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Los Politicos

Una anteprima nazionale a Catania. Il testo teatrale di Josè Ovejero per la regia di Emanuela Pistone.

di Sergej - venerdì 30 dicembre 2011 - 5667 letture

Loro sono due, giovani, rampanti. Due "cavalli di razza" della politica. Due rappresentanti di quella che in maniera ottocentesca oggi viene definita "la casta". E’ molto interessante assistere a uno spettacolo teatrale in cui vengono rappresentati "senza veli" due politici - uno di sinistra e uno di destra. Gli occhi sono quelli di un autore spagnolo, José Ovejero. E qui cominciano gli elementi di straniamento. Perché ciò che oggi in Italia viene considerato "di sinistra" e "di destra" non è esattamente la stessa cosa della "sinistra" e "destra" in Spagna (anche se il testo è stato pdorotto sotto il governo della sinistra di Zapatero). Direi soprattutto questo: ciò che è destra e sinistra politica in Europa non è la stessa cosa di ciò che esiste a livello politico in Italia. Le diversità di "posizioni" e allusioni richiedono un pubblico capace di riannodare i fili mentali e concettuali con ciò che è normale nel resto del mondo. Un esercizio a cui siamo disabituati, impegnati come siamo a arroccarci nella nostra paurosa italia ottocentesca.

Nell’operazione di Ovejero è insito il rischio - quello che una volta (negli anni Sessanta e Settanta, poi dopo è stato l’annichilamento di questa parola e di questo riferimento concettuale) veniva definito "qualunquismo", l’appiattimento di chi vede il mondo attraverso il buco della serratura - quello per cui "tanto sono tutti uguali", "tanto tutti magnano allo stesso modo" e cose di questo genere. I due fantocci della politica, il Politico di Destra e il Politico di Sinistra si svelano sulla scena in un tempo sospeso - litigano, si riconciliano, si scambiano favori, si dichiarano reciproca ammirazione, si dicono convinti di essere impossibili l’uno senza l’altro, parte di una stessa cosa due facce di una stessa medaglia. Tra pulsioni machiste e omosessuali (la politica, il potere tra sesso e pulsione di morte), il ballo dell’attrazione (una scena prevede persino una milonga ballata dai due) e della guerra. Merito del testo e della regia saper evitare possibili cadute ideologiche.

Qualcuno ovviamente ricorderà un altro "politico", la maschera di Cetto La Qualunque di Albanese (in tv e poi al cinema con "Qualunquamente"). Il testo di Ovejero non si proietta sul realismo deformante e grottesco di Albanese. Forse la politica spagnola non ha ancora saputo raggiungere le punte estreme della politica italica (almeno si spera che sia così). la maschera di Cetto La Qualunque è la maschera per eccellenza del politico italico, estrema, smodata, "volgare". I due politici di Ovejero si presentano invece ben vestiti, forbiti, con begli abiti e dal fare accattivante. Ma proprio la loro apparenza di giacca e cravatta svela l’inconsistenza di vite diventate ruolo, marionette di una rappresentazione che ha smarrito il suo senso da tempo. Essi promettono porchetta e buffet, al termine, ma al termine non c’è nulla. Si ride, con il testo di Ovejero, si ride amaro.

Abbiamo assistito al teatro Machiavelli di Catania - un’ala dell’antico Palazzo Sangiuliano di piazza Università, recentemente restaurato - giorno 29 dicembre 2011 ad un’ottima performance. Accattivanti i due attori protagonisti, Francesco Foti e Salvo Piro. Bravi anche gli attori in secondo piano: Badoue e Mansour Gueye nel ruolo di guardie del corpo; Marie Kolie voce emozionante (ruolo di cameriera, in una scena canta l’Internazionale in francese); Elisabetta Vinci uccelletto garbato e sbeffeggiante (ha il ruolo della fotografa "nuda"); le gambe ironiche di Ludovica Calabrese (la ragazza pon-pon). Inutile dire che determinante per la riuscita della piece è la regia intelligente di Emanuela Pistone.

Quella di Pistone e della sua compagnia è un’operazione politica interessante. Sia per la scelta del testo, che per la polemica insita nello scegliere di lavorare senza farsi pagare. Ingresso libero, infatti - viene chiesto un contributo alla fine, con gli attori che girano con il cappello, così come fanno gli artisti di strada. In questi anni di progressivo soffocamento della cultura e dell’arte teatrale in Italia, "grazie" ai tagli e al potere che ci governa che considera l’arte inutile e in sovrappiù - in sovrappiù i musicisti, in sovrappiù gli insegnanti, in sovrappiù i giovani e i pensionati, siamo tutti in sovrappiù per chi ci governa -, riaffermare la "gratuità" dell’arte è un segno di dignità. E si sa, la dignità è rivoluzionaria. Almeno, oggi lo è in Italia. A pochi metri di distanza dal teatro Machiavelli, un altro gruppo di attori hanno scelto di compiere un altro gesto di dignità: l’occupazione del Teatro Coppola da anni abbandonato dall’incultura amministrativa della città, e restituito alla città. Ecco, queste sono due cose che sono accadute a Catania. E ci fa davvero piacere poterne parlare qui.


