Mare io ti amo
Recensione dello spettacolo "Acqua santa" di Emma Dante in scena al Teatro di Noto
Lo spettacolo inizia ancora prima. Ancora prima che gli spettatori siano al loro posto. Si entra con un certo ordine. Prima chi occupa i palchi…poi chi è in platea. E “cosa” si vede è già lo spettacolo. Carmine Maringola è il protagonista del monologo – bellissimo – “Acqua santa” scritto e diretto da Emma Dante, in scena al Teatro di Noto lo scorso 5 maggio.
Ha gli occhiali. Orbo e un po’ tonto, ma estremamente sensibile e profondo. Un uomo. Come tanti. E’ un mozzo che ha vissuto tutta la vita in barca. E quando racconta il suo amore per il mare viene lasciato a terra dall’equipaggio. Attende che lo riprendano. Invano… Sopra la sua testa pendono - dall’alto - una quarantina di orologi. Indicano che il tempo si è fermato. Dice di raccontare una storia d’amore pe na cosa di soldi. Il suo stato è la metafora della condizione dell’uomo… Mare io ti amo…E la terra ferma è un’illusione.
La scenografia è essenziale. Le corde legano alle caviglie e ai polsi il mozzo che dunque in un lavoro costante di muscoli e parole racconta – attraverso tre personaggi – uno stato d’animo. Sembra una marionetta…i cui movimenti sono dosati e circoscritti da tre ancore.
Questo di Emma Dante è uno spettacolo da vedere. E’ incompiuto. Breve. Ma del resto non potrebbe essere diversamente. La recitazione non lascia spazi alle pause. E’densa, concitata, continua, fatta di parole e sguardi. La recitazione racconta i difetti degli esseri umani. Ed è perciò incompiuta!
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