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Lia Levi, Una bambina e basta

Quando a raccontare la storia è un testimone, e quando il testimone è una bambina.

di Pina La Villa - mercoledì 23 febbraio 2005 - 49721 letture

Lia Levi, Una bambina e basta, tascabili e/o, 1997

Quando a raccontare la storia è un testimone, e quando il testimone è una bambina.

"Una bambina e basta" è uscito la prima volta per e/o nel 1994. Come racconta la stessa autrice in un’intervista, il libro non era diretto a un pubblico di ragazzi, era per tutti. Poi il testo cominciò a circolare nelle scuole. Non solo. Lia Levi cominciò ad essere invitata a parlare con i ragazzi, a discutere di storia e in particolare della storia di cui era stata testimone, di cui parlava nel libro e quindi del pregiudizio razziale, della persecuzione degli ebrei.

Il fatto è che questo primo romanzo di Lia Levi racconta la storia delle peregrinazioni di una famiglia torinese benestante ed ebrea nei primi anni quaranta, cioé durante la seconda guerra mondiale e soprattutto dopo il 25 luglio 1943 - dall’esclusione della protagonista e delle sue sorelle dalle scuole pubbliche, alla mancanza di lavoro del padre, dalla vicenda della zia e della sua casa al confine con la Francia occupata, i trasferimenti da una città all’altra e da una casa all’altra e infine una specie di confino in un convento di suore per la parte femminile della famiglia.

Tutto questo però è raccontato dalla parte di chi ha vissuto quegli avvenimenti e quell’esclusione, da parte cioé di una bambina che cresce in quegli anni (dai sei ai dieci anni circa). Una bambina che registra l’insensatezza ma l’accetta così come è costretta ad accettare i divieti materni e le ramanzine paterne, cioé come un fatto naturale, o meglio, come parte dell’insensatezza del mondo adulto.

Il romanzo inizia infatti con queste parole: "Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza...ora saprai tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina."

Così la bambina della storia vive e racconta tutti i cambiamenti, così li conosce, così ne prende atto. Così li fa conoscere ai ragazzi e agli adulti di oggi.

In tutta onestà.

E allora, in tutta onestà, la persecuzione degli ebrei a metà del secolo scorso, diventa l’insensatezza di ogni discriminazione, soprattutto quando è collocata su uno sfondo di omologazione, cioé sui valori della maggioranza, com’era allora, e come è forse anche oggi, per altre diversità.

Dal romanzo: la bambina ebrea è ancora in una scuola statale, una scuola come quella di oggi, quasi: "Un giorno la maestra vuole, chissà, forse a illustrazione delle virtù del latte, fare una specie di inchiesta su "cosa mangi a colazione". Uno per uno i bambini si alzano e raccontano il segreto del loro risveglio. La risposta corretta, quella che ti fa stare al calduccio della maggioranza, è "caffelatte col pane".[...] Appena un bambino dice qualcosa di diverso la scena si arresta. La maestra vuole sapere cosa e perché e via e via ...il discorso si fa lungo. Oh Dio, io sudo freddo, oh Dio...io sono allergica al latte e da sempre faccio colazione con cacao diluito con l’acqua o con tè e biscotti. [...] Non ho ancora deciso cosa farò, quando mi accorgo che la mia voce flebile si è già scelta da sola il suo recinto sicuro: "caffellatte con pane", che diamine...ecco, è fatta, sono dei loro."

A questa bambina capita di dover cambiare scuola. Accoglie la notizia con la tristezza e la serietà che i genitori si aspettano da lei, ma in realtà è felice di poter fare questa nuova esperienza.

In pratica, ed è questo il senso anche del titolo del libro, la bambina diventa una bambina ebrea e le esperienze successive non faranno che confermare questa identità.

A questa bambina capita infatti di cambiare casa, città, di vedere la paura negli occhi delle persone che le stanno vicino, di vedere mancare all’improvviso amiche, persone care, di vivere in un convento di suore prendendo l’identità di una ragazza siciliana.

Ecco perché alla fine della guerra e dell’occupazione tedesca di Roma, quando si presenta per partecipare a un gioco o concorso radiofonico, inizia così la sua lettera "Cara radio, sono una bambina ebrea".

La madre, che pure fino a quel momento ha fatto la vestale della tradizione, a quel punto strappa la lettera: "La guardo irosa e offesa. Anche mamma mi guarda, ma con una specie di ilare indulgenza: "Non sei una bambina ebrea, hai capito? Hai capito? Sei una bambina. Una bambina e basta".

Mi vengono in mente le parole di un critico d’arte inglese, John Berger. (intervista di Maria Nadotti a Ryszard Kapuscinski sul buon giornalismo nel libro dal titolo Il cinico non è adatto a questo mestiere edizioni e/o, 2002. Alla fine del testo c’è una conversazione fra il giornalista polacco e uno scrittore e critico d’arte inglese, John Berger svoltasi nel corso di un convegno organizzato a Milano dalla rivista Linea d’ombra nel 1994 dal titolo Vedere, capire, raccontare: letteratura e giornalismo alla fine di un secolo.). dice che solo dall’arte possiamo aspettarci una lettura del nostro tempo che le categorie storiografiche non riescono a spiegare. E l’arte è, oggi, necessariamente un’opera collettiva. In primo luogo perché vi sono implicati il creatore e il fruitore.

