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Mi chiamo Nanosecondo e sono un clown

Le parole sono perfette se usate alla perfezione e possono prendersi cura. Le parole sono più forti della volontà. Sono immaginazione pura. Oggi ci sono molte luci nella mia sequenza che sto immaginando. Si accenderenno in seguenze fino a costruire forme perfette.

di Enzo Maddaloni - venerdì 6 novembre 2009 - 4267 letture

Sono un amante della parola, cioè ‘amante della saggezza’ e del logos, per la sola purezza dell’uso della stessa, senza che la stessa faccia sintesi, ma si proponga nel contempo come cura per l’uomo.

Studio la logos ed all’interno dei cerchi che faccio con la “biblioteca dell’anima” (ormai sono diventati è riconosciuti terapeutici anche da illustri scienziati) mi accorgo sempre più che la Logos, la parola, che pronuncio e/o pronunciano i partecipanti, che non posso scrivere e raccontarvi qui, rende, in ogni caso, tutti più consapevoli di essere presenti in un contesto nel percepire gli altri in maniera diversa di quello che sono o pensano di essere o immaginaniamo di essere.

La mia presenza nel mondo si rafforza così in questi contesti, nei quali ho potuto vivere queste esperienze. Sono sempre più convinto che qualsiasi cosa che ci può comunicare l’altro in effetti ci appartiene.

E’ anche dentro di me (in questo caso) quello che ho visto ad esempio nella sirena (uno degli ultimi racconti) non è altro che uno specchio ed un "sogno".

Anche in me esiste un "sireno" e, come tale, credo anche che non è né negativo né positivo nel senso che come ho anche riflettuto nelle cose che ho scritto è un riviversi e consapevolizzare un esperienza. Ma qui siamo ancora sul cognitivo. Nello stesso può succedere, e mi succede sempre più spesso ad esempio, che altri mi parlano di cose mie come se fosse quella persona che conosco bene, che è la sola a sapere e mi potrebbe dire quelle cose, in maniera molto diretta e forte, ma che è diversa aprendo nuove possibilità di riflessioni su certi vissuti.

Quando si dice che il council si prende cura è proprio vero. E’ stato di recente appurato che lavoprare sui ricordi e sulla memoria dei vissuti fà bene alla salute.

L’altra questione che sinceramente mi interessa di più come strumento di riflessione nel mio viaggio clown è rendere consapevole il fluire dell’esperienza, il mio essere nel mondo oggi come uomo intero, come Enzo e come Clown Nanosecondo.

Molto spesso in passato ho dato per scontato delle cose che criticavo negli altri e non mi rendevo conto che quelle cose si rispecchiavano in me in maniera così forte perché mi appartenevano. Ecco, vorrei avere più coraggio a sperimentare i miei limiti e credo che certamente il mio Clown mi ha aiutato a farlo.

Il mio esistere nel “qui ed ora” nel mio mondo fatto di tutte le cose; lo stesso “fatto” che davo per scontato tempo fa e che mi ha posto nella situazione di sentirmi non più soggetto ma “oggetto di un ruolo”, di una cosa che subisce impulsi, riceve stimoli e reagisce ad essi senza più sapere o meglio senza più condividerne l’azione, o sapendolo in una proporzione molto limitata. Ecco finalmente attraverso il clown ho sperimentato tutte le mie “possibilità” e me ne restano ancora altre.

Oggi attraverso “il mio viaggio” sono più consapevole dei miei limiti umani. E, si! Io studio per diventare dio (fatemi passare almeno questa eresia) per affermare allo stesso momento la mia voglia di fede e di credenza avendo coscienza che in ognuno di noi c’è una parte di Dio.

La mia stessa presenza che un tempo vedevo come elemento di critica da parte degli altri, con tutti i sensi di colpa, oggi li riscopro e vedo come è possibile trasformare tutto ciò in un atto creativo attraverso la parola: Avrah Ka Dabra (origine etimologica della formula magica più conosciuta al mondo, Abravadabra) è aramaico e significa: "Io creo mentre parlo".

La bellezza di cui io parlo come Clown è scandalo, mistero, ed è osceno e sacrilego e non è possibile ridurlo ad un mero approccio “estetico o peggio estetizzante” o ancora peggio etico, …. non è metafisica classica ma “oltranza" “non un semplice oltrepassamento … oltre le cose così come sono o le vediamo o sentiamo, ma verso ciò che possono essere.

Il "se" (senza accento) resta nel suo significato appunto di "transito" non di affermazione (sé). Le cose, le persone, la realtà non si esauriscono nel presente sono nascoste non dette in grandissima parte future ma cos’è il futuro se non il qui ed ora?

