Manifestazione contro la privatizzazione del porticciolo vecchio di Ognina
Vogliono privatizzare a Catania il porticciolo vecchio di Ognina, una delle "anime" dell’antica Catania. I cittadini e le cittadine libere non ci stanno.
Vogliono privatizzare a Catania il porticciolo vecchio di Ognina, una delle "anime" dell’antica Catania. I cittadini e le cittadine libere non ci stanno. Il 23 novembre 2024 manifestazione al porticciolo di Ognina con centinaia di partecipanti per dire no all’ennesima insensata speculazione.
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“Oltre duemila metri quadrati del litorale di Catania verranno resi inaccessibili, perché si sottrarrà uno spazio pubblico che, oltre ad accogliere attività nautiche, costituisce un ambiente caratteristico e tradizionale per la città. In particolare i residenti e i pescatori verranno ad essere penalizzati, a vantaggio di un’azienda privata. La città è stanca di decisioni che contrastano con il principio di libera fruizione del mare: abbiamo quasi trenta chilometri di costa, eppure gli spazi liberi per cittadini e turisti si riducono ogni anno”.
E’ la presa di posizione del Movimento 5 Stelle del capoluogo etneo che denuncia “un mare sempre meno pubblico”, al punto che partiti, movimenti e associazioni, sabato 23 novembre 2024, alle 10, presso il porticciolo di Ognina, daranno luogo ad una manifestazione di protesta, “al fine di informare chi ancora non è a conoscenza di questa privazione imposta, ‘chiudendo’ del tutto l’area costiera di valore storico-ambientale del golfo di Ognina”.
“Il 17 ottobre scorso la Regione Sicilia – ricostruisce il M5S – ha rilasciato la concessione (in precedenza revocata in autotutela) per l’ampliamento dell’attuale porticciolo turistico di Ognina, già sede di precedente concessione. E già sono in atto sistemi che vietano e impediscono l’accesso al mare ai cittadini”.
“Il borgo di Ognina – spiega la nota – per il quale è peraltro previsto un intervento di riqualificazione urbana, tanto decantato dall’attuale giunta del Comune di Catania, dovrà fare a meno della contiguità con il suo golfo”.
Si tratta, denunciano i Cinque Stelle, di una “decisione assunta dalla Regione, senza che il Comune di Catania abbia avuto da eccepire o abbia contrapposto osservazioni”.
“Con la partecipazione dei cittadini – chiude la nota – possiamo far recedere da questa ennesima speculazione ai danni della città”.
Queste le sigle che stanno organizzando l’evento: Antimafia e legalità, Arci, Argo, Associazione comunista Olga Benario, Borgo marinaro di Ognina, Europa verde, Free Green Sicilia, I Siciliani giovani, Legambiente, Lipu, M5s, Oulp, Pd, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Volere la luna, WWF Sicilia nord orientale.
Fonte: Quotidiano L’Informazione.eu.
Levata di scudi sul porticciolo di Ognina: protesta e serrata politica / di Melania Tanteri
CATANIA – Levata di scudi contro l’ampliamento per oltre 2 mila metri quadrati della concessione del porticciolo di Ognina. Crescono le posizioni contrarie a quanto autorizzato dalla Regione lo scorso 17 ottobre sullo specchio d’acqua tra i pochi fruibili in città. Così come le adesioni alla manifestazione in programma stamattina, organizzata da numerose associazioni e movimenti politici. Per tutelare il borgo marinaro oggetto da decenni di tentativi di privatizzazioni.
Il progetto che nessuno vuole
Un progetto che vede contrario anche il primo cittadino. Che, in una lettera indirizzata agli uffici competenti e per conoscenza anche al presidente della Regione e all’assessore regionale al ramo e resa nota proprio ieri, prende posizione su quanto concesso dalla Regione a La Tortuga Srl.
Per ampliare lo specchio di mare da “sfruttare” come porto turistico all’interno del borgo marinaro. Trantino chiede ufficialmente all’assessorato regionale “Un urgente e immediato intervento in autotutela”. Sottolineando il parere “condizionato” del Comune e soffermando si più volte sul fatto che, quanto previsto, non corrisponda ai progetti dell’amministrazione per l’area.
Per la quale sono destinati 15 milioni di euro, nonché con la visione urbanistica tracciata nell’atto di indirizzo del Piano Urbanistico Generale.
Posizione sposata anche dal presidente del consiglio comunale. Sebastiano Anastasi chiede di “fare chiarezza, effettuare le necessarie verifiche tecniche e amministrative per tutelare le nostre tradizioni – dice – senza facili scorciatoie che rischiano di violare una storia millenaria che le istituzioni devono invece salvaguardare”.
