"Libere dalla violenza": 4000 persone sfilano per le vie di Bologna

In occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, sabato 25 a Bologna hanno manifestato circa 4000 persone. Molte le anime del corteo:presenti le esponenti Ds del consiglio comunale e regionale, molti esponenti della Cgil,collettivi e associazioni come la Casa delle Donne, il Cassero donna, Fuoricampo, Arcilesbica. Tanti gli striscioni e i cartelli che riportavano le date degli stupri e delle violenze avvenuti nel nostro Paese dall’estate scorsa ad oggi.
Se da un lato le violenze nei confronti delle donne non hanno purtroppo mai smesso di verificarsi, è vero che negli ultimi mesi si è assistito ad una impressionante escalation di aggressioni. Da qui la necessità di creare nuovi metodi di indagine del fenomeno: grazie ad un progetto che vede la collaborazione fra Comune di Bologna e Procura, partirà a breve la sperimentazione di un nuovo archivio sulle violenze sessuali, basato sull’indagine statistica degli episodi denunciati alla Procura, la loro frequenza, gli orari, le caratteristiche degli aggressori.
La notte tra il 26 e il 27 maggio scorso, all’uscita del Parco Nord a Bologna, Mara è stata aggredita ma si è ribellata ed è riuscita a sfuggire al suo aggressore. Lui si chiama Luigi Maraia, ha 35 anni ed è residente a Cravalcore. Per questo il 2 dicembre alle 15 proprio a Crevalcore si terrà un presidio organizzato dal coordinamento ”quelle che non ci stanno”. L’obbiettivo è quello di ripercorrere i luoghi fisici in cui si sono verificate le violenze o in cui vivono i violentatori.
L’aggressore del Parco Nord è un padre di famiglia ed è italiano; contrariamente a ciò che tanti pensano, i molestatori o gli stupratori non sono sempre di colore, stranieri, o affetti da qualche malattia che li rende incapaci di intendere e di volere nel momento in cui aggrediscono una donna. Uscire da questo pregiudizio significa prendere coscienza del fatto che un uomo aggredisce perché considera la donna un oggetto di cui può disporre liberamente, e che la nostra società è ancora fortemente maschilista. Se questo fosse solo uno slogan femminista perfettamente calzante qualche decennio fa e ora ormai anacronistico, non potremmo spiegarci come mai in Europa la violenza è la prima causa di morte per le donne dai 18 ai 45 anni; o come mai la percentuale di donne che occupa posti di rilievo, dalla politica all’economia, è bassissimo.
La strada verso una reale uguaglianza fra uomini e donne è ancora lunga; solo abbattendo il muro del silenzio, della vergogna e dell’omertà, solo denunciando le molestie e gli abusi è possibile provare a riprenderci la nostra dignità e vivere nelle nostre città senza paura: reagire si può. Si deve.
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Vorrei precisare che la Manifestazione del 25 NOvembre 2006 a Bologna è stata promossa dalla RETE delle Donne Di Bologna, che raccoglie donne singole, donne di associazioni, che avete citato nell’articolo, di partiti e di sindacati.
Mi scuso per l’errore dovuto alla disattenzione;ne approfitto per dirvi che sono a vostra disposizione per la divulgazione di comunicati o nuove iniziative.