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Le imposture del Governo e l’amara verità sull’Ilva di Taranto

di Francis G. Allenby - martedì 2 ottobre 2012 - 2371 letture

Vi è una amara verità circa il rilascio delle autorizzazioni IPPC alle acciaierie ILVA di Taranto. Non solo, ma vi sono anche le grandi imposture del governo e le verità che sono state tenute nascoste al pubblico. Ci sono tre colpe e tre omissioni importanti:

- 1) Le autorizzazioni I.P.P.C. (International Plant Protection Convention), anche note in Italia come AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), sono state stilate molti anni fa, e sono state controfirmate da tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia. Tuttavia c’è una sostanziale differenza: le 50.000 aziende europee hanno già in gran parte rispettato la convenzione, mentre l’Ilva di Taranto non ci ha nemmeno pensato. Il governo, i sindacati ei politici, che erano tutti perfettamente consapevoli di questo, sono restati in silenzio, con l’intento di proteggere e sostenere Emilio Riva e la sua Azienda, per non costringerlo a intervenire e spendere diversi miliardi di euro per mettere tutti gli impianti a norma di legge. Già, perché, per l’Europa l’Ilva è fuorilegge!

- 2) L’altra verità, colpevolmente non detta, che è del tutto sconosciuta alla popolazione di Taranto, è che la cosiddetta, fase "di transizione" della direttiva IPPC sta volgendo al termine (il termine scade alla fine del 2015). Per quella data l’I.P.P.C. giungerà alla sua fase obbligatoria, che non consente ulteriori proroghe. In ogni caso, come a tutti gli altri Stati membri e alle imprese interessate, era stato concesso più di 10 anni per conformarsi alla convenzione. In questo modo se, entro la fine del 2015, l’Ilva non aderirà ad una delle quattro tecnologie consentite dalla direttiva IPPC (Ossia: non più aree di lavoro a caldo, non più uso di carbon coke e non più parchi minerali all’aria aperta), l’acciaieria di Taranto si fermerà e resterà definitivamente chiusa, tassativamente e con effetto immediato. Questo è ciò che l’I.P.P.C. stabilisce ... e questo non è mai stato detto dal governo italiano e / o da altre agenzie nazionali. In questo modo, per tutti i lavoratori di Taranto, tra cui le aziende dell’indotto, vi sarà l’immediata perdita del lavoro! Questo gli 8.000 lavoratori che hanno manifestato per difendere il loro posto di lavoro e la società lo sanno?

- 3) Le migliori tecnologie, che non sono mai state messe in pratica e che sono state ’consumate’, invece, con una tazza di caffè ad un tavolo, nel corso di riunioni senza fine, hanno un nome ed esistono da molti anni. Industrie europee e non europee, hanno già messo in pratica queste tecnologie, abbattendo, in questo modo, l’87% e il 97% delle emissioni di diossina nell’aria. Alcune di queste tecnologie non richiedono più ilpassaggio del carbone nella cokeria e del minerale di ferro nell’impianto di sinterizzazione: la riduzione dei costi è del 20% e il vantaggio ambientale è notevole se la sinterizzazione del minerale di ferro è sostituita dal pellet proveniente da questo processo . Così, con la vecchia tecnologia (vedi Ilva), abbiamo altiforni che producono circa 1,4 chili di diossido di zolfo per tonnellata di ghisa, mentre con le nuove tecnologie il processo ne produce solo 40 grammi, con una riduzione del 97%! . Anche per questo il governo, lo Stato, i consigli d’amministrazione della Regione Puglia, i politici locali sono responsabili e colpevoli. . . perché hanno condannato la gente di Taranto alla malattia e alla morte!

(Fonte originale di questo post è l’articolo scritto da Giovanni Orlando relativo al film documentario OLTRE IL CIELO DI TARANTO trasmesso da RAINEWS 24)

Per saperne di più sintonizzatevi su EKOWEB TV e guardate, on line, il documentario OLTRE IL CIELO DI TARANTO


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