Il sentimento della bellezza autentico si conquista attraverso la percezione dell’altro nel momento presente. Ciò è possibile solo attraverso una “riflessione simpatica”, una “magia gentile” come le chiamo io, se vuoi il privilegio poetico dell’immaginazione della bellezza del mio clown, la bellezza che circonda è può circondare tutti i clown: uomini interi… che racchiudono in essi i sei archetipi fondamentali dell’equilibrio della bellezza: l’innocente, l’orfano, il martire, il viandante, il guerriero ed il mago (appunto). Il folle è la sua naturale conclusione.

Tutti spiriti mobilitati verso una direzione nuova, in ogni caso pratica: la gioia e l’amore senza nessuno attaccamento.

Lo stesso laboratorio “Alla ricerca del tuo clown ….ma se trovi qualcos’altro va bene lo stesso” che propongo è un esempio, nel piccolo di quello che sto dicendo. Alcune sere fa mi ha chiamato una Clownesca e mi ha detto “…sai nanos ho trovato davvero qualcos’altro!” …Cosa gli ho chiesto io?…… Ho trovato la fede …..e, ti sono grato!”.

Sta cosa da agnostico mi ha sconvolto un po’ però, e mi sono ricordato quando un’altra Clown mi disse “…”…Nanos non esagerare con sto battesimo del clown …..potresti beccarti una scomunica !” ….Ebbene, sembra proprio che il ricordo di quel momento gli ha fatto rivedere forte davanti agli occhi l’immagine di Gesù. Che sia diventato anche un Pastore Clown non l’avrei mai immaginato. Uaoo

Questa cosa però mi ha fatto comprendere la validità del percorso che stiamo realizzando, dove ognuno può trovare qualcos’altro… oltre al clown: uomo intero.

Il viaggio del clown è presenza e costituisce una consapevolezza che riguarda simultaneamente e globalmente diverse dimensioni dell’esperienza.

Ai livelli classici: cognitivo, emozionale e somatico (memoria e anticipazione, percezione, sensazioni, sentimenti e pensieri) ce ne aggiungo altri: fisologici, biologici, epigenetici, spirituali, e nella loro complessa interazione costituiscono gli elementi di questa consapevolezza, l’unità dell’essere umano.

Dei dodici archetipi dell’Eroe (in verità c’è ne sono altri di archetipi: spirituali, femminili, ecc) 7 (sette) sono quelli che meglio possono rappresentare il viaggio del clown: L’Innocente, L’Orfano, il Martire, Il Viandante , il Guerriero il Mago e per finire (appunto) il FOLLE. L’equilibrio tra questi archetipi crea il Clown.

Il mago è la parte più importante perché è quella parte che permette quell’alchimia che appartiene a tutti noi nel senso che è fuori di noi e la possiamo cogliere solo attraverso i "campi" morfogenetici (Schaldreck) se volete la fede - e, perchè no! - pregare fà bene, e se prima vedevo una contraddizione nell’esigenza di fotografare la via dell’anima con altri vissuti, oggi non la vedo.

Il corpo come la materia è vuoto-vuoto, e solo lo spirito lo può riempire. E, considerato che se lo spirito nasce dal corpo è la meraviglia delle meraviglie, non posso che pensare bene oggi anche dell’esperienze più discutibili che sono solo il frutto di una morale e schemi mentali di millenni di false credenze.

Ma cos’è lo spirito? E’ solo fede? Oppure, è anche, riconoscersi come esseri umani e divini allo stesso tempo? E, qui vi devo anch’io parlare del Santo Graal. Pare che Gesù abbia detto hai suoi discepoli che l’ho aveva nascosto in un luogo sicuro e segreto. Ora ho compreso perché non si è mai riuscito a trovarlo. L’uomo l’ha cercato sempre nel posto sbagliato: “fuori di sé”! Quando lo ha nascosto al suo interno.

Le credenze, l’epigenetica, i campi energetici, la biologia delle credenze, la fede, la nostra presenza nel "qui ed ora" non è uno "stato" ma un "processo", un "viaggio", una "ricerca" un “se” "senza" nessun "accento", un "amore" "senza" "attaccamento". Ma com’è l’amore senza d’attaccamento? Be provate a vivere il vostro amore sempre come quando ammirate un fiore per la prima volta, un tramonto, un alba, il mare, la sensazione che proverete è la stessa che potrete provare l’amore incondizionato.

E’ un modo di essere e vivere come clown. Per un Clown un attimo, un nanosecondo o mille anni è la stessa cosa perché lui vive l’immortalità, vive nella paura che trasforma in desiderio, vive un dimensione di "R" realtà , oggettiva ineffabile , che non esiste, ma tutto viene mediato dalla nostra percezione , attrvaerso i sensi , le emozioni, le associazione di idee che vengono neutralizzate e trasformate attraverso l’energia più grande che non è la volontà ma l’immaginazione. Tutti gli uomini possono vivere questa esperienza e quando la vivranno si renderenna conto che quel mondo come l’abbiamo conosciuto fin’ora all’improvviso cambai, significa che la realtà non esistente in quanto tale, ma solo attraverso la nostra mente, e le cose possono mutare significato se solo riusciamo ad immaginarle diversamente.

