Le mani sull’informazione

Rai 3 come Tafazzi ‒ Di nuovo in edicola la “Gazzetta del Mezzogiorno” ‒ Furti di dati online

di Adriano Todaro - mercoledì 23 febbraio 2022 - 2093 letture

Le mani sull’informazione ‒ Giovanna Faggionato, ha pubblicato su Domani del 14 febbraio scorso una preziosissima inchiesta sullo “stato dell’arte” dell’informazione nel nostro Paese. In cinque regioni d’Italia ci sono cinque gruppi editoriali più rilevante della Rai: il gruppo Athesia in Trentino-Alto Adige, l’Unione Sarda in Sardegna, Monti-Riffeser in Emilia-Romagna e Toscana, Telemolise in Molise, dove ha un “ascolto” addirittura del 70 per cento, e il gruppo Norba in Puglia e Basilicata, con il 47 per cento. Sono dati dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) la quale sottolinea «La sensibile riduzione del numero di voci indipendenti, l’emergere di situazioni di concentrazione, la difficile congiuntura economica e finanziaria del comparto, nonché l’esistenza di commistioni tra informazione e politica locale». E non c’è nulla di illegale: la legge Gasparri nel 2004 ha abrogato il divieto di concentrazione regionale per i media. In teoria, uno stesso proprietario potrebbe oggi detenere il 100 per cento dei media locali. In Molise ‒ racconta Domani ‒ c’è un’emittente quasi monopolistica e anche uno dei più conosciuti politici locali, l’europarlamentare Aldo Patricello, ha la sua personale televisione e alle spalle una famiglia che controlla cliniche private in cinque regioni, Molise, Campania, Lazio Puglia e ora anche Abruzzo. In Trentino Alto Adige il gruppo Athesia possiede la testata in lingua tedesca Dolomiten: il quotidiano è tra i maggiori beneficiari dei fondi di sostegno pubblico all’editoria, con più di sei milioni di euro ottenuti, come voce delle minoranze linguistiche, ed è, allo stesso tempo, il primo quotidiano della regione. Athesia, poi, ha comprato quotidiani venduti dal gruppo Gedi, Alto Adige e Trentino, e infine del quotidiano L’Adige, il secondo più diffuso. Al vertice di Athesia c’è Michl Ebner, ex parlamentare della Svp, la Sudtiroler Volkspartei, eletto per quattro volte in parlamento a Roma e altre tre volte a Bruxelles. Ebner è presidente della Camera di commercio, dell’Istituto per la promozione dello sviluppo economico, delle Funivie ghiacciai val Senales e dell’hotel Terme di Merano. Si occupa di energie rinnovabili (con Athesia energy) ed è nel consiglio di amministrazione dell’Ansa. Dolomite è il quotidiano di famiglia, a dirigerlo dal 1995 c’è il fratello Toni Ebner. In Sardegna, invece, resiste ancora un duopolio: secondo l’Agcom il 70 per cento delle persone che si informano a livello locale lo fanno attraverso una testata del gruppo Unione Sarda, proprietaria dell’omonimo e principale quotidiano, anche della principale radio, Radiolina, della principale televisione, Videolina, e di due periodici. A farle concorrenza c’è la Nuova Sardegna, dal primo febbraio ceduta ufficialmente da Gedi alla Sae, guidata da Alberto Leonardis. In Sicilia la società di Mario Ciancio Sanfilippo controlla otto emittenti, tra cui le due principali tv locali e il quotidiano La Sicilia. Fino al fallimento della Edisud aveva anche la Gazzetta del Mezzogiorno. Dal 2018 il patrimonio di Sanfilippo, e quindi anche tutte le società controllate, è stato posto sotto sequestro e affidato alla amministrazione giudiziaria fino a che prima la corte di appello di Catania e poi la Cassazione hanno definitivamente dichiarato il sequestro illegittimo. Ma oltre a Ciancio sull’isola c’è la potente galassia Ses: controlla quattro canali tv di cui uno è il terzo a livello regionale, edita La Gazzetta del Sud, che è praticamente il quotidiano storico della Calabria, unico caso in cui un giornale di riferimento locale ha la sua testa in un’altra regione. E poi, attraverso Giornale Sicilia editoriale, anche Il Giornale di Sicilia, cioè il quotidiano di Palermo. Insieme i due gruppi controllano più della metà dell’informazione locale. Ci sono solo tre regioni in cui il quotidiano è ancora il primo riferimento informativo secondo l’Agcom e cioè Emilia-Romagna, Toscana e Piemonte cioè proprio quelle in cui le pagine locali fanno parte di gruppi editoriali nazionali: Monrif, l’editore de Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione, e Gedi che con La Stampa è il quotidiano di riferimento in Piemonte.

RAI 3 come Tafazzi ‒ Domenica 20 febbraio scorso, Rai 3 ha fatto un’operazione che ha dell’incredibile. A “Che tempo che fa” officiato dal chierichetto Fabio Fazio è andato in onda uno spot a favore della concorrente Mediaset. Fazio si è prestato a pubblicizzare il lancio della web Tv del quotidiano Riformista nata grazie alla collaborazione con Tgcom di Mediaset. Ospiti di Fazio, Piero Sansonetti, direttore del Riformista e Paolo Liguori direttore del Tgcom. In pratica il chierichetto ha dato voce a spazio proprio a un giornale che da tempo sta facendo una personale battaglia nei confronti di un’altra trasmissione di Rai3, Report. Presi di mira la trasmissione d’inchieste e particolarmente il conduttore Sigfrido Ranucci con accuse inconsistenti e vecchie che già la magistratura ha archiviato. Sarà la sindrome di Tafazzi o quella di Stoccolma?

La Gazzetta del Mezzogiorno riprende ‒ Dal 19 febbraio, dopo sette mesi di assenza si è rivista in edicola La Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano di Puglia e Basilicata con più di 130 anni di vita. La dirige Oscar Iarussi che nell’editoriale sottolinea che il quotidiano non era mancato neppure durante la Seconda guerra mondiale. E, invece, più della guerra poté la scellerata visione della politica locale ben più preoccupata di trovare proprietari di proprio gradimento piuttosto che avere una visione complessiva dell’esigenza di far vivere un quotidiano con ben sei edizioni. Ora c’è questa società che opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi e nel campo dei trasporti. Si tratta della società Ecologica spa del gruppo Miccolis.

Furti di dati online ‒ Nel 2021 ben 11 milioni di italiani hanno subìto furti di dati online. I casi più allarmanti si riferiscono alla violazione dei profili social sia di privati che di aziende. Un modo molto proficuo per accedere a tantissime informazioni personali.


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