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Lo Squalificato

Riscopriamo un libro di uno degli autori più controversi di lingua giapponese, Osamu Dazai

di Piero Buscemi - mercoledì 11 gennaio 2023 - 2583 letture

Chi non ha mai letto nulla di questo autore, dopo aver letto questo libro, avrebbe la sensazione di trovarsi di fronte il testo di uno dei tanti scrittori americani della scuola beat degli anni ’50 sotto falso nome.

Il periodo di scrittura dello scrittore giapponese si colloca proprio in quell’arco di tempo che ci ha consegnato i famosi romanzi americani, ricchi di un verismo traviato, alcolizzato da esperienze di vita da consumare velocemente, narcotizzato da fughe dalla realtà da perseguire con tutto ciò si disponesse in quegli anni per allonarsi, almeno mentalmente dalla follia della guerra, mai del tutto finita.

Lo SqualificatoOsamu Dazai scrisse Lo Squalificato a ridosso della fine della seconda guerra mondiale (come in altre occasioni, scriviamo in minuscolo per sostenere la poca risonanza che l’atrocità della guerra merita di essere esaltata), il libro fu pubblicato nel 1948 e seguì il successo del suo precedente Il sole si spegne (1947).

L’alienazione del protagonista che in una lunga confessione racconta il suo disamore per la vita, tanto da giungere in più di un’occasione vicino al suicidio. Il suo tentativo fallito di seguire il sogno del padre che lo vuole studente universitario, a costo di grossi sacrifici economici. La sua più propensa indole di abbandonarsi a un mondo parallelo, aiutato da un’innata pigrizia mentale che ricorda Antoine Roquentin de La Nausea di Jean-Paul Sartre. L’abbandono completo all’artificiale realtà che alcolici di scarsa qualità, morfina a credito che gli fornisce la commessa di una farmacia. E, come atto finale di una vita aberrante e inutile da vivere, i tentativi di suicidio.

La debolezza psichica dell’autore/protagonista si manifesta nel suo continuo tentativo di relazionarsi con il mondo femminile. Donne conosciute per caso dalle quali farsi sedurre, più per un appagamento fisico e una fonte facile di denaro da sperperare nei suoi vizi privati, che per necessità di contatto umano e scambio sentimentale.

Ci sono forti richiami all’arte. Ma non l’arte che originò i capolavori e gli artisti oggi ammirati nei musei del mondo, prodotti in quegli anni di estrosa ispirazione. Quella del protagonista Ōba Yōzō, alter ego dello scrittore, che si cimenta in opere che ritraggono fantasmi, metafora di un’intera vita e della storia che le pagine del libro ci restituiscono.

L’autore riesce anche a introdurre un lato ironico, buffonesco per la precisione, che la sua natura lo porta a interpretare in età infantile per attirare e nel contempo estraniarsi dai suoi coetanei e dai dogmi rigidi che l’educazione e la cultura giapponese impone forse anche ai giorni nostri.

Un libro che ha rivoluzionato oltre settanta anni fa l’idea generalizzata della cultura e della società nipponica, rischiando anche di occidentalizzarla oltre le stesse intenzioni dell’autore. Un libro che meriterebbe di essere scoperto dalle nuove generazioni come un antidoto contro l’alienazione e la solitudine dei nostri tempi. Le divagazioni manga di qualche anno fa, sia in Giappone che in Italia, che alcuni editori hanno proposto a un pubblico più giovane, hanno cercato in qualche modo di addolcire la crudezza di un pensiero sulla vita che Osamu Dazai ci ha donato senza particolari sconti letterari.


Chi era Osamu Dazai

Osamu Dazai è stato un scrittore giapponese considerato una delle figure più importanti della letteratura giapponese del XX secolo. Nacque nel 1909 in una famiglia agiata di prefettura di Yamagata e si laureò all’Università di Tōkyō nel 1933. Dopo un periodo di esperienze lavorative come funzionario governativo e giornalista, decise di dedicarsi alla scrittura.

