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Little Miss Sunshine: l’altro cinema americano

Little Miss Sunshine, una piccola produzione indipendente che ha fatto incetta di premi in festival come il Sundance, Deauville e in Italia al festival di Locarno è il sogno avverato di ogni regista e produttore indipendente: uscito a fine luglio su otto schermi, si è ritrovato, un mese dopo, in millecinquecento.

di Liliana Rosano - mercoledì 4 ottobre 2006 - 6047 letture

È stato il caso dell’estate cinematografica americana. E questa volta non stiamo parlando né di un legal thriller portato sugli schermi né tanto meno di una spy story o di un film d’azione alla Mission Impossibile.

Little Miss Sunshine, una piccola produzione indipendente che ha fatto incetta di premi in festival come il Sundance, Deauville e in Italia al festival di Locarno è il sogno avverato di ogni regista e produttore indipendente: uscito a fine luglio su otto schermi, si è ritrovato, un mese dopo, in millecinquecento.

Il segreto? Mostrare con ironia l’America che Bush cerca di ignorare. Una piccola, graffiante, commedia amara, on the road, su una famiglia fallimentare che a bordo di un vecchio pulmino Volkswagen tenta di traghettare la figlia minore, una ragazzina grassoccia e miope, verso la realizzazione di uno dei tanti sogni americani: il concorso di bellezza per bambine “Little Miss Sunshine”. Un viaggio, lungo sette miglia, durante il quale, la madre divorziata ed ansiosa, il nuovo compagno, motivatore aziendale fallito, il nonno sboccato ed eroinomane, lo zio gay fresco di tentato suicidio, e l’adoloescente ribelle votato al silenzio, si confrontano con un linguaggio crudo e realistico, in un tragitto esistenziale che li porta a ribaltare il sistema di valori della società americana, sistema basato sul successo a tutti i costi, che condanna ad essere perdente chiunque si distacchi da questo sistema di riferimento.

Quando nella scena clou tutta la famiglia sale sul palco delle Miss, fuggendo dalla perfezione plastificata dei concorsi tv, dalla omologazione delle bimbe-adulte e truccate, dal cinismo delle madri manager, capiamo che si stanno distaccando dalla mitologia del successo e dalla massificazione. E quando li vediamo salire correndo, su quel pulmino scassato, ci sembra che possano andare lontano.


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Little Miss Sunshine: l’altro cinema americano
23 ottobre 2006

Bella recensione. Solo una pecca di distrazione quando dici: Un viaggio, lungo sette miglia. In realtà le miglia sono settecento. Un saluto!
    Little Miss Sunshine: l’altro cinema americano
    30 ottobre 2006

    grazie per la precisazione. un saluto lili