Leone XIV e il vuoto a sinistra

La Chiesa si sostituisce alla sinistra e nei fatti indica alla politica, facendo essa stessa politica, la via delle riforme (moderate) e dell’attenzione agli ultimi...
Leone XIV regna sovrano. Il nome scelto dal papa è indicativo della finalità del pontificato”. In continuità con Bergoglio, ma su molti temi su posizioni più moderate e tradizionali, Leone XIV ribadisce la centralità della questione sociale come nel 1891 Leone XIII con la Rerum Novarum.
La Chiesa è alla ricerca di un nuovo ruolo nell’Occidente prossimo al tramonto. Essa può ritagliarsi nell’Occidente laicista fino al fanatismo una inedita funzione, poiché il laicismo decerebrato ha segnato un solco tra popolo e sinistra.
La Chiesa si sostituisce alla sinistra e nei fatti indica alla politica, facendo essa stessa politica, la via delle riforme (moderate) e dell’attenzione agli ultimi. Tutto ciò è reso possibile dal vuoto colpevole e proditorio delle sinistre. La sinistra si è volatilizzata come i colori dell’arcobaleno che fugacemente appaiono ed evaporano nel “nulla”. A sinistra non c’è più nulla; la sinistra generica e anonima ha abbracciato, come è noto, la “causa facile” e sostenuta dai poteri plutocratici dei diritti individuali. Ess, anzi, li produce e li sollecita, come fossero merci, naturalmente il mercato soddisfa e i plutocrati commossi applaudono.
I lavoratori sono un orpello e, dunque, lo sfruttamento generalizzato è tema che imbarazza ed è stato sostituito dai colori dell’arcobaleno. In questo vuoto ideologico la cadente Chiesa cattolica potrebbe ritrovare nuovo vigore e un nuovo veicolo per evangelizzare, dato che l’Occidente è dura terra di missione.
L’abiura della sinistra e l’abbandono del tema del lavoro non è solo un vuoto ideologico, ma è un vuoto criminale. In questi decenni di arretramento verso il “centro”, le condizioni dei lavoratori sono divenute insostenibili, al punto che i luoghi di lavoro sono veri campi di guerra in cui si muore. I numeri sono aberranti e sempre in crescita. La sinistra ormai complice del capitalismo tace e in questo silenzio non udiamo su tali temi impellenti che la voce della Chiesa. Naturalmente il sistema concede i suoi spazi all’istituzione clericale, in quanto ben conosce e sa che i giovani sono addestrati al laicismo e sono indifferenti, in media, alla politica e alle azioni solidali che richiedono impegno gratuito.
La Chiesa dà voce al mondo del lavoro e della povertà, ma è una voce che non può che insabbiarsi negli appelli o in singole azioni meritevoli e degne di rispetto, ma che nulla risolvono del problema reale e generale. Le sinistre continuano a guardare la dequalificazione del lavoro salariato divenuto lavoro schiavile a tutti gli effetti. La voce della Chiesa unica e preziosa, in tal senso, ci ricorda che la povertà non è un dato naturale, ma è l’effetto dello sfruttamento e della scandalosa distribuzione delle risorse.
Ancora una volta la sinistra dimostra che essa è “il problema”, poiché si è congedata dal popolo per rifugiarsi nell’Olimpo dei privilegiati ed è sorda ai lavoratori e alla denuncia etica della Chiesa. Certamente sono apprezzabili gli interventi dell’istituzione ecclesiastica, ma senza dimenticare che il “paternalismo” non è la soluzione, anzi può essere la via per la conservazione morbida, ciò malgrado non si può che sperare che il vuoto occupato dalla Chiesa possa sollecitare i lavoratori ad uscire dal torpore nel quale la sinistra ha contribuito a condurli. In attesa di questo, rammentiamoci del Salmo 117:
“La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo”
Abbiamo bisogno di parole da trasformare in prassi e in organizzazione, e queste sono operazioni che può mettere in pratica solo la politica.
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