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Le rivolte inestirpabili

Un libro di Erri De Luca e Danilo De Marco (Forum, 2010)

di Piero Buscemi - martedì 25 gennaio 2011 - 4354 letture

Non è facile recensire un libro di De Luca. Non lo è mai. Con qualsiasi dei suoi titoli che ha saputo, con umiltà di artista puro, consegnarci al nostro modesto giudizio.

Non è facile perché si ha paura di banalizzare quanto si è letto. Perché è il silenzio che domina le emozioni, ad ogni punto del suo corsivo. Il silenzio di rispetto per quanto si ha avuto l’ardire di assorbire.

Questo libro lascia il segno, dentro l’arido di un pensiero affidato alle nostre rivolte di coscienza. Inestirpabili, forse. Più di quanto possiamo credere di poter sedare. De Luca ce lo incide dentro l’anima. Con un gesto di contatto leggero, ci marchia con il suo segno di inevitabile riflessione.

A questo scrittore bastano poco più cento pagine. Stavolta intervallate dalle realistiche immagini in bianco e nero del fotografo Danilo De Marco. Un libro che avvolge il lettore sin dalle prime pagine. Centellinate nei momenti di distrazione da una vita che non pensa. Da passi che non guardano.

Accade l’impensabile, ad ogni fruscio di pagina che da i tempi alla lettura. Lenta, senza inutili fibrillazioni, scavando tra racconti truccati da pensieri solitari, De Luca ci consegna la sua immagine del mondo. Del mondo più nascosto e contraddittorio. Quello che preferiamo non guardare, che ci sfugge tra le mani, rischiando di farci perdere un’altra occasione di contatto.

De Luca spazia tra le ipocrisie dell’uomo. E le umanizza queste ipocrisie rinnegate. Nell’indice di un cecchino della guerra dei Balcani, sui volti scolpiti della povertà, nella solidarietà degli scampati ad una tragedia.

E’ nelle sue poetiche descrizioni degli umili del mondo, che lo scrittore ha voluto incrociare nella sua personale ricerca dell’uomo spogliato di inutili addobbi presuntuosi. E’ in questa sua premessa d’umiltà, quella che gli fa scrivere, più giusto descrivere, il suo ruolo e quello di De Marco, di osservatori del mondo da "disabili nell’epoca degli spaventati dagli spaventapasseri".

E’ in tutto questo che accade l’impensabile: tornare indietro di una pagina, ad ogni punto di chiusura capitolo, e cercare la didascalia fotografica di un pensiero.


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