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Mare io ti amo

Recensione dello spettacolo "Acqua santa" di Emma Dante in scena al Teatro di Noto

di Donatella Guarino - domenica 20 giugno 2010 - 2862 letture

Lo spettacolo inizia ancora prima. Ancora prima che gli spettatori siano al loro posto. Si entra con un certo ordine. Prima chi occupa i palchi…poi chi è in platea. E “cosa” si vede è già lo spettacolo. Carmine Maringola è il protagonista del monologo – bellissimo – “Acqua santa” scritto e diretto da Emma Dante, in scena al Teatro di Noto lo scorso 5 maggio.

Ha gli occhiali. Orbo e un po’ tonto, ma estremamente sensibile e profondo. Un uomo. Come tanti. E’ un mozzo che ha vissuto tutta la vita in barca. E quando racconta il suo amore per il mare viene lasciato a terra dall’equipaggio. Attende che lo riprendano. Invano… Sopra la sua testa pendono - dall’alto - una quarantina di orologi. Indicano che il tempo si è fermato. Dice di raccontare una storia d’amore pe na cosa di soldi. Il suo stato è la metafora della condizione dell’uomo… Mare io ti amo…E la terra ferma è un’illusione.

La scenografia è essenziale. Le corde legano alle caviglie e ai polsi il mozzo che dunque in un lavoro costante di muscoli e parole racconta – attraverso tre personaggi – uno stato d’animo. Sembra una marionetta…i cui movimenti sono dosati e circoscritti da tre ancore.

Questo di Emma Dante è uno spettacolo da vedere. E’ incompiuto. Breve. Ma del resto non potrebbe essere diversamente. La recitazione non lascia spazi alle pause. E’densa, concitata, continua, fatta di parole e sguardi. La recitazione racconta i difetti degli esseri umani. Ed è perciò incompiuta!


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