La storia si ripete
La questione non è affatto nuova: la richiesta di ampliamento della concessione risale al 2020 e la prima conferenza dei servizi al 2022.
Una serie di ricorsi e di pronunciamenti del tribunale amministrativo. Nonché dietrofront da parte degli uffici regionali con l’annullamento in autotutela da parte della Regione hanno di fatto congelato la situazione.
Cittainsieme, in una nota nella quale annuncia la partecipazione alla protesta, parte addirittura da prima. “Dopo otto anni dalla prima istanza trasmessa alle autorità preposte e rimasta inascoltata – si legge – si sono susseguiti ricorsi, esposti, sit-in di protesta ed altre iniziative che l’anno scorso avevano portato alla revoca in autotutela della concessione per l’ampliamento dell’attuale porticciolo turistico in Ognina.
Adesso la Regione Siciliana torna sui suoi passi e concede un ampliamento che impedirà definitivamente l’accesso al mare ai cittadini”.
Al centro della questione sollevata all’epoca vi erano due questioni in particolare. Il taglio di oltre un metro del molo di Ponente e l’eliminazione degli approdi per le barche dei pescatori, oggetto di un’interrogazione presentata all’Ars a firma della deputata Josè Marano, in seguito alla quale l’allora assessora regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana, annunciò la revoca in autotutela.
Questioni parzialmente affrontate nella concessione attuale dove si salvaguardano i posti per le barche – ma solo poche unità – e si parla di “manutenzione del Molo di Ponente”.
L’intervento della Regione
Eppure ieri, a stretto giro di posta, è arrivato l’intervento dell’assessorato Territorio e Ambiente.
“La variante della concessione demaniale marittima richiesta dalla società La Tortuga Srl nel porticciolo di Ognina, a Catania, è stata rilasciata legittimamente dalla Regione Siciliana anche in seguito a decisione del Tar etneo.
E non avendo ricevuto formalmente dall’amministrazione comunale, dopo ripetuto sollecito e attraverso i canali procedurali previsti, una richiesta concorrente sul portale del demanio marittimo o un palese ritiro del parere positivo precedentemente espresso dalla stessa in sede di conferenza di servizi”.
Pubblica fruizione a rischio
Nessun riferimento specifico, poi, alla futura libera fruizione del “Molo di ponente”, altro aspetto su cui insistono le associazioni.
Nell’atto suppletivo con il quale si autorizza l’ampliamento, vengono riportate solo alcune righe. Nelle quali “L’ufficio si riserva di valutare l’apertura pubblica della testata del molo di Ponente una volta eseguiti i lavori di manutenzione dello stesso. Secondo quanto previsto in progetto, mediante la convocazione di conferenza” – si legge. Poche parole e fin troppo generiche per rassicurare chi teme la sottrazione di un bene pubblico.
“Nella città in cui viviamo il bene di tutti viene considerato proprietà di pochi e le norme urbanistiche continuamente violate da parte di palazzinari e speculatori – sottolinea Cittainsieme. Ci uniamo quindi alle numerose associazioni che oggi si recheranno al porticciolo di Ognina per chiedere a gran voce che un luogo dalla elevata valenza storica e paesaggistica venga reso fruibile a tutti, adeguatamente riqualificato, restituito alla dignità di una città normale quale vorremmo che fosse Catania”.
Fonte: Live Sicilia .
Il porto di Ognina verso la privatizzazione: sabato manifestazione di protesta
Sono già state installate delle barriere che vietano e impediscono l’accesso al mare ai cittadini ed ai diportisti che, finora, hanno usufruito gratuitamente dell’ormeggio pubblico
Il 17 ottobre scorso la Regione Sicilia ha rilasciato ad un gestore privato la concessione (in precedenza revocata in autotutela) per l’ampliamento dell’attuale porticciolo turistico di Ognina, già sede di precedente concessione. Sono già state installate delle barriere che vietano e impediscono l’accesso al mare ai cittadini ed ai diportisti che, finora, hanno usufruito gratuitamente dell’ormeggio pubblico.
Fonte: CataniaToday.
