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Megalomania siracusana

Quando si parla di Siracusa e dei progetti di sfruttamento del territorio, è d’uso il prefisso "mega-": megaraffineria, megavillaggio, megainceneritore. Ovviamente anche le conseguenze sono da considerarsi mega…

di Piero Buscemi - mercoledì 31 marzo 2004 - 5024 letture

Non era bastato negli anni ’50 alle autorità del tempo, consegnare alle generazioni a venire, il panorama dello scempio arrecato alla penisola Magnisi con l’istallazione delle raffinerie che tante illusioni e ricchezze bruciate velocemente, hanno costituito l’eredità a vita da tramandare.

Non erano bastati i casi di malformazione e di morti per tumore, che questo investimento a perdere ha causato in mezzo secolo di industrializzazione da realizzare ad ogni costo, anche a prezzo della vita, pagato dalla gente comune (si parla di valori intorno al 30% per i decessi provocati dai tumori).

Non era bastato l’inquinamento dell’aria provocato dalle industrie, sempre meno attente ai limiti imposti dalla legge, l’inquinamento del suolo e del sottosuolo praticato attraverso discariche illegali sparse per tutto il territorio e sapientemente occultate, l’inquinamento del mare da parte dei rifiuti industriali vomitati nella rada di Augusta, senza alcun preventivo filtraggio da parte dei "megadepuratori" (si contano 350.000 tonnellate di mercurio riversate direttamente a mare).

Tutto questo non è bastato. Occorreva di più per completare l’opera di distruzione avviata dai nostri antichi megaamministratori, e per trasformare la zona comprendente Augusta, Priolo, Melilli, Floridia e Solarino, in una megadiscarica di rifiuti a cielo aperto.

Allora si è pensato bene di utilizzare l’area, che qualche "sabotatore" nel 1990 aveva dichiarato come "area a rischio di grave crisi ambientale" grazie al petrolchimico, il più "mega" d’Europa, da essa ospitato, per incenerire circa 500.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalle province di Catania, Enna, Ragusa e ovviamente Siracusa. La scelta è un’opera della Regione Sicilia, che si era già presentata nei suoi intenti, il giorno dopo la sua nomina, quando ritenne doveroso, bloccare i provvedimenti di abbattimento delle costruzioni abusive, considerandole "poco remunerative", nell’ottica di una futura campagna elettorale.

Quali vantaggi porterà alla provincia di Siracusa, questo nuovo aborto d’idee?

Sarà necessario costruire in interazione con l’inceneritore, le così dette "discariche speciali", di dimensioni più umane, da localizzare a Villasmundo, Augusta, Avola e Noto che impegneranno ingenti risorse umane ed economiche per applicare i dovuti controlli sugli effetti ambientali. Sarà necessario avviare il viavai di centinaia di mezzi pesanti da utilizzare per il trasporto dei rifiuti ad Augusta, sovraccaricando ulteriormente la già scarsa viabilità delle nostre strade.

In cambio avremo, per ogni tonnellata "riciclata" nell’inceneritore: una quantità pari di fumi diffusi nell’atmosfera; circa 300 Kg di ceneri solide; 30 Kg di ceneri volanti; 650 Kg di acqua di scarico e 25 Kg di gesso.

A questo si aggiunge che, dal processo di incenerimento dei rifiuti, vengono prodotti insieme al vapore acqueo, anidride carbonica, polveri fini, ossido di carbonio, acido cloridrico, acido fluoridrico, anidride solforosa, piombo, cadmio, mercurio, diossine, furani e idrocarburi policiclici. Tutte sostanze considerate tossico-nocive. Sull’argomento, l’agenzia governativa di protezione ambientale americana (EPA) ha dichiarato che i limiti di emissione stabiliti per legge sono inattendibili. Questo è dovuto dal fatto che i sistemi di misura utilizzati, operano in condizione di funzionamento inadeguato, e l’EPA al riguardo, ha stimato che il 90% delle emissioni sono del tutto sconosciute.

Intanto la C.E. ci ha comunicato che la Sicilia è tra gli ultimi posti nella classifica della raccolta differenziata (2% contro il 35% fissato per legge già da un anno). Questo dato comporta che, essendo l’attività di un inceneritore legata alla quantità di rifiuti bruciati (più ne brucia e più introiti ha) e per quanto sopra esposto, le imprese che gestiranno l’operazione, avranno interesse a trascurare la raccolta differenziata, per rispettare la loro semplice e lesiva legge di mercato: + bruci + guadagni.

In conclusione, vogliamo raccontarvi un aneddoto. Giovedì sera, 18 marzo scorso, all’ingresso del Teatro Vasquez di Siracusa, dove si è esibito Beppe Grillo, i Verdi hanno piazzato un banchetto raccolta firme per tentare di bloccare il progetto "megainceneritore". All’inizio dello spettacolo, il comico ha coinvolto il Presidente della Provincia, Bruno Marziano, affinché firmasse anch’egli la petizione promossa dai Verdi.

Marziano, messo alle strette, ha aderito all’iniziativa e questo ha lasciato qualche legittimo dubbio: lo avrebbe fatto in ogni caso, anche senza l’invito di Grillo e la presenza delle telecamere? E perché non ha risposto dichiarandosi già partecipe in prima persona dell’iniziativa?

La megasagoma di Grillo lo avrà sicuramente intimidito, ma viene spontaneo prendere coscienza che se i dubbi giungono da sinistra, figuriamoci da destra. Le imminenti elezioni amministrative che rinnoveranno il Consiglio comunale di Siracusa, forse ci daranno le risposte. Intanto, godiamoci una megacampagna elettorale…

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