Lettera al sindaco di Cava di Terreni (SA)

di rafael navio - lunedì 27 aprile 2009 - 3450 letture

Caro sindaco, ricorda il “68”? Spero di si! I miei genitori me ne parlano sempre. Mi ricordano di momenti di libertà, in cui bastava poco per essere felici. Una cinquecento e tanto amore. Penso che anche lei abbia avuto una cinquecento e penso che sia stato molto felice con sua moglie. In quelle serate estive dove il mondo sembrava che fosse dei giovani. Una sigaretta, una pizza in macchina, una in due perché i soldi erano pochi, ma bastava per essere felice. Perché c’era l’amore. E quando c’è l’amore, i soldi non contano. E proprio di questo le volevo parlare: dell’amore. Lei, involontariamente,forse, con un solo gesto ne ha spezzati tanti. Di amori, intendo. Ci ha tolto il parcheggio dell’inps con quei fari accecanti, ha fatto vincere quattro vecchie bigotte. Ma mi dica dove devono andare tutte quelle coppiette che con un solo gesto ha spazzato via come cani rognosi. Si, perché quei fari dicono proprio questo: “ andate via cani rognosi”.

Lei sindaco ha trattato i figli di Cava come cane rognosi. E cosa dobbiamo fare? Vergognarci dell’amore. Ma non parliamo solo dell’amore! Sa quanto costa un cinema? 6 euro a biglietto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Oggi con un DVD in macchina questi soldi si possono risparmiare. Lei è cresciuto con determinati ideali. IDEALI DEL POPOLO. Ma con quel gesto è proprio il popolo più povero che va a colpire. Perché il ragazzo ricco una soluzione la trova sempre. Il povero invece, non può fare altro che scriverle una lettera come questa. Quel parcheggio era uno spazio sociale. Una perla per la città di Cava dei Tirreni, che pensava anche al bene dei suoi giovani e non solo degli adulti. Una perla e non una vergogna. Trovi una soluzione. Li tenga accesi fino alle 10 poi li spenga per i giovani ed onesti figli Cavesi. Cosa pretende che lasci la mia ragazza in balia di qualche maniaco depravato, in qualche stradina abbandonata ai piedi della montagna. Se accade una violenza, chi avrà la coscienza la sporca? Quel parcheggio,invece, era sicuro. Caro sindaco lei dovrebbe tornare indietro con gli anni e ricordare il “68”, ricordare che lei ha avuto una speranza ed una possibilità. Mentre noi ci tocca solo un fascio di luce fredda ed accecante


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