La capacità mia (nostra) però di esistere è costruire il senso della mia (nostra) continuità attraverso i cambiamenti. Essere incoerenti, folle, clown, non è più per me un aspetto negativo ma un aspetto positivo del andare verso... Certo, si arriverà ad un punto, ad un limite che tutto ciò in via teorica sembrerà condivisibile, quando però lo andremo a mettere in pratica faremo i conti con i nostri istinti, le nostre paure, la rabbia, la tristezza, con la nostra "realtà" oggettiva e con tutte le nostre “false credenze” e se non stiamo in armonia rischiamo anche di ammalarci. Ecco, se solo comprendessimo che non è la volontà che ci può consentire il cambiamento ma l’immaginazione, ogni uomo potrebbe riscoprirsi e riscoprire anche un mondo diverso.

Ma quando nasce il malessere? Quando questo viaggio viene bloccato, quando la consapevolezza si interrompe, quando ognuno di noi attua una riduzione o una alterazione del contesto che sta vivendo per evitare esperienze che non può o non vuole attraversare. Alcuni giorni fa mi sono beccato dei dolori fortissimi alla cervicale ed alle spalle ed alle braccia (bracalgia), malattia come metafora del mio vissuto, si è manifestata tutta in questo blocco. Avendo però coscienza che ogni malattia è anche la soluzione del conflitto l’ho semplicemente accompagnata con la mia consapevolezza (biologica) e così mi sono fatto attraversare da questo dolore, non ho fatto nessuna resistenza (non ho preso nessuna medicina), l’ho accolto questa energia che si scaricava nel mio corpo e l’ho spostata in un luogo che non mi potesse più nuocere lontana dalla mie cellule.

E, così ho recuperato energia che mi ha permesso di affrontare e risolvere un problema. Quando per motivi “morali”. "istintuali", ecc. ci castriamo da soli e nel caso mio mi sono ammalato.

Da qui la mia esigenza del dialogo con la sirena. Un dialogo con quella parte di me che sente la necessità di vivere e far vivere ad Enzo tutte le possibilità che gli sono state offerte dalla vita. Lo stesso gabbiano conferma cosi il suo simbolo di liberazione.

Quel blocco rappresentava la mia incapacità a procedere, a scegliere, a decidere; i sintomi e le sofferenze che ne derivano sono l’espressione di questo arresto, la voce del mio disagio presente trova quindi nello scrivere un suo sfogo, utilizzo il logos da un punto di vista terapeutico per me, avendo coscienza che le parole quando si dicono posso anche far male a qualcuno perché restano nella coscienza. Ma, sò anche, che la coscienza non ci appartiene. La coscienza è una cosa che circonda la terra, come le nuvole, ed a cui tutti noi possiamo attingere. Per fortuna che c’è l’arcobaleno! I colori della nostra voce, con i quali puoi guarire.

E, sì! La parola è contatto tra noi e gli altri, ma non solo, è chiave e contatto con noi stessi, con le nostre cellule, con l’ambiente. E’ una qualità tutta umana (almeno così sembra anche se ci credo poco). La stessa ricerca che stiamo facendo da cinque anni con Sidney Journò (un mio fraterno amico) sulla biblioteca dell’anima, la via del cerchio, il clown, i protocolli di riconoscimento del se, e le nostre frullate generali con Susanna –psicoterapeuta- lui e me come "cavie consapevoli" mi hanno messo in relazione non solo con il “mio” mondo esterno, ma con quel qualcosa che è dentro di me e che finalmente sta venendo fuori.

Il riciclaggio dei rifiuti tossici e nocivi per me è iniziato molti anni fa. Mi sono anche accorto che non esistono due figure solo di me ma migliaia. Nel clown cerco di farle vivere tutte. Devo ringraziare qui Chery Munnezz che quella sera a San Salvatore Telesino attraverso i nostri Clown mi ha fatto riciclare molti rifiuti tossici e nocivi, trasformandoli, però tutti in energia pulita e rinnovabile.

Oggi ho un unico interesse quello di indagare sul come attuo i miei blocchi e con quali strategie altero il mio processo di consapevolezza e di liberazione libero anche da ogni aspetto puramente morale o culturale o se volete etinico, di natura istintuale, senza eliminare però quell’esigenza profonda del mio corpo di amare e di essere amato. Quindi di mettermi a nudo con tutti i miei difetti, emozioni e sentimenti.

Personalmente non ho mai perso la mia percezione nel vivere nel presente ….anche se qualcuno mi dava per dissociato.. mentre come Clown mi vedeva correre con la mia moto del tempo.