A Ognina stanno privatizzando il mare / di Daniele Lo Porto
La Regione Siciliana ha rilasciato la concessione (in precedenza revocata in autotutela) per l’ampliamento dell’attuale porticciolo turistico di Ognina, già sede di precedente concessione. E già sono in atto sistemi che vietano e impediscono l’accesso al mare ai cittadini. Con questa ultima decisione, assunta dalla Regione, senza che il Comune abbia avuto da eccepire o abbia contrapposto osservazioni, oltre duemila metri quadrati del litorale vengono resi inaccessibili, sottraendo uno spazio pubblico che, oltre ad accogliere attività nautiche, costituisce un ambiente caratteristico e tradizionale per la città. In particolare i residenti e i pescatori verranno così ad essere penalizzati, a vantaggio di una azienda privata. Per questi motivi sabato 23 novembre, alle 10, al porticciolo di Ognina, manifestazione di protesta nel tentativo di far recedere da questa ennesima speculazione ai danni della città. All’iniziativa aderiscono: Antimafia e legalità, Arci, Argo, Associazione comunista Olga Benario, Borgo marinaro di Ognina, Europa verde, Free Green Sicilia, I Siciliani giovani, Legambiente, Lipu, Oulp, Pd, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Volere la luna, WWF Sicilia nord orientale.
Fonte: FreePressOnline.
Proteste e tensioni al porticciolo di ognina: la comunità si mobilita / di Antonella Romano
Catania è al centro di un acceso dibattito riguardante l’ampliamento del porticciolo di Ognina, un’iniziativa che ha suscitato un’ondata di proteste tra cittadini, associazioni e rappresentanti politici. Il 17 ottobre, la Regione Siciliana ha autorizzato un progetto che prevede l’ampliamento della concessione per oltre 2.000 metri quadrati, destinati a un porto turistico all’interno di uno dei pochi spazi marittimi fruibili nella città. Tuttavia, l’approvazione ha scatenato una levata di scudi tra coloro che vedono in questo progetto una minaccia alla tradizione e alla storia del borgo marinaro.
La posizione del sindaco e delle autorità locali
Il primo cittadino, Salvo Trantino, è tra i più critici nei confronti del progetto. In una lettera inviata agli uffici regionali, ha chiesto un intervento immediato per bloccare l’ampliamento, ritenendo che non rifletta le esigenze e i piani urbanistici dell’amministrazione. Trantino ha messo in evidenza il parere “condizionato” del Comune e ha sottolineato che i 15 milioni di euro destinati alla riqualificazione dell’area devono essere utilizzati per preservare il patrimonio storico e culturale di Ognina.
Anche il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi, si è unito al coro di dissenso, chiedendo un’accurata verifica tecnica e amministrativa del progetto. La sua posizione chiarisce un punto importante: la necessità di tutelare le tradizioni locali e la storia millenaria del borgo, evitando “facili scorciatoie” che potrebbero compromettere il futuro della comunità.
La storia del progetto e le preoccupazioni
La questione dell’ampliamento non è nuova; la richiesta è stata presentata nel 2020 e ha subito diversi colpi di scena. Dalla prima conferenza dei servizi nel 2022 a vari ricorsi legali, la situazione ha visto un susseguirsi di eventi che hanno portato a un congelamento del progetto. Il movimento Cittainsieme, che ha attivamente partecipato alla protesta, ha ricordato che sono passati otto anni dalla prima istanza, senza che le autorità competenti abbiano fornito risposte concrete.
Le preoccupazioni principali riguardano:
Il taglio di oltre un metro del molo di Ponente.
La possibile eliminazione degli approdi per le barche dei pescatori.
Questi punti sono stati oggetto di interrogazioni all’Assemblea Regionale Siciliana, culminando nella revoca in autotutela della concessione da parte dell’allora assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana. La nuova concessione, pur cercando di salvaguardare alcuni posti per le barche, non riesce a tranquillizzare gli animi di chi teme una riduzione dell’accesso al mare per i cittadini.
La manifestazione e il coinvolgimento della comunità
Nella giornata di protesta programmata, numerose associazioni e movimenti politici hanno aderito all’iniziativa, sottolineando l’importanza di mantenere Ognina accessibile a tutti. La questione della fruizione pubblica del “Molo di Ponente” è centrale nel dibattito. Le associazioni hanno criticato la vaghezza delle dichiarazioni dell’assessorato riguardo alla futura apertura al pubblico del molo, temendo che l’ampliamento possa portare a una privatizzazione di uno spazio che dovrebbe restare di uso collettivo.
L’assessorato al Territorio e Ambiente ha risposto alle critiche affermando che la concessione è stata rilasciata legittimamente. Tuttavia, non ha affrontato in modo specifico le preoccupazioni riguardanti l’accesso pubblico al molo, lasciando molti dubbi senza risposta. La mancanza di chiarezza ha alimentato ulteriormente il malcontento tra i cittadini, che percepiscono una tendenza alla privatizzazione dei beni comuni.
In questo contesto, la protesta di oggi rappresenta non solo un’opposizione all’ampliamento del porticciolo, ma anche una richiesta di maggiore coinvolgimento della comunità nelle decisioni che riguardano il patrimonio storico e paesaggistico di Catania. Le associazioni hanno chiamato a raccolta chiunque desideri sostenere la causa per la salvaguardia del borgo marinaro, evidenziando come la fruibilità del mare debba essere garantita a tutti, senza eccezioni.
