Mercato del voto

Il voto di scambio esiste ma non da oggi. Oggi sono cambiate le forme dello scambio. Una volta era impensabile che un mafioso si sarebbe fatto dare dei soldi per dei voti...

di Luigi Boggio - domenica 22 dicembre 2019 - 2279 letture

Il voto di scambio esiste ma non da oggi. Oggi sono cambiate le forme dello scambio. Una volta era impensabile che un mafioso si sarebbe fatto dare dei soldi per dei voti. Avrebbe chiesto altri tipi di favori e far sapere in giro d’essere un buono amico di quel politico. Essergli amico sapeva che le porte di qualunque ufficio si sarebbero spalancate per non parlare delle banche. Un luogo privilegiato per grandi affari di lavaggio di lire, di contrattazioni e di cessioni di prestiti senza garanzie che nel tempo si trasformeranno in sofferenze non più recuperabili.

Una storia lunga che ancora si presenta ben evidenziata nell’operazione Gratteri e l’arresto dell’assessore Rosso della Regione Piemonte. Anche se il mondo degli affari mafioso si presenta, bisogna dire, con tanti volti di difficile riconoscibilità in molti gangli della società e delle istituzioni.

Oggi il politico e il mafioso discutono, contrattano e scambiano alla pari senza nessuna differenza di collocazione. Lo scambio deve essere sempre alla pari e mai diseguale. Conveniente per entrambi ed anche per i propri amici. Poi abbiamo anche i tanti voti di scambio meno odiosi ma pur sempre odiosi dalle promosse per qualche posto di lavoro, per il rilascio di una licenza edilizia, commerciale o per far camminare quella pratica che non si smuove dal posto in cui non si sarebbe dovuta trovare. Lo scambio, i favori, il clientelismo,il familismo messi insieme non fanno che arricchire il panorama della decadenza del costume italico.

Una volta, non troppo lontano, finiva nel mirino il Sud con punte anche velenose di razzismo. Ne facevano di tutta l’erba un fascio senza mai riflettere che loro non stavamo meglio di noi per la presenza della mafia e le pratiche dello scambio ad euro per ogni voto.

Per avere una legge che sanziona questo commercio, che è la negazione della democrazia, abbiamo dovuto aspettare decenni. Se a questa legge aggiungiamo la "spazza corrotti" bisogna dire che un passo notevole avanti si è fatto. C’è voluto del tempo anche per le molte ambiguità delle forze politiche che non facevano altro che ritardare i provvedimenti mentre il paese andava alla deriva per il crescere della corruzione e di pratiche politiche fuori da ogni contesto democratico e libero.

Le leggi ci sono ma si farà quel salto culturale necessario per smettere di incassare tangenti e comprare voti mafiosi?



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