Milan l’è on gran Milan

L’ex sindaco Pisapia e l’attuale Sala: uniti nelle cazzate
IL FATTO
"Lo stop alla prescrizione è scempio. Il Pd lo deve fermare" (Giuliano Pisapia, 5 gennaio 2019, la Repubblica)
"Mi spiace che siano sacrificati gli alberi del Parco Bassini, ma difendo questa operazione voluta dal Politecnico e ci metto anche la faccia" (Giuseppe Sala, 9 gennaio 2020, Il Giorno)
IL COMMENTO
Milano è, da sempre, un grande laboratorio politico. E i primi cittadini sono sempre stati all’altezza della situazione. Noi, a Milano, abbiamo avuto sindaci del calibro del cognato Paolo Pillitteri, dell’ex comunista Giampiero Borghini e poi due astri luminosi della politica come Gabriele Albertini, l’uomo che sfilava con le mutande di visone e suor Letizia Moratti. Senza dimenticare l’indimenticabile Marco Formentini che nel momento in cui sposava Bossi, ha lacrimato dall’emozione.
Certo, nel passato ci sono stati altri sindaci. Ma erano piccoli personaggi, niente a che vedere con questi giganti. Ominiciddi come Antonio Greppi, Virgilio Ferrari, Gino Cassinis e Pietro Bucalossi. E ci aggiungo anche Aldo Aniasi, il partigiano “Iso”. Subito dopo Carlo Tognoli e il cognato.
La fortuna dei milanesi è continuata con Giuliano Pisapia e Giuseppe Sala. Il primo, famoso avvocato penalista, è stato in Democrazia proletaria e poi, come indipendente, in Rifondazione comunista. Attualmente è eurodeputato del Pd. Il secondo, Giuseppe Sala, è sindaco indipendente nella lista Pd con condanna incorporata. Infatti, il 13 maggio 2019 la Procura di Milano ha per lui chiesto una condanna a 13 mesi, accusato di falso per la retrodatazione dei verbali con cui sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione dell’appalto per la Piastra dei servizi per l’Esposizione universale 2015. Il 5 luglio 2019 è stato condannato a sei mesi di reclusione per il caso Expo, commutati poi in pena pecuniaria di 45.000 euro.
Non è meraviglioso. Quello che mi ha sempre colpito di questi personaggi è la coerenza. Politica, prima di tutto ma anche diciamo morale. Pisapia, ad esempio, è sempre stato un fiero avversario della prescrizione, ha bollato personaggi come Previti, Berlusconi ed altri come persone che si facevano scudo della prescrizione per non pagare le loro malefatte. Nel 2001 aveva tuonato: “Il centrodestra chiede giustizia celere, ma nei processi usa tutti gli strumenti dilatori per evitare che si giunga a sentenza o far scattare la prescrizione. Vogliono condanne veloci e pene certe solo per deboli ed emarginati”. I quali deboli ed emarginati oggi, forse, non esistono più visto che l’ex demoproletario e rifondarolo Pisapia, il 5 gennaio 2020, ha dichiarato a la Repubblica: "Lo stop alla prescrizione è scempio. Il Pd lo deve fermare".
Giuseppe Sala, invece, è sindaco verde, anzi, green. Un grande manager idolatrato da tutti, soprattutto, dai militanti del Pd che lo vorrebbero santo subito. Un grande manager che ha speso 2 miliardi di euro per un evento (Expo) e ne ha incassato 700 milioni. Uno così bisogna sì farlo santo, Ma subito, però. Il 27 settembre 2019 ha partecipato al grande corteo contro i cambiamenti climatici dei ragazzi del Fridays for Future (Venerdì per il futuro), ha regalato borracce non di plastica ai ragazzi delle scuole e ha promesso 3 milioni di alberi da piantare a Milano entro il 2030. Qualcuno ha fatto i conti e viene fuori che Sala deve piantare 5.769 alberi a settimana. Intanto, in attesa della pala per scavare, cementifica: dai complessi residenziali di lusso alla bocciatura del parco di piazzale Baimonti per far posto alla Microsoft. Però siccome Sala è un furbetto della bassa Brianza, essendo vissuto a Varedo, nel palazzo-piramide Microsoft ci infila il Museo della Resistenza. Poi ci sono la cementificazione degli ex scali ferroviari e lo stadio di San Siro. Lì ci saranno quasi 300 mila metri quadrati di spazi commerciali, torri e grattacieli. E ora ha dato ordine di tagliare le piante del campus Bassini. Se non è green Sala… Sala ha dichiarato al Giorno che lui, in questa operazione, ci ha “messo la faccia”. Infatti, è andato al bar e ha chiesto un cappuccino e, miracolo! la schiuma del latte è stata “ricamata” dal barista in modo da riprodurre il volto di Giuseppe Sala. Sì, sono d’accordo, questo facciamolo santo. Subito, però.
Ho solo un rammarico. Quando Pisapia è stato eletto sindaco di Milano, c’è stata una grande e bella manifestazione. E io ho partecipato con entusiasmo. Mia moglie Ninetta voleva andare al cinema a vedere “Un gelido inverno”, un thriller di Debra Granik. Io no e gli ho risposto come Paolo Conte: “E al cinema vacci tu”. Mi sono pentito amaramente. Anche perché il “gelido inverno”, a sinistra, continua.
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