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Luca Di Fulvio: L’ispettore Germinal alla caccia di un serial killer

L’ispettore Germinal alla caccia di un serial killer Rimandi letterari e cinematografici nel thriller di Luca Di Fulvio «La scala di Dioniso», uscito per Mondadori
di Redazione Antenati - domenica 18 settembre 2005 - 9193 letture

MAURO TROTTA, Il Manifesto, 16 settembre 2005

È abbastanza raro che un romanzo italiano venga scelto per diventare un film prima ancora di essere pubblicato o, meglio, prima ancora che l’autore abbia terminato di scriverlo. È quanto è accaduto a La scala di Dioniso di Luca Di Fulvio (Mondadori, pp. 484, euro 17) i cui diritti cinematografici sono stati acquistati dalla Colorado Film per un film che sarà diretto da Gabriele Salvatores. Il nuovo thriller di Di Fulvio è incentrato sulle imprese di un serial killer che inizia a colpire la notte del 31 dicembre del 1899, al momento del passaggio nel nuovo secolo. A partire da quel momento una catena di delitti si abbatte sulla Mignatta, il quartiere periferico della grande città in cui è ambientato il libro. Qui abitano gli esclusi e i miserabili - ladri, tagliagole, prostitute - ma anche gli operai e gli azionisti di un grande zuccherificio. Ed è nelle ville di questi ultimi e contro le loro consorti che si scatena la furia dell’assassino, un assassino crudele e fantasioso nel suo modus operandi. E alla Mignatta, la «sanguisuga», arriva l’ispettore Milton Germinal, eroinomane e disperato, incaricato di seguire il caso. Tra freaks e fenomeni da baraccone, tra scioperi e rivoluzionari di professione, la vicenda si dipana fino alla sua conclusione con un flash back finale che chiarirà ogni cosa.

Al di là della storia, però, sono diversi i motivi di interesse di questo romanzo. Innanzi tutto la qualità della scrittura che coniuga frasi brevi e incisive con una rimarchevole ricchezza lessicale e si situa, in qualche maniera, nella scia dei grandi autori ottocenteschi come Edgar Allan Poe o Émile Zola. Del resto, il grande scrittore francese risuona nel cognome del protagonista, Germinal, appunto, come il titolo del romanzo zoliano incentrato sulle lotte dei minatori - e anche ne La scala di Dioniso ci sono scioperi e lotte operaie. Non solo, il nome dell’ispettore è Milton, come l’autore del Paradiso perduto (e l’esperienza vissuta da Germinal rappresenterà davvero, in qualche misura, una discesa all’Inferno), mentre Zola è il nome del mostruoso assistente di uno dei due medici legali che compaiono nel romanzo e che hanno entrambi i nomi di famosi ballerini e coreografi della seconda metà del Settecento: Noverre e Vestris. Insomma, ci si può divertire a svelare questo gioco di rimandi letterari e culturali, fondato sui nomi dei personaggi, che attraversa tutto il romanzo, per cui il commissario capo si chiama Sanguineti e c’è anche un nano Tristante, come un arbitro spagnolo, diventato noto per un clamoroso errore a favore del Real Madrid in una partita con il Valencia dello scorso anno. Il gioco ritorna, inoltre, nel rimando a una tragedia come Le Baccanti di Euripide che, come in una sorta di palinsesto, rappresenta la trama nascosta di tutta la storia.

Anche i riferimenti al cinema sono molteplici. Da un lato, il direttore e gli ospiti dell’Istituto delle Malformazioni - la Città degli Animali, come viene comunemente chiamata - rimandano a film come Freaks di Tod Browning (1932) o The Elephant man di David Lynch (1980). Dall’altro, la storia, l’indagine e l’investigatore evocano Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton (1999) - ambientato, tra l’altro, anch’esso sul finire di un secolo, nel 1799 - o From Hell dei fratelli Hughes (2001), con l’oppiomane ispettore Abberline.


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