Licenziato in diretta

I 160 anni del Sole24ore – Usa: sfrattati giornalisti critici – Un giovane su due è disconnesso – Male le vendite dei quotidiani, male la pubblicità, ma l’Europa dà soldi per i giornali: informazione o pubblicità?
USA: SFRATTATI GIORNALISTI CRITICI – Testate e giornalisti critici nei confronti di Trump sono stati “sfrattati” dagli spazi di lavoro presso il Dipartimento della Difesa. Le testate “sfrattate” sono quelli della Cnn e del Washington Post e anche i giornalisti di The Hill e The War Zone, del The New York Times e dell’Nbc News. Al loro posto testate più piccole vicine alla destra e pro Trump che finora non avevano mai avuto uno spazio a loro riservato al Pentagono. Di conseguenza, a fine gennaio, One America News Network sostituirà Nbc News per il resto dell’anno, Breitbart sostituirà National Public Radio, The New York Post sostituirà The New York Times e HuffPost sostituirà Politico. Le modifiche riguardano solo gli spazi di lavoro, non le credenziali per accedere alle conferenze stampa.
I 160 ANNI DEL SOLE 24 ORE – Era un martedì il 9 novembre 1965 quando in edicola apparve un nuovo quotidiano, risultato di una fusione fra il Sole (nato nel 1865 e diventato di proprietà della Confindustria nel 1952) e il 24 Ore (nato nel 1946 e dal 1961 di proprietà della Confindustria). Oggi il quotidiano economico ha sede a Milano, in viale Sarca e compie 160 anni di vita. In tutti questi anni ha interpretato sempre la linea padronale malgrado si siano succeduti diversi direttori di vario orientamento culturale e politico. Ricordiamo soltanto Gianni Locatelli, Salvatore Carrubba, Ernesto Aucci, Ferruccio de Bortoli, Gianni Riotta, Roberto Napoletano e tanti altri. Oggi è diretto da Fabio Tamburini e dal 16 marzo 2021 ha cambiato il formato: da sette passa a 6 colonne e anche la pagina è più corta. La Procura di Milano, nel 2019 ha chiesto il rinvio a giudizio del direttore Roberto Napoletano e dell’ex presidente del Cda, Benito Benedini nonché dell’ex amministratrice delegata Donatella Treu per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato.
MALE PUBBLICITÀ SU CARTACEO – Gli investimenti pubblicitari sui quotidiani registrano un passivo a -8,7%. I settimanali del -9,6%. In pareggio i mensili. Per quanto riguarda i quotidiani, la Commerciale nazionale registra un -4%; la Commerciale locale -4,2%. Quella legale addirittura del -44,7%. Per quanto riguarda i periodici, complessivamente, c’è una diminuzione del 5,3%. I settimanali sono a -9,6%; i mensili a +0,3%; le altre periodicità a -10,8%.
ANCORA MALE VENDITE DEI QUOTIDIANI – Sembra non finire la crisi che ha investito, ormai da decenni, le vendite dei quotidiani cartacei. Se facciamo un confronto fra l’agosto 2008 e l’agosto 2018, vediamo che il Corriere della sera vendeva 455.876 copie; nell’agosto 2018, 212.147; la Repubblica passa da 442.836 copie a 166 mila copie; La Stampa, da 262.711 a 113.466. Il Giornale da 166.991 a 51.871; il Fatto da 70.731 (2010) a 35.118; Libero da 121.115 copie a 29.821. Oggi ci sono poche variazioni. Secondo i dati Ads (Accertamento diffusione stampa), nei primi 15 giorni del dicembre 2024 i quotidiani italiani hanno diffuso 453.807 copie cartacee al giorno, arrivando a 838.833 assommando le copie cartacee vendute in edicola, il digitale, abbonamenti e copie vendute in blocco ad associazioni, alberghi, treni ecc. Nel 1990 si vendevano 6,8 milioni di copie di quotidiani, copie che sono diventate 4 milioni nel 2003 e 2 milioni nel 2013
L’EUROPA SBORSA SOLDI PER I GIORNALI – Se le vendite dei quotidiani vanno male, in compenso l’Europa ha deciso di sborsare 130 milioni di euro per i media a seguito delle ultime elezioni europee. Un po’ di ossigeno per i giornali. E chi sono i beneficiati di tale manna? Non è dato sapere. A suo tempo Il Fatto aveva informato che i fondi riguardavano Rai, Mediaset, Sky, Il Sole 24 ore, Corriere della Sera, Repubblica, alcune agenzie di stampa, Citynews. La domanda allora è: quello che pubblicavano queste testate era informazione o pubblicità?
UN GIOVANE SU DUE È DISCONNESSO – Il 45% dei giovani italiani, tra i 18 e i 28 anni (1 giovane su 2), ha dichiarato di percepire almeno ogni tanto una disconnessione tra la vita online e quella offline. Conseguenza di questa disconnessione sono solitudine, frustrazione e ansia. Le cifre sono il risultato di una indagine Doxa commissionata da Lenovo e fatta conoscere da Adnkronos. Tra gli intervistati della cosiddetta Gen Z più di un terzo (38%) ritiene sia più facile esprimersi online piuttosto che offline, mentre il 75% vorrebbe poter avere conversazioni delicate e profonde con la famiglia e i propri cari nella vita reale.
LICENZIATO IN DIRETTA – Non capita frequentemente, per fortuna, essere licenziati in diretta. Eppure è capitato al giornalista sportivo Manuel Parlato. Dall’hotel Sheraton di Milano, in occasione della chiusura del calciomercato, il giornalista di Sportitalia ha commentato la gag del collega Tancredi Palmeri che ha chiuso simbolicamente la porta della sala per poi riaprirla più volte, fingendo di cercare alcuni giocatori associati al Napoli durante il mercato. Secondo Adnkronos e Primaonline, il direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, sarebbe intervenuto con queste parole: «Vabbè Manuel, ciao, buonanotte! Vai a lavorare a Canale 21, vai! Via, ciao! Hai sbagliato televisione, la poesia la fai altrove, via! Cambia canale e fai il tifoso a casa tua! Chiudiamo il collegamento con Manuel, che qua dentro non ci lavora più! Se vuoi fare il simpatico, puoi farlo fino a un certo punto. Da oggi puoi andare a casa, perché se vuoi fare il fenomeno coi napoletani fallo pure. Fino a che si tratta di ironie social del ceto medio napoletano lo accettiamo, il resto no». Sull’episodio è intervenuto Il Presidente dell’Ordine Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e ha dichiarato che interesserà l’Ordine della Lombardia perché il direttore Michele Criscitiello è iscritto all’Ordine della Lombardia per questa vicenda definita «vergognosa».
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