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Luca Sartori e i labirinti del postmoderno

Hai tutta la morte davanti / Luca Sartori. - Aras, 2021. - 158 p. : br. - (Stile rana). - ISBN 9791280074294.

di Giovanni Darconza - venerdì 28 gennaio 2022 - 3416 letture

Il libro di Luca Sartori Hai tutta la morte davanti (Aras 2021) comincia a intrigare il lettore a partire dal titolo che esplicitamente richiama il verso finale della poesia “L’antilazzaro” del poeta cileno Nicanor Parra. Ma forse sarebbe più corretto parlare di Parra in termini di anti-poeta, come lui stesso ironicamente amava definirsi. E già questa potrebbe essere una possibile chiave di lettura per analizzare il romanzo di Sartori, dal momento che in Parra la scrittura è al contempo humor e gioco parodico, a metà strada tra il serio e l’irriverente. Ma è anche riflessione metapoetica e decostruzione.

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Copertina del libro di Luca Sartori - Hai tutta la morte davanti

Anche nel caso di Sartori si può parlare di parodia del giallo, o giallo problematico, o anti-giallo. Si parte dalle convenzioni del giallo tradizionale (di cui l’autore è un profondo conoscitore) per ribaltarle, parodiarle, decostruendo e rivelando tra le pagine i propri meccanismi narrativi. Non a caso nel romanzo si parla di due scrittori che parlano di un altro scrittore che è chiamato a scegliere in un concorso letterario, tra una rosa di candidati scrittori, il manoscritto vincitore.

Nel testo è possibile cogliere allusioni e ammiccamenti ai grandi classici del genere, da Agatha Christie (e il sottogenere della camera chiusa) a Borges, da Conan Doyle a Scerbanenco (lo pseudonimo con cui si firma il detective-scrittore di una delle storie è Arthur Jelling) fino al Paul Auster della New York Trilogy. Più che un storia, quello di Sartori è una serie di storie incapsulate una nell’altra (nella prefazione si fa un parallelismo con l’onirico Inception di Nolan), che sembrano percorrere universi paralleli e finiscono per convogliarci alla fine su uno stesso binario.

Hai tutta la morte davanti diventa un appassionato omaggio al giallo e al noir ma è al contempo una decostruzione del genere, un multiverso popolato da antieroi che sono sempre al tempo stesso vittime e carnefici, protagonisti e comparse di un intreccio labirintico di cui non riescono a tracciare una mappa. Come nei versi dissacranti del miglior Parra, poeta per eccellenza della tradizione postmoderna latinoamericana, la vivida immaginazione di Sartori costruisce caotici labirinti senza uscita tra i quali anche il lettore finisce per restare intrappolato, con un finale aperto in cui non mancano ingegnosi colpi di scena, come in ogni anti-detective novel che si rispetti.


Sinossi editoriale

Due vecchi amici, entrambi scrittori di scarso successo, si incontrano per caso dopo anni e uno dei due, Gabriele, confessa all’altro di aver quasi terminato un nuovo romanzo che si preannuncia un capolavoro. Tra ricordi e confessioni il discorso cade su una loro vecchia conoscenza, Arturo Buttacavoli in arte Arthur Jelling, protagonista di un fattaccio occorso due mesi prima. Jelling, scrittore di successo, era stato invitato da un enigmatico editore a trascorrere una notte su un’isola per assegnare un premio letterario, che si rivelerà però un vero e proprio incubo. In un’altra dimensione dove c’è un quadro che riproduce quella stessa isola, un individuo misterioso di nome J.J. si sveglia prigioniero e in totale oblio... Con un impianto metaletterario dove gli io narranti (e leggenti) si sdoppiano e vivono tre avventure in mondi paralleli che possono incontrarsi nello spazio-tempo a piacimento del lettore, il romanzo di Sartori è un vortice noir che non smette mai di guardare in faccia alla morte.


Leggi anche la recensione di Alessandro Castellari, su Girodivite.



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