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Le proposte di USB al ministro Brunetta

Democrazia reale, centralità della PA e contratti adeguati al suo rilancio

di Redazione Lavoro - mercoledì 17 marzo 2021 - 1826 letture

La convocazione a Palazzo Chigi di Cgil Cisl e Uil, avvenuta alcuni giorni fa sui temi legati al pubblico impiego, costituisce sicuramente una partenza sbagliata e al di fuori di ogni regola, che stigmatizzeremo oggi durante l’incontro con il ministro Brunetta. Una scelta ben precisa quella di convocare in primis proprio quei sindacati che in tutti questi anni hanno accompagnato lo smantellamento progressivo della Pubblica Amministrazione e che sicuramente non lascia ben sperare in un deciso cambio di rotta. Ci sono voluti 100 mila morti e una crisi sociale senza precedenti per rendere evidenti da un lato la centralità della PA e dei suoi lavoratori e dall’altro i danni provocati negli anni dal saccheggio perpetrato senza sosta attraverso tagli, privatizzazioni, mancato turn-over...

Ora è il momento di mettere in campo un serio piano di rilancio che faccia tesoro di quanto ci ha insegnato la pandemia in termini di smantellamento dello Stato Sociale e ci restituisca una PA capace di essere realmente a fianco dei cittadini nel combattere le diseguaglianze. E per fare questo è necessario innanzitutto un piano straordinario di assunzioni stabili, non precarie e non legate solo a professionalità specifiche, che restituisca al servizio pubblico, in tutte le sue articolazioni, la capacità di dare risposte all’utenza, di stare a fianco delle donne e degli uomini di questo Paese.

Ma per fare questo è necessario, citando proprio Brunetta, restituire dignità, orgoglio, autorevolezza e valore a chi lavora nella nostra Amministrazione. Bene, si inizi dall’abolizione della odiosa tassa sulla malattia, che ha manifestato i suoi effetti nefasti in particolar modo in questo anno di pandemia, e si continui rivedendo l’assetto dei comparti e restituendo alla contrattazione l’organizzazione del lavoro, esigenza ormai indifferibile alla luce dell’introduzione dello smart working, che riteniamo debba essere regolato attraverso un contratto quadro che fornisca una cornice comune a tutti i comparti per poi trovare declinazione più legata ai diversi settori della PA nei contratti nazionali di lavoro.

Proprio i contratti nazionali di lavoro sono un ulteriore, necessario tassello nel processo di rilancio della PA: aumenti salariali che necessitano di risorse ulteriori rispetto a quanto stanziato dal precedente Governo, restituzione ai lavoratori di una parte consistente dei risparmi che hanno realizzato e realizzeranno le amministrazioni con l’applicazione dello smart working, e che in parte si sono trasformati in costi a carico dei lavoratori, sono alcune delle questioni che porremo al Ministro nell’incontro di oggi, insieme alla necessità di riformare i sistemi di classificazione del personale adeguandoli, con uno sguardo al futuro, alla realtà consolidata del settore pubblico e superando i vincoli normativi attuali, in particolare quelli relativi al titolo di studio.

Chiederemo inoltre al Ministro di abolire la valutazione individuale del lavoratore, decisamente anacronistica rispetto ad una PA in piena evoluzione e frutto di una concezione punitiva nei confronti del lavoratore pubblico che vogliamo credere definitivamente superata dalle parole del Presidente del Consiglio e dello stesso Ministro Brunetta. In questo senso un primo importante segnale sarebbe a nostro avviso la sospensione di tutte le valutazioni per il 2020 e il 2021, durante i quali tutti i lavoratori pubblici hanno dato il massimo in condizioni difficilissime.

Oggi si apre di fatto la stagione contrattuale e USB intende svolgere appieno la propria funzione attribuitagli dalle migliaia di lavoratori che le hanno manifestato il proprio consenso attraverso le adesioni e le elezioni RSU. Il contratto è tutto da scrivere, senza ipoteche o vincoli di qualsivoglia natura.


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