Mariano core grande

"Sbaglio ad attribuire al capitalismo ogni colpa, per cui la mia vita mi sembra tutta una faticaccia? La verità è che anche voi contribuite a rendermela tale"

di Deborah A. Simoncini - venerdì 15 luglio 2022 - 2569 letture

Era un torrido weekend estivo e nell’aula si respirava a malapena. Così parlò Mariano: “Finiu a schifiu: ma soccu ora si schifia venu lu tempu ca s’addisia. Le mie comunicazioni sono informazioni chiare, importanti e profonde. Siete pieni di risentimento e non sentite ragione. Per giorni siete rimasti chiusi nella camera del Travaglio, alla fine ne siete usciti agitando campanelli e tamburelli, innalzando canti di benvenuto, danzando e acclamando il nuovo nato: Don Alejandro Battipista e farete ciò che si usa fare per un novello re, filerete... Guardate al di sotto della superficie e ricercate il significato più profondo delle vostre tribolazioni.”

Mariano mandò a prendere una bottiglia di vino rosso, la stappò sullo scranno ministeriale, prese un calice, lo riempì e brindò. “Mi debbo proprio sorbire le vostre frottole? Gigino debbo ben dire che ha sviluppato un atteggiamento molto conservatore, talvolta oscurantista. Meglio trovarlo che perderlo. Tutta la sua azione mira a impedire l’emergere di centri antagonisti al suo potere e anche per questo si è alleato con la classe meritocratica. Giuseppi dal canto suo mantiene sempre l’aria del professore universitario e invitarlo a cena, aspettando la sua ora e guardarlo sedersi a tavola, pronto a mangiare, è uno spettacolo. E che dire di Silvio!, con tutta la sua gentilezza che vuol sembrare pura e genuina l’ultima volta accompagnato dalla sua geisha BEL POM PIN mi ha detto: “farsi fare pompini fa bene alla prostata e io sono arrivato a più di dodicimila” me l’ha confermato Bill, l’amico americano.

Matteo se ne stava a capobranco, con una pipa spenta tra i denti. Aveva l’aria corrucciata e infelice. “Ho fatto il gruista e so come trattare un buco di bilancio.” Due uomini si avvicinarono al tavolo e l’afferrarono per le braccia. Fattolo alzare lo presero per i gomiti. Un’operazione rapida ed efficace a cui nessuno prestò attenzione. Gli piace definirsi “banchiere investitore” e ha la capacità di annoiare con i resoconti dei suoi profitti, ma il suo capitale resta misterioso. Dice che lavora solo qualche ora al giorno e passa tutto il resto del tempo bevendo sotto il sole e cantando con gli amici. Ve lo do io un consiglio da banchiere: “se lavorate duramente potrete investire i vostri guadagni e potrete pagare altri per lavorare al posto vostro, guadagnerete milioni e andrete in pensione: solo allora potrete passare tutto il resto del vostro tempo bevendo sotto il sole e cantando con gli amici. Giuseppi è infelice perché da avvocato deve calcolare la parcella a ore e questo lo costringe a considerare il tempo e anche lui stesso, come un bene da vendere ai clienti a blocchi di sessanta minuti.” E’ un avvocato costoso e apparentemente di successo. Un’ora non venduta per lui è un’ora sprecata. Fatica a cogliere una nozione del tempo non mercificata. E’ talmente ossessionato dall’ottimizzare il valore futuro del tempo che non si accorge della realtà dei fatti.

Sbaglio ad attribuire al capitalismo ogni colpa, per cui la mia vita mi sembra tutta una faticaccia? La verità è che anche voi contribuite a rendermela tale. La vita è una successione di momenti presenti che termina con la morte e chi cerca di sfruttare il tempo nel miglior dei modi possibili ci perde la vita. Ma anche cercare di vivere nel momento è difficile. Più proviamo a essere nel qui e ora, più ci sembra di non essere qui, o di esserci ma vivere un’esperienza insipida. Talmente concentrati sull’impiegare il tempo al meglio, l’esperienza stessa passa in secondo piano. Esistere qui e ora nella realtà dei fatti politici è impresa impossibile. L’epidemia di eccesso di lavoro non va arginata e per questo darò il via a costruire opere monumentali: grandi dighe, canali, strade, ponti. Boris uscì dal palazzo e decise di intraprendere un viaggio in treno per rendersi conto di persona degli effetti straordinari della riforma. Contro il caldo avevano fatto installare nei campi dei grandi ventilatori per la circolazione dell’aria, ma fu del tutto inutile. I contadini videro svanire il raccolto e intere comunità rimasero senza nulla da mangiare. La produzione agricola fu dimezzata e tutto il cibo disponibile destinato alle grandi città.

Molti, accusati di accumulare in segreto il riso, vennero malmenati, torturati e spesso persino giustiziati. Si cominciò a morire di fame. Inebetiti dalla fame tanti contadini cominciarono a mangiare l’erba e le foglie degli alberi. Matteo, retrocesso di grado ricevette il compito di mantenere l’ordine, di vigilare e stroncare i controrivoluzionari, ritenne ciò un esempio di intrigo burocratico a suo danno.

Ciarletta senza scomporsi sentenziò: “bisogna mirare a unificare il più possibile i campi.”


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