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Note di regia sulla messa in scena di Los Politicos

“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare” (Albert Einstein)

Questa considerazione riassume esattamente il significato che vorrei fosse tratto dalla nostra messa in scena del testo di Ovejero: una presa di coscienza da parte di tutti noi, un monito e un’occasione per la riscoperta di un’etica, di un ideale, di un senso profondo di responsabilità nei confronti della società in cui viviamo, tutte virtù che ci appartenevano ma che sembriamo aver smarrito. Due uomini, Politico di Destra e Politico di Sinistra, significativamente senza un nome proprio, si incontrano in uno spazio indefinito: un podio? Un ring? Entrambi aspettano che si raccolga il proprio uditorio, i propri elettori. Ma l’uditorio non arriva, non c’è. Nell’attesa si rivolgono al pubblico in sala che vivrà la verità dei due protagonisti i quali si offrono senza censure fino a superare i limiti della decenza. I due uomini litigano, al pari di una coppia si insultano, si provocano, si esasperano ma necessitano l’uno dell’altro, legati saldamente da una simbiosi che li unisce “come lo squalo alla remora“ (dice il Politico di Sinistra). Insieme al pubblico, protagonisti di questo spettacolo sono anche due bodyguards, una Donna delle Pulizie e due Ballerine, sintesi di quella pluralità di sguardo offerta dalla società multietnica in cui di fatto viviamo. Una società nuova, difficile, che però potrebbe restituirci quelle virtù che abbiamo smarrito per strada, gravida di promesse che, magari, riuscirà a mantenere. Gravida come “gli uomini incinti” che per i visionari Cartura sono metafora di un futuro diverso, di un mondo migliore e che, muti, osservano lo spettacolo di varia umanità di Los Politicos tra gli scoop di una grassa donna nuda, una “perfetta” esibizione di tip-tap, una sensuale milonga, uno scatenato rock & blues e numeri acrobatici che si concludono con la provocatoria promessa di un buffet… “che non c’è!”

Emanuela Pistone


Biografie

José Ovejero (Madrid, 1958) è vissuto in Germania e poi a Bruxelles, dove risiede attualmente, conciliando per lungo tempo il lavoro di interprete con quello di scrittore. La sua produzione letteraria comprende, oltre al teatro, vari generi: racconti, Cuentos para salvarnos todos (1996) e Come sono strani gli uomini (Voland 2003); romanzi, fra cui Nostalgia dell’eroe (Voland 2005) e Huir de Palermo (1999). Vanno menzionati anche i libri di viaggio, Bruselas (1996) e Cina per ipocondriaci, quest’ultimo insignito del premio Grandes Viajeros nel 1998 (uscito in italiano per Feltrinelli). Con la raccolta di poesie Biografía del explorador ha vinto il premio Ciudad de Irún nel 1993. È stato anche insignito del prestigioso premio Primavera per il romanzo La vita degli altri (Voland 2008). Il suo ultimo romanzo, Un anno nero per Miki (Voland 2011) è stato presentato all’Instituto Cervantes di Milano lo scorso 28 Novembre. I suoi libri sono tradotti in italiano, francese, tedesco, portoghese e olandese.

Emanuela Pistone regista e attrice, ha lavorato per il cinema con i fratelli Taviani, Alessandro D’Alatri, Audrey Wells; per la televisione con Pippo Baudo, Vittorio Sindoni, Stefano Reali; in teatro è stata assistente del Premio Oscar Nicola Piovani e di Vincenzo Cerami, ha collaborato a lungo con Armando Pugliese e recentemente con Lamberto Puggelli. Ha firmato regie per Festival Internazionale Festa d’Africa, Dialog Festival, Gesti; collabora da anni al prestigioso Premio Europa per il Teatro. Dal ’94 si occupa di cultura dell’Africa subsahariana e nel 2004 fonda Isola Quassùd di cui è presidente e direttore artistico. L’associazione coinvolge un nutrito gruppo di artisti immigrati con l’intento di sostenere e diffondere la cultura della solidarietà attraverso la promozione delle nuove drammaturgie straniere e delle culture altre, soprattutto quelle dell’Africa sub-sahariana.

Francesco Foti diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, si perfeziona con workshops di recitazione, di voce e scrittura in Italia e all’estero. Molto Teatro, dagli autori classici (Pirandello, Shakespeare, Checov) ai contemporanei (Albee, Camus); Cinema (Giuseppe Tornatore, Roberto Faenza, Giuseppe Piccioni) e Televisione, con ruoli comici e drammatici (Raccontami; Il capo dei capi; All Stars; Squadra Antimafia 3; Tutta la musica del cuore, prossimamente su Raiuno). Ha lavorato in Radio (con Francesco Salvi e Paolo Villaggio, tra gli altri) e nel Cabaret (anche con i Cavalli Marci). Ha scritto, diretto e interpretato Relazioni più o meno pericolose; Sotto il vestito Foti e il monologo Niuiòrc Niuiòrc, attualmente in tournée in Italia.

Salvo Piro diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio D’Amico" di Roma e alla scuola del Teatro Stabile di Catania, si perfeziona con Orazio Costa Giovangigli. Ha lavorato con registi quali Giuseppe Di Martino, Lamberto Puggelli, Armando Pugliese e attori come Giulio Brogi, Massimo Foschi, Piero Sammataro, Maddalena Crippa, Galatea Ranzi, Andrea Giordana, Paolo Virgilio, Virgilio Zernitz. Assistente di Puggelli per le produzioni di lirica e prosa in Italia e all’estero, da alcuni anni si dedica alla regia. Ha firmato Historia von doctor Johannes Faustus, Orlando ovvero la giostra delle illusioni, Il marinaio, Gratia plena, Hor Un labirinto, Storie di ordinaria pedofilia, Gelsomino d’Arabia, Memoria della Terra, Dei Babelici Pasticci, Prove di fuga dalla terra, Taralatàa. Sua la regia de La Fionda messo in scena per il Teatro Machiavelli nel maggio 2011.


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