Mélange (2)

Dai ragazzi "impegnati", "Magnifica presenza", le dive in declino, i pacchi che volano, ai super-democratici, ai giocatori di monopoli.

di Antonio Carollo - martedì 20 marzo 2012 - 1847 letture

Leggo su facebook di qualche ragazzo o ragazza che è ’impegnato/a con ...’, per dire che è legato/a o fidanzato/a con ... Una locuzione che mi ha nostalgicamente sorpreso. Credo sia soltanto siciliana. Anche un’amica è impegnata con ...; mi fa piacere perché, così deliziosamente giovane e attraente, presto si sposerà, immagino. Non sono sicuro se l’impegno in generale riguarda il futuro matrimonio o semplicemente l’amore per una persona. I miei ricordi mi dicono che esso una volta equivaleva a pre-fidanzamento. Poi c’era il fidanzamento in casa, con scambio di visite tra i genitori; fidanzamento spesso reso ufficiale con una solenne festa famigliare. Mi fa piacere che ancora in Sicilia resista nel linguaggio dei giovani questa formula di amorosa corrispondenza, dichiarata, quasi ufficializzata (forse anche a scanso di equivoci e come avvertimento?). Scherzo, non me ne abbia l’amica.

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"Magnifica presenza" di Ferzan Ozpetek, mamma mia che film! Per un istante mi ha fatto pensare ai "Sei personaggi in cerca di autore", per quanto riguarda la compresenza di vivi e di morti (o finzioni), ma siamo lontani, specialmente dallo scavo in profondità del capolavoro pirandelliano. La sperimentazione è coraggiosa; Ozpetek riesce a rappresentare con leggerezza fragilità, solitudine, desideri, nostalgia attraverso un continuo scambio del protagonista con i membri di una compagnia scomparsa nel 1943. Presenze magnifiche che illuminano la modesta vita dell’aiutante pasticcere Pietro (il magnifico Elio Germano). Questo film non sarà il migliore del regista turco, però è notevole e dà la misura delle sue capacità.

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Nel film di Ozpetek recita per alcuni minuti Anna Proclemer. L’ultima volta l’avevo vista all’Eliseo, in Amleto, con Albertazzi, 1963. Che attrice! L’età non è riuscita a devastarla, qualcosa rimane dell’antico splendore. La bravura, il talento ci sono sempre. Basta guardare le espressioni del viso. Comunicano immediatamente stupore, incertezza,curiosità, ricordi gloriosi o dolorosi. Brancati se ne innamorò a prima vista; ma forse non era per lui. In "L’eclisse" ho rivisto Monica Vitti. Sfolgorante di bellezza, 1962, 31 anni. Oggi ha raggiunto gli ottanta. Non vorrei rivederla; ha accompagnato tutta la mia vita. E’ bene che la sua immagine rimanga quella di sempre, la borghese stanca, avvilita, disgustata e sfasata di Antonioni, l’interprete, alla pari con i mostri sacri Gassman Manfredi, Tognazzi, Mastroianni, della commedia all’italiana.

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Sbalorditivo, a Palermo in vista delle elezioni cominciano a viaggiare i pacchi di pasta. Per ora si sono mosse le associazioni caritatevoli i cui presidenti aspirano alla poltrona di consigliere comunale. Si muoveranno anche i partiti? Si arriverà al porta a porta? Questa notizia mi ha riportato alle beate usanze elettorali degli anni Quaranta e Cinquanta. Da ragazzino anch’io ho avuto il mio bravo pacco di pasta. Lo regalavano a tutti, non richiedevano il certificato d’indigenza, bastava andare al pastificio. Pacco di cinque chili, quasi sempre spaghetti. Ogni lasciata è perduta, dicevano i benpensanti.

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Sarebbe interessante un’indagine approfondita sulla esistenza o meno di democrazia all’interno dei partiti, specie di quelli che ad ogni piè sospinto si dicono democratici, e del concetto che ne hanno i loro esponenti. Potrebbero esserci delle sorprese. Il dubbio è lecito, specie dopo le primarie palermitane. Perché, se si partecipa ad una consultazione con la riserva mentale, che consultazione è? Infatti per parecchi sedicenti super-democratici le primarie sono valide se vince il candidato preventivamente indicato e di fatto imposto dai capipartito. In Siria Assad farà qualcosa di simile, se non erro.

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I giocatori di monopoli (i partiti) hanno fatto i conti senza l’oste, cioè senza l’elettorato, lontano e disincantato. Dopo la luna di miele, che credo durerà fino a giugno, se questo governo opererà un certo riequilibrio tra tartassati e ricchi sfondati che non pagano nulla (equità sbandierata ed ancora non realizzata),e farà vedere qualcosa di concreto in direzione della crescita, i nostri monopolisti potranno rimanere a giocare quanto gli pare, mentre l’oste farà buoni affari con l’acquisto di vino buono da un buon vignaiolo (Monti).


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