Leonard Nimoy
Scrollarsi di dosso un personaggio, da parte di un attore, è sempre impresa ardua. Se poi l’attore è stato anche un poeta, immaginare che un Vulcaniano decanti versi, può sembrare solo fantascienza.
Irish Eyes
Irish eyes, there for me
Laughter in the rain
You called me child
My heart ran wild
I must have been a pain
Irish eyes were kind to me
You said I was a kid
The one regret
I harbor still
Is what we never did
We sat in cars and later bars
I wish we could again
To pay to you
My gratitude
For what you gave back then.
They came to me too late to say
That you were gone from now
Oh, how I wish
That I had known
And could have helped somehow.
I carry still within my ear
The laughing voice I heard
When Irish eyes
Did smile at me
Now, fly away, my bird.
Quando qualche giorno fa si è appresa la notizia della morte di Leonard Nimoy, molti appassionati del genere avranno pensato a un nuovo epilogo della saga di Star Trek, che lo ha consacrato, con l’interpretazione di Spock, come emulo della fantasia infinita nella quale, ogni tanto, sentiamo tutti il bisogno di rifugiarsi.
Per un attimo abbiamo volto lo sguardo verso il cielo, illudendoci di vederlo arrivare con l’Enterprise mentre elargiva consigli di saggezza di vita al Capitano Kirk. Quando poi, durante la rievocazione della sua carriera artistica da parte del commentatore televisivo che ne dava la notizia, si è resa nota la sua passione per la scrittura, si è ricomposta la figura poetica che, per un attimo, ha adombrato quella più eclettica dell’uomo dello spazio con sangue vulcaniano.
Certo immaginare un attore che, nonostante si sia cimentanto con ottimi successi anche nella fotografia, oltre che il cinema e la scrittura, diventa un viaggio interstellare accostarlo a un personaggio diverso dallo Spock che lo ha consegnato alla fama internazionale.
Leggendo i suoi versi, però, ci troviamo di fronte all’uomo, con sentimenti e nostalgie più terrene, con un forte legame al passato e all’infanzia, con il quale tornare sulla terra dalla fantasia e lasciare il posto alla vita reale. Una vita reale che, nonostante un trascorrere del tempo inesorabile e la convinzione di tutti di aver vissuto un passato più degno di essere vissuto, ci tiene legata ad essa fino alla fine, consapevoli che l’unico valore è averla vissuta.
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