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Mark Knopfler a Taormina

Teatro Antico di Taormina ipnotizzato e deliziato dagli arpeggi del fondatore dei Dire Straits.

di Piero Buscemi - mercoledì 17 luglio 2013 - 4963 letture

Passarella in prêt-à-porter ieri sera al Teatro Antico, ma non erano abiti dell’ultima collezione di una stilista in visita nella perla dello Jonio. Erano le note della chitarra di Mark Knopfler che, dalle sue mani, aleggiavano suadenti fino alle ultime file del Teatro, stracolmo di appassionati.

E se nelle sfilate di moda, la fanno da padrone gli abiti indossati e svestiti in fretta dalle modelle, ieri sera si è potuto ammirare il parco chitarre che l’ex leader dei Dire Straits ha cambiato, in pratica, ad ogni esecuzione.

Privateering, l’ultimo album dell’artista scozzese, ha monopolizzato il concerto. Una sequenza di pezzi con i quali l’autore di molte colonne sonore da film si è divertito a spaziare tra tutti i generi musicali, che lo strumento a sei corde permette di eseguire.

Accordi classici del repertorio blues hanno lasciato spazio all’accattivante rhythm & blues. Pezzi rock che spesso sfociavano in rockabilly, genere molto amato da Knopfler sin dai tempi dei Dire Straits, con omaggi quasi personali a John Lee Hooker e grazie anche al pianoforte di Guy Fletcher, al grande Jerry Lee Lewis. Attraversando, quasi senza accorgersene, nel più puro folk americano, su fino al tradizionale country. Mark Knopfler14

Un album sicuramente perfetto, che come abbiamo visto, ha accontentato l’esigente pubblico che segue le gesta musicali di Knopfler da più di trenta anni. Certo, di tempo ne è passato da quando lo abbiamo visto apparire sul palco dell’Ariston nell’edizione del 1981 di Sanremo. In quell’occasione, anche se in playback, l’assolo di Tunnel of Love avrebbe conquistato il pubblico mondiale per almeno due decenni.

Ne è cosciente anche Mr. Knopfler di questa sua scia indelebile con il gruppo storico e, inevitabilmente, anche ieri sera quando, quasi a concedere una pausa nostalgica, ha intonato Romeo & Juliet trascinandosi i diecimila, stimati per difetto, del Teatro Antico. Una trappola armonica che ha rilanciato con Sultans of Swing, raggiungendo l’apice con Telegraph Road durante il bis di fine concerto.

Un Mark Knopfler dunque in forma, che non ha disdegnato di scherzare con il pubblico, nonostante la sua evidente e risaputa natura introversa. Musicalmente, aver sperimentato in questi ultimi anni sonorità più vicine al blues e al jazz, lo hanno reso più gentleman, anche in occasione dei suoi più rinomati assoli, che sono apparsi più sofisticati ed eleganti. Due qualità che hanno arricchito il suo vasto repertorio, tanto da sciogliere anche il pubblico delle prime file che, notoriamente un po’ staccato e silente rispetto al vociare degli occupanti delle gradinate, si è staccato dalle comode poltroncine per andare ad applaudire il chitarrista fin sotto il palco.


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