Lucio Russo “L’America Dimenticata” (Mondadori Università)

Che Cristoforo Colombo non sia il primo europeo ad aver sbarcato nelle Americhe è un fatto storico oramai appurato. Lucio Russo avanza una sua ipotesi – ben più che fondata – sui cartaginesi.
Davvero stimolante il nuovo saggio di Lucio Russo edito per i tipi della Mondadori Università. Si tratta di un affascinante studio a cavallo fra storia e geografia su un tema piuttosto controverso. Ossia sull’ipotesi che Cristoforo Colombo non sia stato il primo europeo a sbarcare nelle Americhe. Un tema – lo ripeto – controverso poiché ciò determinerebbe un bel po’ di cambiamenti nella storiografia ufficiale. Quasi sempre, mi riferisco alla storiografica, non proprio recettiva in fatto di novità e alquanto conservatrice.
Il saggio è scritto davvero bene e in maniera scorrevole anche se affronta tematiche squisitamente scientifiche come i principi stessi della geografia. Il discorso dell’autore prende spunto dalle varie scuole storiografiche in riferimento al concetto di diffusione delle invenzioni e delle linee commerciali che da tempo immemore collegavano l’Europa, l’Africa del Nord e l’Asia. Si fa espresso riferimento alle civiltà dei tra grandi fiumi: Nilo, Eufrate/Tigri e Indo. In seguito Lucio Russo pone dei quesiti molto opportuni sulle antecedenti ipotesi di scoperta delle Americhe ad opera di alcune popolazioni europee e africane. In particolar modo le svariate spedizioni navali ad opera dei Cartaginesi oltre le classiche Colonne d’Ercole. Infine, argomenta sull’errore di Tolomeo che rimpicciolì il mondo. A dimostrazione che prima di Tolomeo si aveva contezza che c’erano terre al di là dell’Oceano Atlantico e sulla geografia della Cina.
Questo errore si deve far risalire a uno shock culturale che investì il mondo in occasione dell’incendio della Biblioteca di Alessandria occorso nel 165 dC. Incendio che distrusse la documentazione scritta sulle enormi e straordinarie scoperte scientifiche effettuate dagli scienziati greci ed ellenisti. Fu un danno enorme per la cultura mondiale. Per due motivi. Il primo, ci ha privato di scritti che avrebbero potuto accelerare il progresso dell’uomo. Il secondo, il mondo dopo il 165 dC fu un mondo più povero dal punto di vista culturale e ciò lo si nota dal livello appena appena sufficiente della produzione letteraria e scientifica prodotta dopo tale date.
Al fine di conoscere meglio il lavoro di Lucio Russo riporto alcune note tratte dal comunicato di presentazione del saggio.
Il testo
La quasi totalità degli studiosi ha finora negato l’esistenza di antichi contatti tra l’America e il Vecchio Mondo, ma in questo libro, indagando su una questione apparentemente secondaria di storia della geografia (l’origine di un grossolano errore di Tolomeo), si dimostra che le fonti ellenistiche dell’antico geografo conoscevano latitudini e longitudini di località dell’America centrale. Questa scoperta costringe a rivedere sotto una nuova luce molti aspetti della storia. Da una parte mostra come il crollo delle conoscenze che investì il mondo mediterraneo all’atto della conquista romana sia stato ben più profondo di quanto in genere si creda. Dall’altra apre nuovi possibili scenari di lungo periodo, lasciando intravedere la possibilità di sostituire all’idea oggi dominante dell’evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un’unica storia, connessa sin dalla remota antichità.
L’autore
Lucio Russo si è occupato di meccanica statistica, calcolo delle probabilità e storia della scienza. Su quest’ultimo argomento ha pubblicato La rivoluzione dimenticata (Feltrinelli 1996), Flussi e riflussi (Feltrinelli 2003) e, con Emanuela Santoni, Ingegni minuti (Feltrinelli 2010). È anche autore di alcuni pamphlet, come Segmenti e bastoncini (Feltrinelli 1998) e La cultura componibile (Liguori 2008).
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