Dice inoltre Berger "Forse è il momento di fare delle distinzioni tra i racconti e forse anche di abolire, almeno per il momento, la parola fiction. La fiction fu inventata nel XIX secolo, quando la gente trascorreva lunghe serate accanto al camino, passando il tempo a leggere il mondo". A immaginarselo, forse. Pensiamo a Salgari. Oggi è diverso. Non abbiamo più bisogno di storie inventate per immaginare e leggere il mondo. Siamo sommersi dalle informazioni e dalla disinformazione. Ecco perché è importante la figura del testimone".

Ecco perchè forse, a "Una bambina e basta", e/o, Premio Elsa Morante 1994 , sono seguiti altri libri, quasi tutti sullo sfondo di episodi storici e molti indirizzati a ragazzi.

Se va via il re, e/o Tutti i giorni di tua vita, Mondadori Cecilia va alla guerra, Mondadori Che cos’è l’antisemitismo? Mondadori Roma 1943 - ’44. Mondadori L’albergo della magnolia, e/o, Premio Moravia 2001

Lia Levi è in questi giorni a Catania per una serie di incontri organizzati dalla libreria dei ragazzi Tempolibro, dalla sezione di Catania della FNISM (Federazione nazionale insegnanti), dal Corso di Laurea in Scienze Storiche e Politiche (Facoltà di Scienze Politiche, Catania), dagli Istituti Comprensivi "Brancati", "Cardinale Dusmet", "Musco", "Pestalozzi" di Catania.

PROGRAMMA

Lunedì 21 febbraio

h. 10,00 Conferenza stampa di presentazione degli incontri con Lia Levi Istituto Comprensivo ³Musco² - Viale Da Verrazzano 101 Introduce Dott.ssa Maria Grazia Messina ­ Libreria dei ragazzi Tempolibro Partecipano: L¹autrice Lia Levi Prof.ssa Adriana Cantaro - FNISM ( Federazione Nazionale Insegnanti) Dott.ssa Cristina Cascio - Dirigente I.C. "Musco" Prof. Saro Mangiameli - Presidente Corso di laurea in Scienze Storiche e Politiche Dott. Santo Molino - Dirigente I.C. "Pestalozzi" Dott.ssa Angela Santangelo - Dirigente I.C. "Dusmet" Dott. Giuseppe Vascone - Dirigente I.C. "Brancati" Dott. Raffaele Zanoli - CSA

h. 15,00 Incontro con gli alunni dell’I.C. "Pestalozzi"

Martedì 22 febbraio

h. 9,30 Incontro con gli alunni dell¹I.C. "Dusmet" h. 11,30 Incontro con gli alunni dell¹I.C. "Musco" h.15,30 Incontro con gli alunni dell¹I.C. "Brancati"

Mercoledì 23 febbraio

h.9,30 Incontro con gli studenti del Liceo classico "N.Spedalieri"

h. 16,30 Narrare la storia - Conversazione con Lia Levi Aula Magna della facoltà di Scienze Politiche ( via V. Emanuele 49) Partecipano: Prof. Saro Mangiameli - Università di Catania Prof.ssa Adriana Cantaro - Liceo classico "N.Spedalieri" Dott.ssa Cristina Cascio - I.C. "Musco" Prof. ssa Pina La Villa - Liceo classico "M. Cutelli" Prof. Andrea Manganaro - Università di Catania Prof. ssa Graziella Priulla - Università di Catania

Giovedì 24 febbraio

h. 10,00 Incontro con gli studenti di alcune scuole medie statali Libreria Tempolibro - via S.Euplio 20;

h. 16,00 I.C. "Musco" - incontro con i docenti delle scuole di Librino: I.C. "Campanella ­ Sturzo", I.C. "Brancati", I.C. "Dusmet", I.C. "Fontanarossa", I.C. "Musco", I.C. "Pestalozzi".


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Lia Levi, Una bambina e basta
17 gennaio 2007, di : Morena |||||| Sito Web: una bambina e basta

Io sono una bambina di 11 anni e con la mias cuola sto trattando molto il libro e il 27 gennaio verrete a mola di bari per conoscerci
Lia Levi, Una bambina e basta
16 aprile 2007

hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggggllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111
Lia Levi, Una bambina e basta
23 maggio 2007, di : MARTY DA TUSCANY

E’ un libro molto bello e interessante..inoltre tratta il tema della guerra in modo semplice e nn tragico..è adatto a persone di qualsiasi età..lo consiglio a tt per nn commettere gli errori dei nostri "AVI"...
Lia Levi, Una bambina e basta
3 aprile 2008, di : IL criticone

un libro ne bello ne brutto...nn suscita grandi emozioni ma tratta di una tematica importante....(anche se si è stanchi di sentire sempre gli stessi argomenti)...lo consiglio come libro ma nn aspettatevi nulla di eccezionale perché possiede un registro inferiore a quello de "le avventure di poconaso"
    Lia Levi, Una bambina e basta
    29 novembre 2008, di : gemmy

    io o 14 anni, forse mi credete "piccola" per fare un commento, ma se vi ricordate la vostra infanzia non vi sembra che vi rispecchi? solo nella parte delle sue riflessioni, come all’ inizio. A tutti sarà capitato ke i GRANDI vi abbiano dovuto dire qualcosa e se ci pensate lo fanno proprio come dice Lia Levi, vi credete sapienti e magnifici, ma molte volte sono i bambini la verità, sono i bambini che sanno accettare e ambientarsi, voi grandi volete e pretendete, sicuramente sto generalizzando ma pensateci.