Dazai ha scritto romanzi, raccolte di racconti e saggi, ma è soprattutto conosciuto per le sue opere di fiction, che hanno come tema centrale la vita degli intellettuali e dei giovani della sua generazione. Ha scritto anche molto sulla sua vita personale, attraversando un periodo di difficoltà personale e ricorrendo al suicidio nel 1948.

Tra le sue opere più famose si possono citare "No Longer Human" e "The Setting Sun". Quest’ultimo romanzo, scritto nel 1947, racconta la storia di una famiglia aristocratica in crisi durante la fine dell’era Taishō e l’inizio dell’era Shōwa, riflettendo le difficoltà economiche, sociali e morali del Giappone di quell’epoca.

Il suo lavoro ha contribuito a creare un nuovo genere letterario noto come "I novel" (romanzi "I"), con la descrizione diretta delle esperienze e dei sentimenti dell’io narrante.

Dazai è stato anche un innovatore della prosa giapponese, introducendo uno stile psicologico più sottile e una maggiore attenzione alla descrizione dei sentimenti e delle emozioni. Ancora oggi è considerato uno dei più grandi scrittori giapponesi del XX secolo.

Tra le sue opere:

- "No Longer Human" ( "Ningen Shikkaku" o "Lo Squalificato")

- "The Setting Sun" ( "Shayō" o "Il tramonto" ) - Questo romanzo, scritto nel 1947, racconta la storia di una famiglia aristocratica in crisi durante la fine dell’era Taishō e l’inizio dell’era Shōwa, riflettendo le difficoltà economiche, sociali e morali del Giappone di quell’epoca.

- "Return to Tsugaru" ( "Tsugaru Kaikyo" o "Ritorno a Tsugaru" ) - Questo romanzo racconta la storia di un uomo che torna nella sua città natale in Giappone per assistere al funerale del padre, ripercorrendo i ricordi del passato e riscoprendo la sua identità.

- "Vita di una creatura" ( "Seibutsu no Shōgai") - Questa raccolta di racconti esplora i temi della solitudine, della depressione e dell’alienazione, attraverso le storie di personaggi che lottano per trovare il loro posto nel mondo.

- "Pianura senza strade" ( "Michi no Nai Kōgen")- Questa raccolta di racconti, scritta negli anni ’40, esplora i temi dell’identità, dell’amore e della morte, attraverso storie di personaggi che cercano di trovare la loro strada nella vita.

- "Run, Melos!": ( "Hashire, Melos!" ) - Questa novella racconta la storia di un giovane greco che vive nell’antica Grecia, combattendo per la sua città e cercando di capire il significato dell’onore e della lealtà.


Il romanzo "Lo squalificato"

"No Longer Human" (in giapponese "Ningen Shikkaku" tradotto anche come "Lo Squalificato" ) è un romanzo scritto da Osamu Dazai, pubblicato per la prima volta nel 1948. Il romanzo è stato scritto nel periodo immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale e rappresenta una delle opere più significative dell’autore.

La storia segue le vicende del protagonista, Oba Yozo, un giovane uomo introverso che si sente "squalificato" dalla società e non in grado di adattarsi alle sue aspettative. Yozo cerca di trovare il suo posto nel mondo attraverso una serie di relazioni, ma fallisce sempre. La sua vita è caratterizzata dall’alcoolismo, dalle dipendenze e dai suicidi falliti.

Il romanzo è scritto in prima persona e si presenta come un’autobiografia fittizia del protagonista, che racconta la sua vita e le sue esperienze in uno stile introspettivo e confessional. Il linguaggio utilizzato è fluido e allo stesso tempo preciso, che cattura perfettamente il mondo interno del protagonista e l’atmosfera generale del periodo storico in cui è stato scritto.

Il tema centrale del romanzo è l’alienazione umana e la difficoltà di adattamento alla società, esplorando anche temi come la depressione, il suicidio e la solitudine. L’opera ha un’enfasi particolare sulla descrizione della lotta interiore del protagonista e sulla sua incapacità di esprimere i propri sentimenti, anche se non è una semplice descrizione di una sola persona, ma di una generazione intera.

Il romanzo ha avuto un grande successo e ha ispirato molte opere successive, è considerato un classico della letteratura giapponese e ancora oggi molto amato dai lettori.



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