Master Class: Oliver Stone

Inizia coi cortometraggi per poi diventare sceneggiatore e regista di successo.
Il Premio Oscar Oliver Stone (per “Platoon” e “Nato il Quattro Luglio”) ha tenuto nella Sala Fondazione Roma del PalaCongressi di Taormina un’applaudita Master Class, applausi che sono diventati scroscianti quando il regista americano ha invitato coloro che ancora non l’avevano fatto ad andare a votare per i referendum sull’acqua e il nucleare.
Insegnante in Vietnam, causa la costante pioggia e la carenza di carta che gli impedivano le regolari lezioni cominciò a utilizzare una piccola telecamera che possedeva e così ha iniziato a filmare e fotografare; nasce così l’avvicinamento a un mondo diverso dalla scrittura (il suo primo amore) tanto da diventare poi la sua attività principale.
Inizia coi cortometraggi per poi diventare sceneggiatore e regista di successo. Aiutato agli inizi della carriera dal produttore italiano Fernando Ghia, è riuscito negli anni a spaziare fra storia e politica, costume e mondo musicale, approfondendo nel cinema la vita di Fidel Castro, il fenomeno The Doors, John Kennedy e Gorge W. Bush, Wall Street e il Vietnam.
Ma la parte del leone della sua Master Class la dedica al suo eroe preferito, Alessandro Magno, il suo Alexander, presentato finora in tre versioni diverse, anche per accontentare i produttori, e non è escluso una possibile e più ampia quarta stesura, perché è come se lui intimamente continua a sviscerare l’animo di Alexander e non appena trova le risposte ai suoi interrogativi irrisolti, vuole trasporli in pellicola per meglio descrivere il più grande di tutti, Alessandro Magno.
Oliver Stone ha voluto esplorare la profondità di quest’uomo: in perenne conflitto interiore col padre e con la madre – e padre e madre in conflitto tra loro – abbandonando la propria casa, fece un’operazione di riunione dei genitori fra loro e al contempo con se stesso. Molti i libri che il regista ha letto su di lui prima di portarlo in scena ed anche gli scritti di Tolomeo o la vita di Plutarco, dai quali, sono state tratte informazioni poi utilizzate per i film. Alessandro non fece mai ritorno a casa, volle diventare il più orientale possibile, voleva fondere tutte le culture, sposò una barbara; d’altronde Aristotele ammoniva: “Attenzione ai sogni d’oriente. Perché l’Oriente ci mangia, ci conquista; molto di quello che sappiamo viene dall’Oriente”.
Una costante volontà di andare avanti e di continuare il progetto del padre Filippo il Macedone. Quello che Alessandro Magno diffuse fu un messaggio pre-cristiano: vinse i babilonesi ma dette loro autonomie e un certo grado di indipendenza. Non vi era lì una valuta, non vi era commercio, né prosperità; egli ebbe il merito di unificare le tribù e per questo imparò molte lingue e le diffuse nell’impero. Il suo fu un grande tentativo di riunificazione. Era senz’altro un uomo molto illuminato.
L’organizzazione del Festival nella serata di ieri 12 Giugno ha voluto insignire Oliver Stone del prestigioso Taormina Arte Award dopo di che gli spettatori intervenuti hanno potuto ammirare “Alexander Revisited: The Final Unrated Cut”, la terza versione per il cinema di Alexander (214 minuti). Per il futuro, ci ha informato il regista, presto inizieranno le riprese di “Selvaggi”, ambientato nel sud della California. Una storia di droga, di narcotrafficanti, di gangster di Los Angeles, una sorta di western dei nostri tempi , ma più che altro il tentativo di porre in luce il problema “meridionale” degli USA, ancora un tabù, relativamente al quale non se ne parla con obiettività.
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