieno centro con grandi disagi delle famiglie. Sì perché questi bambini, terminate le ore di lezione, debbono essere accompagnati negli ambulatori a causa delle diverse patologie di cui sono affetti, distanti 12 chilometri. Tutto si chiude ad esclusione dell’Ilva pur, a suo tempo, promessa da chi oggi sta al governo. È il progresso, e tu non puoi farci niente. Se non morire.


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