Il problema che nessuno si è accorto ancora che ognuno di noi vive in un "non tempo"…. è cosi quando si cammina come Charlot sul limite del marciapiedi .. ci può essere sempre un poliziotto che ti becca perché non rispetti le regole.

E, la mia connessione con il mio passato, e le mie possibilità e prospettive future le vedo sempre più collegate tra loro mentre alcuni amici clown mi dicono ..”tu sei un pezzo importante….” senza comprendere ancora come loro lo sono per me e come ognuno di noi caratterizza in maniera fortissima la mia propria esperienza, sottraendomi per un nanosecondo al “qui ed ora”, dell’esperienza stessa senza però sradicarmi dal mio essere “se”, nel senso di andare verso e per questo: io posso essere sirena, gabbiano, maschio, femmina, sono tutto ciò che sento di esprimere adesso, nel qui ed ora.

E, mi sono accorto anche che non rischiavo più di perdere il mio clown ..o di ucciderlo. Ho accusato anche in maniera sbagliata alcuni di questa cosa. Semmai, la sensazione che provavo era quella che nel momento stavo di fronte a questa cosa (un mio drago) che diventavo martire, rischiando anche di perdere il mio mago, il mio guerriero, il mio viandante avendo paura da innocente, di perdermi pure il paradiso. Ecco l’esperienza che sto vivendo da cinque anni come Clown è stata molto forte, e sono grato a lui di avermi accompagnato in questo viaggio.

Certo è un’esperienza che si può chiudere in qualsiasi momento, forse proprio perché per ognuno di noi ad un certo punto ha bisogno di "ritornare a casa" e può essere intensa come non essere più in grado di sperimentarci in questa relazione “d’amore altra” con noi stessi e con gli altri, ed invece è proprio qui che il viaggio inizia per davvero.

Ma questa è un esperienza "unica" che pone ognuno di noi di fronte a se stessi o meglio anche di come l’altro ci può vedere e semmai rispecchiarsi. Putroppo quando succede ciò è perché subentra la paura l’unico modo che abbiamo per superarla è trasformala in desiderio ed immaginare come farle vivere nel nostro clown.

La paura è umana, è utile, ma cos’è la paura? E’, lo sconosciuto. Ma se io so che non c’è niente che io non possa conoscere o immaginare perché dovrei limitare la mia esperienza in una condizione di paura e non stare invece nell’amore, nel desiderio, nell’immaginare il mio essere qui ora e vivere?

E, qui ho sognato che facevo all’amore con molte persone. No state tranquilli non era una visione orgiastica, ma un risveglio dei sensi e del desiderio di amare senza nessuno attaccamento.

Ora, questa esperienza può terminare per far posto a nuovi viaggi. Mio padre che faceva l’autista di camion mi diceva sempre: “quando ritorni a casa da un lungo viaggio ti accorgerai che eri già li ad aspettarti da un pezzo.”

E, lui così mi ha insegnato il senso della responsabilità che ognuno di noi ha verso se stessi e gli altri. Responsabilità, significa capacità di aderire ai messaggi che l’esperienza invia a ciascuno come soggetto d’azione, come colui che stabilisce il contatto, lo mantiene, lo toglie e non lo subisce.

Noi osserviamo e viviamo cose che non sono spesso solo una parte delle nostre semplici sensazioni. Le cose però non sempre stanno una dietro l’altra in ordine da facilitarci l’immaginazione ed il possibile cambiamento.

Le cose sono in disordine. Buttate li al centro del cerchio della vita senza troppo pensarci, per poi guardarle e pensare di fare le scelte più giuste per noi in quel momento, nel rispetto dell’altro. In verità se non abbiamo rispetto di noi stessi non possiamo avere rispetto dell’altro e questo implica offrire una parola di grande rispetto nei confronti dell’altro. Io punto ad essere perfetto, clown: uomo intero.

Siamo noi che dobbiamo trovarle, ed immaginare dando un nuovo ordine alle nostre parole. Le parole come l’immaginazione sono più forte della volontà. Ecco io immagino e parlo attraverso le cose che scrivo, in quale ordine porre le mie follie d’amore e magie gentili.

Le parole sono perfette se usate alla perfezione e posso prendersi cura. Le parole sono più forti della volontà. Sono immaginazione pura. Oggi ci sono molte luci nella mia sequenza che sto immaginando. Si accenderenno in seguenze fino a costruire forme perfette. Sono più consapevole di essere Clown, di essere Innocente, di essere Orfano, di essere Martire, di essere Viandante , di essere Guerriero, di essere Mago, di essere sempre più uomo intero: perchè folle.

E, nel mio pizzico di cielo grigio, vedo sempre più l’arcobaleno.

Nanos

Non sono i fatti che contano nella vita, conta solo ciò che grazie ai fatti si diventa" (dal Diario di Hetty Hillesum)


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