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Medio Oriente in fiamme

E’ durata 48 ore la fragile tregua nel Medio-oriente. I raid israeliani sono, infatti, ripresi con una grande operazione militare di terra. Salgono così a oltre 80 le vittime dell’attacco di Cana, tra cui 37 bambini.

di Vincenzo Raimondo Greco - mercoledì 2 agosto 2006 - 2646 letture

E’ durata 48 ore la fragile tregua nel Medio-oriente. I raid israeliani sono, infatti, ripresi con una grande operazione militare di terra. Salgono così a oltre 80 le vittime dell’attacco di Cana, tra cui 37 bambini. Numeri che, purtroppo, sono destinati ad aumentare.

Il Governo libanese calcola che siano state uccise oltre 600 persone e vi siano più di 3.000 feriti nel solo Libano. Con la situazione in costante evoluzione, l’UNICEF stima che più di 1/3 delle vittime siano bambini. Oltre 800.000 persone risultano sfollate all’interno dei confini nazionali libanesi, con più di 119.600 accampate in scuole, edifici e giardini pubblici all’interno e fuori da Beirut. Si stima che circa il 45% delle persone sfollate siano bambini.

L’attacco israeliano a Cana - ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF, Ann Veneman - dimostra in modo drammatico che, ancora una volta, sono i bambini a pagare per la guerra. E’ urgentemente necessaria la definizione di chiari accordi per un pieno e sicuro accesso umanitario alle popolazioni civili”. L’obiettivo è quello di evacuare i bambini, i feriti e le persone disabili, rifornire gli ospedali. “I bambini e le popolazioni civili stanno pagando il prezzo più alto di una guerra che ha già prodotto un numero elevatissimo di sfollati e, in pochi giorni, tante vittime innocenti. Bisogna fermare questa guerra”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

Tutte le parti in campo, il governo libanese, quello israeliano, con l’aiuto della comunità internazionale, si accordino - ha poi aggiunto il rappresentante di Save - per un immediato cessate il fuoco umanitario. Al Governo italiano chiediamo che si impegni al massimo livello in quella opera di mediazione promessa durante la Conferenza Internazionale sul Libano di Roma”. Mentre per Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International, “è vergognoso che i governi che hanno influenza su Israele e su Hezbollah e che potrebbero contribuire a far cessare questa crisi, continuino a dare priorità a interessi politici e militari, piuttosto che a salvare la vita di civili innocenti”.

Khan ha, quindi aggiunto, che “le richieste di rispettare le leggi di guerra e proteggere i civili sono rimaste lettera morta. Israele sta compiendo attacchi sproporzionati e mirati contro i civili e gli operatori umanitari, mentre Hezbollah continua a lanciare razzi contro i centri abitati israeliani”.

Intanto anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dimostra, per l’ennesima volta, di avere le mani legate e di essere un gigante senza spina dorsale. Prima gli Stati Uniti bloccano la risoluzione presentata dalla Francia per un ‘cessate il fuoco’ immediato; poi viene rinviata, a data da destinarsi, l’invio di una forza multinazionale in Libano. Poco importa che si continua a morire; che giovani vite non vedranno l’alba; che tutte le associazioni umanitarie chiedono un intervento deciso e urgente.

Occorre fermare immediatamente - scrive oggi Gaetano Valliani, su ‘L’Osservatore Romano’ - questa spirale insensata di odio cieco, spezzando la catena di vendette e di rappresaglie, prima che muoia il senso stesso di umanità, l’unico appiglio rimasto al quale ancorare la speranza di una pace che tutti dicono di volere ma pochi cercano di costruire nei fatti. Ma chi avrà il coraggio e l’audacia di compiere il primo vero passo?”. E il dubbio che assale tutti.


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La lingua meccanica dei profeti
2 agosto 2006

E’ il desiderio di portare la democrazia in tutto il mondo...

Non avranno più paura della loro IGNORANZA!

Ma anche se fossero un popolo di slavati (come lo sono gli italiani) avrebbero lo stesso da gridare loro qualcosa!

(comunisti! straccioni! ladri di biciclette! stupidi! inferiori! pizzaioli!)