Mediterraneo Centrale: la terza missione della Life Support
Siamo persone che hanno scelto di aiutare altre persone.
Colmiamo un vuoto istituzionale enorme per riconoscere diritti, evitando morti tragiche e respingimenti illegali. Ecco perché siamo in mare: perché è la cosa giusta da fare.
6 marzo
“Se mi trovassi in una condizione del genere, vorrei ricevere un aiuto”. Ecco perché Erica, dottoressa, è a bordo della Life Support. Ecco perché siamo in mare.
2 marzo
C’è chi dibatte sull’opportunità o meno di partire, permettendosi di giudicare la disperazione delle persone, e c’è chi lavora per salvare chi rischia di morire in mare. Noi sappiamo da quale parte stare.
- Life Support
28 febbraio – La partenza
Martedì 28 febbraio la Life Support di EMERGENCY è salpata dal porto di Augusta, in Sicilia, per la sua terza missione in mare.
Di fronte a chi fugge da guerra, povertà o cerca un futuro migliore, la nostra scelta è continuare a essere nel Mediterraneo centrale. A bordo ci sono 27 persone tra marittimi, medici, mediatori, rescuer.
- Lo staff
Negli ultimi 10 anni sono affogate in queste acque oltre 20.000 persone: persone uccise dall’assenza di canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa e dall’assenza di una missione europea di ricerca e soccorso. Noi siamo qui per portare soccorso a chi parte dalle coste della Libia, un viaggio estremamente rischioso soprattutto in un momento in cui il mare è stato svuotato dalle navi umanitarie a causa della nuova legge approvata il 23 febbraio scorso.
Emanuele Nannini, Coordinatore del progetto SAR di EMERGENCY
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