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Milano Modica A/R

La mostra inaugurata a Modica, presso la galleria “Lo magno” il 16 dicembre scorso unisce due coppie di artisti italiani provenienti da due opposti poli geografici: l’area milanese e la Sicilia meridionale.

di Francesca Cammarata - sabato 5 gennaio 2008 - 5285 letture

La mostra inaugurata a Modica, presso la galleria “Lo magno” il 16 dicembre scorso unisce due coppie di artisti italiani provenienti da due opposti poli geografici: l’area milanese e la Sicilia meridionale. L’evento, ideato dalla giovane curatrice Chiara Argenteri, nasce dalla volontà di valorizzare le diverse realtà presenti nel territorio nazionale facendo tramontare, nell’ambito della produzione artistica, la suddivisione tra centro e periferia. La messa in luce delle specificità territoriali si associa al confronto reciproco di queste ultime assieme alla loro relazione con direttive più ampie.

La mostra “Milano Modica A/R” diviene, infatti, momento di interazione tra i quattro artisti che abitano aree geografiche distanti tra loro, un evento che permette ad arte e critica di riappropriarsi della dimensione ludica oltre che dell’ immediatezza speculativa. Le opere degli artisti siciliani appaiono accomunate da una più marcata tendenza al realismo, mentre quelle delle artiste lombarde manifestano una componente più sentimentale.

Entrambe le coppie, composte da un pittore e un fotografo, incentrano il loro lavoro sulla riflessione scaturita dagli stimoli del mondo reale che sviluppa in ciascuno reazioni e percorsi differenti. Sia in Rosario Antoci, ragusano, che in Emanuele Giuffrida, nativo di Gela, gli elementi ritratti attraverso la pittura e la ripresa fotografica sono resi in modo quanto più fedele possibile al vero. Le immagini di Antoci riproducono spazi urbani in degrado, luoghi anonimi situati nel cuore di città italiane ed europee che, complice l’uso del bianco e nero, non sembrano differenziasi molto tra loro. I suoi soggetti sono volti a riprodurre il paesaggio “così com’è” senza nessun intervento da parte dell’autore. Questi tuttavia, oltre a contenere un’implicita denuncia circa il degrado in cui versano certe aree di periferia, pongono una riflessione più ampia sulla condizione di precarietà che può toccare l’ambito esistenziale dell’uomo la cui vita emotiva interagisce con elementi di durata breve o indefinita.

La riproduzione fedele di interni domestici, realizzata dalle opere di Emanuele Giuffrida, ci restituisce immagini desolate di appartamenti logori e dalla mobilia povera, spogliati, per gran parte, della presenza umana. La fredda obbiettività della rappresentazione è tuttavia contraddetta dalla pateticità comunicata dai soggetti, dalla stesura del colore per velature che fa pensare ad un recupero romantico. Ad un’analisi attenta si può inoltre scorgere una gestualità più libera ma fascinosamente nascosta nella resa mimetica dell’insieme, come certe pennellate qua e là rese con le setole asciutte assieme a certe macchie gocciolanti che simulano lo sporco stratificato nelle pareti.

Marina Giannobi e Roberta Savelli, percorrono il cammino inverso rispetto ai loro colleghi: nel primo caso le sagome in movimento che si intravedono dalle foto restituiscono un’immagine astratta ed esprimono la volontà di porre in primo piano emozioni e stati d’animo. Nonostante l’artista non intervenga successivamente sulle immagini, lo scatto fotografico, da solo, rende brandelli di figure dinamiche ciascuna dalle forme e colori differenti. Queste si amalgamano con i colori le forme dello spazio circostante o si stagliano su fondi bianchi in cui la sovraesposizione luminosa esalta il chiaro di muri e pavimenti. All’atto di catturare “gli stati d’animo” che rendono unica l’esistenza in quel luogo in quel determinato momento, si accompagna nell’artista un intento documentaristico che avvicina il suo lavoro a quello del fotografo siciliano, facendo coincidere il suo punto di arrivo con quello da cui il collega parte. Un discorso analogo si può fare dei ritratti di Roberta Savelli raffrontando il suo lavoro a quello di Giuffrida: qui il tratto espressionista si riempie di colori tenui che assieme ai fondi turchesi rimandano a una dimensione magica, giocosa. Un mondo irreale e parallelo evocato dalla giovane età delle fanciulle ritratte, dove entrano a far parte anche la spontaneità degli sguardi e la quotidianità degli abiti che rendono all’immagine l’immediatezza di una foto istantanea.

La collettiva “Milano Modica A/R” si protrarrà fino al 16 Gennaio 2008 presso i locali della galleria “Lo Magno”, Via Risorgimento 63, Modica (Rg), tel 0932/763165.

Ingresso gratuito


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