La manifestazione odierna si inserisce in un quadro più ampio di lotte cittadine per la difesa dei beni comuni e per un’urbanistica più attenta alle esigenze della comunità. È un richiamo a non dimenticare che il patrimonio culturale e naturale di Catania è un bene di tutti e deve essere tutelato con fermezza e determinazione, contro ogni forma di speculazione e privatizzazione.
Fonte: Normanna News.
LA REGIONE RIPROPONE LA PRIVATIZZAZIONE DEL GOLFO DI OGNINA / di Sinistra Italiana
Due anni addietro la Regione Sicilia, attraverso l’assessorato territorio ed ambiente accolse la richiesta della società La Tortuga di ampliare l’area di pertinenza del porticciolo turistico, estendendolo a buona parte del golfo di Ognina.
Una delle parti più struggenti della nostra città, borgo di pescatori e storico “Portus Ulissis” a partire dall’epoca romana e fino all’eruzione del 1381, rischiava di scomparire per fare spazio ad attività commerciali, per soddisfare interessi privati e generare profitto per pochi. Decine e decine di associazioni, partiti politici, sindacati, associazioni di categoria si mobilitarono per scongiurare la scomparsa del golfo di Ognina, chiedendo alla Regione di cambiare questa infausta decisione.
Oltretutto la Regione concedeva l’ampliamento di un porto di cui la Cassazione prima e successivamente il TAR, aveva riconosciuto l’illegittimità della concessione edificatoria rilasciata dal Comune di Catania, trattandosi di area vincolata, disponendo “l’immediata demolizione delle opere abusivamente realizzate” e la “rimessione in pristino dello stato originale dei luoghi”.
Gli abitanti di Ognina lanciarono anche una partecipata petizione popolare, che chiedeva di lasciare intatto uno dei litorali più belli della città.
Adesso, a distanza di due anni, la Regione Sicilia ci ritenta: l’assessore regionale al territorio ed ambiente ha concesso con atto del 17 ottobre 2024 a La Tortuga srl, alcune migliaia di metri di costa per ampliare l’attuale porticciolo turistico.
La Regione sottoscrive così una vera e propria svendita di territorio, regalando 2.187 mq del nostro litorale, rendendo inaccessibile il molo e lo specchio acqueo da esso racchiuso e dando il colpo di grazia al porticciolo: “uno spazio pubblico che, oltre ad accogliere le attività nautiche, permette di passeggiare lungo il mare per l’estensione dei suoi moli”, è stato sottoposto, per le sue bellezze naturali e panoramiche e per il particolare ambiente caratteristico e tradizionale, a due vincoli di tutela paesaggistica, in forza dell’adozione del Piano paesaggistico provinciale dalla Commissione Provinciale per le bellezze naturali e panoramiche di Catania con verbale n. 34 del 31.1.1964, convalidato dal D.P.R.S. n. 4183 del 26.7.66.
La Sovrintendenza BB. CC. AA di Catania, che avrebbe la funzione di difendere il patrimonio culturale ed ambientale della nostra isola, ha dato parere favorevole alla concessione dell’ampliamento.
Il comune di Catania, che in un primo momento aveva chiesto chiarimenti, ha espresso anch’esso parere favorevole.
Il borgo di Ognina, oggetto di un intervento di riqualificazione urbana tanto decantato dal comune di Catania, dovrebbe così fare a meno della vista del mare e del suo storico golfo.
In tal modo ogni intervento di risanamento si ridurrà ad un maquillage senza senso e valore, in un’area del tutto privatizzata e negata ai cittadini catanesi.
Sinistra Italiana si impegnerà per dare voce ai catanesi, agli abitanti del borgo ognina, alle tante associazioni che da anni portano avanti una battaglia per preservare le aree di particolare interesse storico- ambientale, affinché il litorale del golfo di Ognina non sia negato alla città. Sinistra Italiana chiede la revoca dell’ampliamento del porto La Tortuga concesso dall’assessorato regionale al territorio ed ambiente e dal governo regionale, chiede inoltre che l’amministrazione comunale muti il suo parere favorevole ed intervenga per bloccare l’ennesima speculazione ai danni della città e chiede infine che la Sovrintendenza
BB. CC. AA. revochi il parere favorevole e preservi una della aree più importanti della nostra città, già inserita nel Piano paesaggistico provinciale.
Comunicato stampa firmato il 09 Novembre 2024 da: Il segretario provinciale Giolì Vindigni il segretario cittadino Marcello Failla.
Fonte: diffuso da Le Iene Siciliane.
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