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Manifestazione a Torino nonostante i divieti

I Pro Palestina sfilano a Torino nonostante i divieti, il 7 ottobre 2024. Un migliaio di persone in corteo nonostante il divieto del Questore.

di Redazione - martedì 8 ottobre 2024 - 457 letture

La manifestazione si è snodata da piazza Castello, ha percorso poi via Po in direzione di piazza Vittorio Veneto. Alcuni petardi sono stati esplosi contro i reparti mobili schierati. "Ci volevano fermare, anzi non ci volevano neanche ma noi oggi lo stiamo dicendo chiaramente: Torino sa da chi parte stare e si riprende la città: oggi Torino è a fianco del popolo palestinese e della sua resistenza", ha detto uno speaker dal microfono. Tra i manifesti antagonisti e studenti.

Attimi di tensioni si sono vissuti intorno alle 21 quando i manifestanti pro Palestina hanno lanciato petardi, uova e frutta contro le forze dell’ordine e acceso alcuni fumogeni al grido di "Free Palestine". L’operatore di una tv è stato colpito in volto da un uovo. Feriti tre agenti: due agenti del reparto mobile e di uno della polizia scientifica. Tutti e tre sono stanno riportato lesioni a seguito del lancio di bombe carta e sono stati trasportati in ospedale.

Il corteo è poi proseguito verso piazza Vittorio Vento senza ulteriori scontri. Qui i manifestanti hanno acceso un falò nel quale è stata bruciata anche una bandiera di Israele.

Il comunicato dei pro Palestina

"Il diritto a manifestare il nostro dolore, la nostra rabbia e il nostro supporto per chi resiste alla furia genocida in Palestina, a manifestare il nostro dissenso nei confronti delle istituzioni che supportano mediaticamente, economicamente e militarmente questo genocidio è un diritto costituzionale". Lo scrive, in una nota, il coordinamento cittadino torinese per Gaza in vista della fiaccolata promossa per questa sera, a partire dalle 20, nel centro cittadino. "Per questo - prosegue il coordinamento Torino per Gaza - ribadiamo l’invito a tutta la cittadinanza ad unirsi alla fiaccolata: non usciamo in piazza soltanto per la Palestina e il Libano ma per i nostri stessi diritti calpestati da censura, intimidazioni istituzionali e repressioni violente. Questa fiaccolata nasce da una duplice necessità: commemorare i civili uccisi e collocare gli eventi in un contesto più ampio, all’interno del quale il diritto a resistere dei popoli palestinese e libanese deve essere tutelato e non sepolto strumentalmente sotto vuoti slogan di ‘diritto alla difesa’ e ‘attacchi preventivi’. Questa propaganda non trova riscontro nella realtà storica né nel diritto internazionale. Rifiutiamo le etichette che ci vogliono criminalizzare".

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Fonte: RaiNews.



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